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Uruguay, vince la sinistra con Orsi: ecco chi è il nuovo presidente

Nel Paese sudamericano la spunta Yamandù Orsi, 57 anni, pupillo di Pepe Mujica ed ex professore di Storia. Decisivi lo stile pragmatico e il sostegno del “campo largo” uruguaiano, il Frente Amplio. Il presidente si candida a rappresentare una nuova generazione di leader progressisti

Uruguay, vince la sinistra con Orsi: ecco chi è il nuovo presidente

Anche la sinistra ha le sue nuove leve. In una fase storica in cui i partiti progressisti sono in difficoltà in tutto il mondo e gli stessi valori democratici sembrano minacciati anche in Occidente, uno sprazzo di luce arriva dall’Uruguay, dove a vincere le elezioni presidenziali è stato Yamandù Orsi, pupillo dell’ex presidente Pepe Mujica, a sua volta icona del socialismo sudamericano e fautore a suo tempo del miracolo economico del piccolo Stato da meno di 4 milioni di abitanti incastonato tra Brasile e Argentina. Per la verità, l’Uruguay stava continuando a crescere anche col governo uscente di centrodestra (sempre meno però: nel 2023 solo dello 0,4%), ma è il messaggio che manda al mondo ad essere importante: le destre si possono battere, anche in una fase in cui tra gli elettori prevalgono la sfiducia e la rabbia, se le forze progressiste si compattano.

Uruguay: chi è il nuovo presidente Yamandù Orsi

Orsi, 57 anni, ex professore di Storia e già governatore di Canelones, ha vinto una tornata ad altissima affluenza (circa 90%), sconfiggendo il candidato governista Alvaro Delgado grazie al sostegno del Frente Amplio, una coalizione di centrosinistra tipo “campo largo” che ha funzionato e che è stata decisiva, visto che il margine non è stato così netto (51,2%).

Con Yamandù Orsi arriva in Sudamerica una nuova generazione di leader, che si differenzia da quella precedente, rappresentata in Uruguay da Pepe Mujica. Orsi è dello stesso partito del suo padre politico, ma è molto diverso nello stile: poca filosofia, poca improvvisazione, molto metodo e concretezza. Infatti è riuscito a farsi eleggere non limitandosi ai tradizionali argomenti della sinistra, ma affrontando anche temi solitamente più di destra come la sicurezza. Ma è soprattutto sulla politica estera che la nuova presidenza potrà assumere un ruolo importante. Sebbene l’Uruguay sia un piccolo Paese, è diventato da qualche tempo la locomotiva del Sudamerica: è tra i Paesi che crescono di più, sta diventando un polo tecnologico di livello internazionale (Microsoft e Google vi stanno investendo molto) oltre che un laboratorio dei diritti civili, ed è di gran lunga quello con il tasso di povertà più basso, praticamente sradicata durante l’era Mujica, tra il 2005 e il 2020.

Inoltre, l’Uruguay è membro fondatore del Mercosur, l’unione commerciale del Sudamerica che sta attraversando un periodo complicato: il presidente argentino Javier Milei ha minacciato di far uscire il suo Paese dall’accordo e anche il predecessore di Orsi, Luis Lacalle Pou, era più orientato sulla Via della Seta con la Cina che sui partner dell’area. I quali invece adesso esultano, in particolare il Brasile di Lula che si stava ritrovando isolato non solo politicamente, ma anche rispetto alla posizione da assumere nei confronti del Venezuela di Nicolas Maduro.

L’Uruguay diventa strategico per il Mercorsur

Su questo tema, Orsi è stato chiaro sin da subito e la sua postura piace all’asse occidentale: Maduro è un dittatore, senza se e senza ma. Ma tornando al Mercosur, ora Montevideo può essere l’ago della bilancia per contrapporsi all’Argentina che vuole far saltare tutto, appoggiata dal Paraguay, mentre Bolivia e Brasile trovano così un prezioso alleato per consolidare l’asse degli “unionisti”, in una fase in cui c’è da chiudere l’accordo di libero commercio con l’Unione europea, in stallo da mesi per l’opposizione degli agricoltori europei e anche per lo scetticismo degli stessi sudamericani. Il prossimo vertice del Mercosur è in programma il 6-7 dicembre e la presidenza di turno è proprio dell’Uruguay, che però al termine dell’incontro la passerà alla ribelle Argentina. A ricevere gli altri leader dell’area sarà comunque ancora Lacalle Pou, visto che Orsi gli subentrerà ufficialmente solo nel nuovo anno.

Seguire le orme di Mujica

Sul fronte della politica economica, il presidente eletto vuole proseguire nel solco di Mujica e dunque attenzione massima su welfare, povertà e ambiente. I sussidi dovrebbero essere aumentati del 50%, mentre l’impegno per le pensioni è di mantenere l’età pensionabile a 60 anni e non alzarla a 65 anni come voleva fare il centrodestra, tenendo però conto che la popolazione sta sensibilmente invecchiando e una riforma del sistema previdenziale andrà comunque fatta. Per l’ambiente sarà varato un grande piano nazionale di emergenza contro la siccità, dopo che negli ultimi due anni l’Uruguay è stato tra i Paesi più colpiti, finendo per dover razionare l’acqua in alcuni periodi. Orsi non si sottrarrà nemmeno alla lotta contro il crimine e il narcotraffico: ha promesso l’assunzione di migliaia di poliziotti.

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