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Ue-Usa, frizioni sulle banche

Il commissario Barnier ha scritto a Geithner, segretario al Tesoro di Washington. L’Europa teme che gli Stati Uniti traggano vantaggio da un sitema di regole non uniforme. Critiche anche al sistema dei bonus per i banchieri, che ancora incentiva rischi eccessivi.

L’Unione Europea fa pressione sugli Stati Uniti in vista di una riforma del settore bancario che uniformi le regole e le opportunità: il timore è che gli istituti Usa traggano vantaggio su quelli europei, ritenuti più ricettivi nei confronti dei limiti imposti dal traguardo di Basilea 3 (tra qualche settimana sarà pronta la direttiva della Commissione su questa materia).

E dunque il commissario europeo per i mercati finanziari, Michel Barnier, ha preso carta e penna e ha scritto all’amministrazione Obama (in particolare al segretario al Tesoro, Tim Geithner). Lo rivela il “Financial Times”, che è venuto in possesso della missiva, datata 27 maggio. “L’uniformità del campo di gioco deve essere una realtà, non un vuoto slogan”, scrive tra l’altro Bariner al suo omologo di Washington.

Le frizioni transatlantiche sono l’esito della scia del crollo di giganti come Lehman Brothers. Le autorità regolatorie della Ue non stimano sia sufficiente il Dodd-Frank act, il provvedimento del Parlamento statunitense (approvato un anno fa) predisposto anche per impedire nuovi clamorosi collassi. Ma non mancano rimproveri da Washington: secondo cui le regole approntate dall’Europa sarebbero troppo generose in materia di definizione dei capitali della banche.

Pubblicato in: News

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