Condividi

Un’ondata di Ipo invade Wall Street e sarà di nuovo super

La settimana delle matricole si apre con Doordash e Airbnb ma si prepara una marcia trionfale con altri titoli entro fine mese. Il clima è caldo e gli esordi sul listino 2020 frutteranno 156 miliardi, cifra mai raggiunta finora. I segreti e i capitali dietro al fenomeno

Un’ondata di Ipo invade Wall Street e sarà di nuovo super

Corrono le Borse, si rivedono le matricole dalle parti di Wall Street. Di qui a San Silvestro faranno il loro esordio: DoorDash, colosso della consegna di cibi a domicilio cresciuta nei mesi delle pandemia; Airbnb, la piattaforma per gli affitti brevi, al contrario vittima del lockdown in Usa come in Europa; la piattaforma di videogiochi Roblox, sostenuta in questi mesi dalle limitazioni alla mobilità ed all’entertainment “fisico”. Infine Wish, una piattaforma di e-commerce online assieme a C3.ai, fondata da Tom Siebel, mitico dirigente di Oracle che si mette in proprio e Affirm Holding, una società che consente i pagamenti rateali. 

 Nel 2020 gli esordi sul listino frutteranno la cifra record di 156 miliardi, il risultato migliore di sempre, meglio del 2014, quando in Borsa arrivò il gigante cinese Alibaba. A proposito di Cina, va detto che gli investitori hanno assorbito in tempi record la delusione per la mancata quotazione di Ant group, come dimostra il successo dell’Ipo di JD Health, il braccio sanitario di uno dei giganti online del Drago, che ha attratto prenotazioni per una cifra 50 superiore all’offerta.

Ma Wall Street, nonostante il boom asiatico, resta il principale punto di riferimento del gradimento mondiale per l’investimento di rischio, sia il Toro, sia la spinta dei Robinhooders, i piccoli speculatori che hanno riscoperto la Borsa grazie ai siti di compravendita senza commissioni. Due tribù che si mescolano di fronte ai terminali, come dimostra il caso di Doordash, la ditta fondata nel 2019 da alcuni studenti di Stanford che oggi, dopo una crescita vertiginosa, distribuisce i piatti cucinati da oltre 340 mila tavole calde disseminate in oltre 4 mila città tra Usa, Canada ed Australia. Difficile giustificare uno sviluppo del genere con il semplice talento di imprenditori in erba, come Tony Xu. E in effetti dietro il successo ci sono i capitali di Sequoia e di altri private equity oltre alla mano di Vision Fund, il braccio finanziario del colosso giapponese Softbank che ha appena annunciato di voler accelerare il rilancio sui mercati dopo le disavventure di settembre.  Sotto la sua spinta il colosso che si affida all’impiego dei riders (tra liti giudiziarie e conflitti sindacali) punta ad un valore di Borsa di 32,4 miliardi di dollari dopo aver collocato oggi titoli per 3,4 miliardi. Dall’operazione Softbank, controllata da Masayoshi Son, ricaverà una valutazione di 6,5 miliardi. 

Anche per questo sono cresciuti gli appetiti di Airbnb. La società, duramente colpita dal lockdown ma sopravvissuta grazie agli affitti a breve ai residenti, ha alzato lunedì scorso la valutazione da 35 miliardi a 40 miliardi in vista dell’Ipo di giovedì 10 dicembre in cui comunque non raccoglierà più di  3 miliardi di dollari. La riscossa del turismo o, più in generale, delle attività legate ai viaggi, è ancora lontana, perfino in Asia dove la pandemia sembra sotto controllo ancor prima dei vaccini: una crociera partita due giorni fa da Singapore, la prima dopo lo stop decretato in marzo, è già finita perché a bordo della nave c’è un positivo. Tutti i duemila passeggeri sono stati messi in quarantena nelle loro cabine.

Una bella disdetta: ma forse nel biglietto era compreso l‘utilizzo di Robox, il gioco di pugilato robotico che ha scalato le classifiche della Playstation.

Commenta