“Andiamo in Borsa perché siamo gravemente malati, andiamo in Borsa perché cerchiamo il sostegno del mercato”. Con queste parole Cristiano Carrus, amministratore delegato di Veneto Banca, ha spiegato agli azionisti i prossimi passi che il management intende compiere per portare l’istituto fuori dalla profonda crisi in cui è sprofondato. “Stamane è arrivata da Consob una mail certificata – è l’annuncio rilevante dato in assemblea – avente come oggetto la convocazione obbligatoria del Cda. Consob ordina al Cda di riunirsi entro una settimana per trattare temi relativi a chi avrà diritto o a chi potrà accedere all’operazione di aumento di capitale”. La ricapitalizzazione da 1 miliardo è attesa a breve e arriva a distanza di pochi giorni dal flop della quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza, in aiuto della quale è sceso in campo il Fondo Atlante.
L’assemblea si è aperta in mattinata in un clima infuocato tanto che il presidente Pierluigi Bolla si è trovato costretto a minacciare il rinvio della riunione, che poi è proseguita su basi meno agitate. Elevato il numero dei soci presenti in sala: il 30% del capitale, ovvero 6.154 soci in proprio o per delega al Pala Expo Venice di Marghera. Sono chiamati ad approvare il bilancio (chiuso con un rosso di 882 milioni) rinnovare il consiglio di amministrazione e decidere se promuovere un’azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori, dopo aver sentito la relazione che farà il Cda uscente.
“Tutto quello che finora si è cercato di fare – ha aggiunto Carrus – non è servito; serviva una cura da cavallo per un cavallo che non ha avuto cure per troppi anni. Noi da martedì prossimo, a Dio piacendo, cercheremo di andare sul mercato”, ha detto ancora Carrus, notando che a quel punto sarà il mercato a valutare il piano industriale dell’istituto.
Carrus ha letto ai soci la lettera inviata lunedì scorso dalla Consob al Cda di Veneto Banca che prefigura l’avvio di un procedimento sanzionatorio. “I capitoli importanti” di contestazione, ha sottolineato Carrus, “sono sostanzialmente cinque: irregolarità nella valutazione di adeguatezza delle operazioni, violazione del dovere di comportarsi con diligenza e correttezza, trattazione degli ordini di vendita sulle azioni della banca, processo di definizione del prezzo delle azioni della banca, comunicazione di dati e informazioni non veritiere”. Carrus ha notato che si “tratta della prima lettera arrivata dalla Consob”, prevedendo che “ne arriveranno altre”.
L’assemblea di Veneto Banca si era aperta in un clima molto acceso. Quando ancora non è iniziato il trattamento del primo punto all’ordine del giorno, fischi e contestazioni dalla platea hanno portato il presidente Pierluigi Bolla a minacciare la sospensione dell’assise. Bolla ha avviato i lavori leggendo la lettera della Bce alla banca, gia’ resa nota nei giorni scorsi, e ribadendo i rilievi sull’esposizione nei confronti della banca di alcuni soci presentatori della lista di candidati al cda alternativa a quella sostenuta dal board uscente. Proprio quest’ultimo passaggio ha innescato la reazione di alcuni soci, che hanno abbandonato i propri posti e si sono avvicinati al palco occupato dai vertici. “Questa è un’assemblea di Spa – ha replicato Bolla – Non costringetemi a sospendere, non costringetemi a intervenire”.