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Usa verso il mancato accordo sul deficit

La super-commissione del Congresso di Washington sembra non aver trovato l’intesa sulla riduzione del deficit (di almeno 1.200 miliardi di dollari in dieci anni). Se nelle prossime ore non arriverà il piano, entreranno in vigore i tagli automatici alla spesa pubblica e gli Stati Uniti potrebbero rischiare il downgrade da parte delle agenzie di rating.

Usa verso il mancato accordo sul deficit

I conflitti personali e l’incapacità di dialogare bloccano anche la politica americana. La commissione formata da 12 deputati e senatori provenienti sia dal partito democratico sia da quello repubblicano non sembra aver portato ai risultati sperati. Il super-comitato era stato creato lo scorso 2 agosto dalla legge di Bilancio, il provvedimento che aveva alzato il tetto del debito a 400 miliardi di dollari scongiurando il default degli Stati Uniti. Il suo obiettivo era quello di trovare soluzioni alternative e appoggiate da una maggioranza di parlamentari per tagliare il deficit Usa di almeno 1.200 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Ma la scadenza per varare il piano è mercoledì 23 novembre e per legge il testo deve essere consegnato al Congresso almeno due giorni prima. Quindi oggi.

Dalle dichiarazioni di diversi esponenti della commissione sugli schermi della Nbc, sembra che i senatori e i deputati americani non siano riusciti a trovare una soluzione. Le maggiori divergenze riguardano l’innalzamento delle tasse. I democratici sono favorevoli a un aumento dell’imposta sui redditi annuali superiori al milione di dollari, mentre i repubblicani continuano a opporsi e a proporre soluzioni diverse. Tra queste la riduzioni della spesa per la sanità e la previdenza, ovvero i sistemi Madicaid, Medicare e Social Security.

Un altro nodo su cui si contrappongono i due schieramenti è il futuro dei tagli fiscali varati da Bush nel 2001 e 2003 che scadranno alla fine del 2012. Gli esponenti di entrambi i partiti sono d’accordo sul loro rinnovamneto, ma i democratici vogliono limitare il rinnovo al ceto medio.

E’ verosimile aspetttarsi che entrambi i co-presidenti della commissione annunceranno oggi la disfatta rimettendo il difficile compito alla Casa Bianca. Ma questo potrebbe causare più di una complicazione. Innanzitutto in caso di mancato accordo entreranno in vigore i tagli automatici di 1.200 miliardi di dollari della spesa pubblica, che prevedono un taglio netto di 600 miliardi di dollari al Pentagono. Inoltre è incerto il modo in cui reagiranno i mercati e alcuni analisti prevedono scenari tanto negativi da provocare un ulteriore taglio del rating, dopo quello di quest’estate che aveva già fatto scendere la tripla A degli Usa a AA+.

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