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Turismo sostenibile italiano: Bei e le banche lo finanziano. Accordo con il Ministero per più competitività

500 milioni di euro utili, attraverso un pool di Banche per ristrutturare siti spesso non in linea con le norme ambientali.

Turismo sostenibile italiano: Bei e le banche lo finanziano. Accordo con il Ministero per più competitività

Cinque soggetti per un Fondo a favore del turismo sostenibile. La Banca Europea per gli Investimenti e il Ministero del Turismo italiano hanno firmato un accordo di finanziamento di 500 milioni di euro che coinvolge Gruppo Intesa Sanpaolo, Banca FinintSinloc spa. Si tratta di un Fondo Tematico dentro il grande contenitore del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra gli indirizzi di spesa, oltre ad interventi materiali a basso impatto sull’ambiente, sono previsti anche interventi di rigenerazione urbana. Lavori che dovranno dare maggiore decoro e ordine ai contesti in cui sono collocate le strutture. Nello specifico la BEI concederà questi fondi alle imprese attraverso Equiter partner di Banca Intesa Sanpaolo : il plafond da gestire arriva a 200 milioni di euro. Banca Finint in collaborazione con Finint Investments sgr e Sinloc spa gestirà 175 milioni. A questi due intermediari se ne aggiungerà un terzo ancora da scegliere, mediante una manifestazione di interesse. Si ricorderà che Banca Intesa è già impegnata con Confindustria nel sostenere il settore dopo anni complicati.

Il turismo italiano diventi più competitivo

La costruzione o ristrutturazione dei siti turistici dovrà comprendere anche progetti di digitalizzazione. I progetti saranno tutti sottoposti a due diligence per accedere a prestiti equity o quasi-equity. La strategia BEI di sostenere settori produttivi ad alto rendimento non cambia. Dopo un 2022 boom con 5,52 miliardi di euro di finanziamenti all’Italia, il 2023 mantiene il passo. Per Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente BEI, l’Istituto si conferma come “banca del clima dell’Ue. “Promuovere lo sviluppo del turismo sostenibile – dice- è fondamentale per rispettare l’ambiente, la biodiversità, le risorse naturali e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico”. Le strutture italiane sono state costruite in gran parte negli anni ‘70 ,’80. Al di là di fenomeni di speculazione edilizia, talvolta sanati con condoni e sanatorie, talvolta no, tutti sono pressochè in ritardo con gli standard ambientali ed energetici; Evidentemente entro il 2030 dovranno essere a posto: La stessa vicenda della proroga delle concessioni balneari tocca direttamente lavori di adeguamento ai nuovi parametri. Li faranno i gestori attuali o, piuttosto, non è meglio porli in capo a chi si aggiudicherà le nuove concessioni, come dice l’Unione europea ? In questa prospettiva devono essere interpretate le parole della Ministra del Turismo Daniela Santanchè, altrimenti il rilancio delle strutture è strumentale. I soldi del finanziamento dovranno rafforzare la competitività delle imprese dell’industria turistica italiana. Ma sono anche « la testimonianza di quanto il Governo sia impegnato a rilanciare un settore così vitale per la nostra economia” ha spiegato Santanchè. Tutto il sistema prima della pandemia valeva 93 miliardi di euro con un 15% di occupazione stabile. Ci sono città mete di viaggiatori internazionali durante tutto l’anno ma che hanno percentuali altissime di negatività ambientali, tra fonti non rinnovabili, scarichi di fumi non a norma, sistemi di emergenza inadeguati. Spesso ci vine ricordato che l’Italia è il quinto Paese più visitato al mondo con 58 siti Patrimonio dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO. Gli investimenti con i nuovi fondi potranno marcare di più questa differenza che è anche economica e occupazionale.

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