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UBI Banca: “Welfare aziendale anche per le Pmi”

INTERVISTA A ROSSELLA LEIDI, vicedirettore generale e Chief Wealth and Welfare Officer di UBI Banca : “Siamo la prima banca in Italia ad aver proposto sul mercato un servizio welfare basato su un ecosistema territoriale: offriamo un servizio chiavi in mano” – Oggi il primo Rapporto sul welfare aziendale ed occupazionale in Italia

UBI Banca: “Welfare aziendale anche per le Pmi”

Rendere accessibile il welfare aziendale a tutte le imprese del territorio, anche alle più piccole, attraverso un servizio di consulenza evoluta e soluzioni personalizzate, con l’offerta di una vasta gamma di servizi e benefit per i dipendenti (dall’assistenza sanitaria alla previdenza integrativa, dall’istruzione dei figli ai voucher, ai buoni spesa e altro). E’ questo l’obiettivo di UBI Welfare, la Divisione specializzata di UBI Banca che si rivolge “ad aziende di tutte le dimensioni dei nostri territori di riferimento”, spiega a FIRSTonline Rossella Leidi, Vice Direttore Generale e Chief Wealth and Welfare Officer di UBI Banca, nel giorno della presentazione del primo rapporto sul welfare occupazionale e aziendale in Italia, promosso dalla Scuola di alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT, fondata da Marco Biagi, e da UBI Banca. 

Il servizio welfare di UBI Banca è partito esattamente un anno fa. Perché questa scelta? 

“Siamo il primo istituto di credito in Italia ad aver proposto sul mercato un servizio welfare basato su un ecosistema territoriale. UBI Banca, per vocazione, è un gruppo vicino ai territori e con una forte attenzione al sociale. Consideriamo il welfare aziendale uno strumento strategico anche per sostenere le imprese, dalle grandi alle medie e piccole, nell’ottica dello sviluppo della capacità competitiva”. 

Perché? 

“Come emerge dallo studio che presentiamo oggi, il welfare come nuova forma di rapporto tra azienda e lavoratore, destinata a cambiare il paradigma delle relazioni industriali, sta prendendo piede non solo perché le premialità erogate sono detassate e quindi convenienti sia per il datore di lavoro che per il dipendente, ma anche e soprattutto perché è una leva strategica, un elemento di crescita per le imprese, soprattutto nell’era dell’Industria 4.0. In questo senso, è sempre più provato che buone pratiche di welfare aziendale, così come iniziative di bilanciamento vita-lavoro, come ad esempio lo smart working, migliorano le condizioni lavorative dei dipendenti, generano un clima positivo nell’azienda e hanno impatti positivi sulla produttività”. 

Il rapporto Welfare for People che presentate oggi indica che il welfare si sta sviluppando non tanto o non solo come una soluzione all’arretramento del welfare pubblico, quanto piuttosto come un processo spontaneo. 

“Sicuramente il welfare aziendale si fa carico di una parte dei bisogni che non trovano più risposta nel welfare pubblico – penso soprattutto alla previdenza integrativa o ai servizi per la scuola, gli anziani e le persone con disabilità – ma va oltre, erogando servizi immediatamente fruibili, in modo semplice, che migliorano la vita delle persone. Penso anche ai giovani, alla capacità necessità delle imprese di attrarre e trattenere i talenti. Il rapporto è molto incentrato sul settore metalmeccanico che è stato il primo, col nuovo contratto di categoria firmato lo scorso anno, a prevedere espressamente che una parte della retribuzione fosse obbligatoriamente corrisposta tramite benefit. E’ stato certamente un contratto apripista.” 

Tornando all’attività di UBI Banca: voi create sinergie tra le varie realtà del territorio, che possono alternativamente essere fornitori o fruitori di servizi di welfare, interagendo tra di loro. E’ così?

“Noi vogliamo contribuire a generare un vero e proprio ecosistema di welfare, che faccia da rete di protezione ai nostri clienti sul territorio. Imprese e operatori del terzo settore possono diventare fornitori di beni e servizi, con particolare riferimento all’assistenza sanitaria e ai servizi alla persona, attraverso una piattaforma online, semplice e accessibile anche alle micro-imprese, che solitamente considerano il welfare appannaggio soltanto di grandi realtà imprenditoriali. Siamo anche molto attivi nella formazione, nella comunicazione e nell’informazione all’interno delle aziende, per diffondere la cultura del welfare sul territorio”. 

Concretamente, come funziona la vostra piattaforma? 

“UBI Banca accompagna l’azienda e i lavoratori in tutte le fasi di attuazione del piano di welfare aziendale. Con UBI Welfare offriamo un servizio chiavi in mano, di semplice attivazione per le aziende e di immediato utilizzo per i lavoratori, che parte dallo studio dei bisogni reali di entrambi. È uno strumento completo e personalizzabile, adatto sia alle aziende che vogliono avviare un programma strutturato di welfare aziendale, sia a quelle che necessitano di una gestione basica di flexible benefit, in attesa di avviare un piano di welfare più articolato. Nel corso degli ultimi mesi, sono stati siglati inoltre accordi con numerose e significative organizzazioni territoriali di categoria, che consentono di raggiungere un bacino complessivo di circa 17mila imprese”.  

Anche la stessa UBI Banca offre welfare aziendale ai propri dipendenti? 

“UBI Banca ha una lunga esperienza in soluzioni di welfare aziendale per i propri dipendenti. Inoltre da circa cinque anni ha reso possibile la conversione delle premialità in beni e servizi welfare. Una delle ultime novità introdotte, nel 2017, sono state le cabine medicali per eseguire checkup direttamente sul posto di lavoro. Nel 2018 abbiamo vinto il premio Top Employer, per il quarto anno consecutivo, per le ore di formazione, le strategie di smart working e il volontariato aziendale. In particolare nel 2017 le ore di smart working sono passate dalle 2.760 del 2016 a oltre 4.000, e l’anno scorso circa 1.100 dipendenti hanno aderito al volontariato, svolgendo in tutto 8.700 ore di attività”. 

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