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Trump frena sui dazi e le Borse respirano

Allarmata dalle reazioni dei mercati, la Casa Bianca raffredda la schermaglia sui dazi con la Cina – Facebook shock: gli utenti derubati sono 87 milioni – Oggi Cdp decide su Telecom ma anche su Saipem – Boccata d’ossigeno per il Monte dei Paschi

Non esageriamo, c’è tempo per trattare. Allarmati dalle reazioni di Wall Street, i collaboratori di Donald Trump sono scesi in campo per raffreddare la temperatura rovente dopo le schermaglie sui dazi tra Usa e le repliche cinesi. “Sono solo proposte prima del negoziato vero e proprio – ha minimizzato su Fox News il consigliere economico del presidente Larry Kudlow – Per qualche mese non accadrà nulla”.

Anche la Cina ha moderato i toni: l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti ha detto che la via del negoziato resta la preferita. Lo stesso Trump, intervenuto ancora una volta via Twitter, ha detto che non c’è alcuna guerra commerciale con la Cina, anzi “l’abbiamo persa qualche anno fa per colpa di presidenti incompetenti”.

CASO FACEBOOK, COLPITI 87 MILIONI DI UTENTI

Ad agitare l’ascia di guerra è rimasto il solito Steve Bannon, il teorico della destra Usa, che se l’è presa con gli operatori di Borsa che “non sentono i problemi della gente comune del Midwest”. Ma la voce di Bannon, l’anima nera di Cambridge Analytica, è azzoppata dallo scandalo sui dati rubati che ha messo in difficoltà Facebook. Alla vigilia della sua deposizione al Congresso prevista per l’11 aprile, Mark Zuckerberg ha rivelato che il furto ha riguardato 87 milioni di utenti, ben più dei 50 milioni giù annunciati.

RECUPERA L’ASIA, FERME LE BORSE CINESI

Grazie al clima più disteso recuperano tutti i mercati sulla scia dei guadagni di ieri sera a Wall Street. Chiuse per festività le Borse della grande Cina (comprese Taiwan e Hong Kong). L’indice Nikkei di Tokyo guadagna l’1,7%. Lo yen si indebolisce a 106,9 su dollaro da 106,6 di ieri. L’indice Kospi di Seoul è in rialzo dell’1,6%. BSE Sensex di Mumbai +1,2%. Ftse Straits di Singapore +1,7%.

Rimbalzano anche i prezzi delle materie prime: l’indice Bloomberg, che comprende le principali commodity, sale dello 0,2%. Il future della soia, che ieri ad un certo punto perdeva il 4%, stamattina guadagna lo 0,5%.

SALE IL PETROLIO, OGGI LE NOMINE IN SAIPEM

Il petrolio Brent sale dello 0,4%, a 68,3 dollari il barile. Stabili ieri in Piazza Affari Eni e Saipem. Oggi il cda della Cassa Depositi e Prestiti, oltre a decidere l’ingresso in Telecom Italia, affronterà il rinnovo dei vertici della società.

NUOVI RECORD PER IL LAVORO USA, IL DOW JONES RIMONTA

Wall Street è stata protagonista di un formidabile recupero dopo gli interventi dello staff della Casa Bianca: in avvio di seduta il Dow Jones era arrivato a perdere 500 punti, ma poi ha chiuso con un guadagno di 200 punti circa (+1%).

Arrivano intanto ottime notizie sul fronte dell’occupazione Usa. In attesa dei dati globali, in arrivo venerdì, i numeri del settore privato segnalano 241.000 nuovi occupati: il rallentamento dell’economia che si percepisce in Europa non riguarda gli Stati Uniti.

I MERCATI EUROPEI IN ROSSO, VERSO IL RECUPERO IN APERTURA

Seduta in profondo rosso per i mercati europei, zavorrati fin dall’apertura dalla notizia delle sanzioni cinesi sull’import dagli Usa. Delude anche l’inflazione dell’eurozona (+1,4%, come previsto). Il recupero di Wall Street non è stato sufficiente a portare in positivo gli indici europei prima della chiusura, ma il -0,2% dell’Eurostoxx, ha scritto Giuseppe Sersale di Anthilia, “sembra un sogno rispetto al -1,4% delle 12.30”. Oggi i futures segnalano partenza in rialzo.

Recupera anche Piazza Affari dai minimi (22.205 punti). Milano ha chiuso a -0,3%, a quota 22.442 punti, su un volume complessivo di scambi di 2,6 miliardi di euro (in linea con la vigilia).

Ancora in rosso gli altri mercati: Francoforte -0,37%; Madrid -0,38%; Parigi -0,2%. Londra è piatta (+0,05%), mentre Zurigo (-0,83%) è stata ancora una volta la peggiore.

ITALIA, TIMIDO AUMENTO DI OCCUPAZIONE E REDDITI

Dopo dieci mesi consecutivi di calo, a febbraio tornano a salire in Italia gli occupati a tempo indeterminato, in quello che potrebbe rappresentare un primo effetto positivo degli incentivi per le assunzioni permanenti per gli under 35 al primo contratto. A febbraio gli occupati sono cresciuti di 19.000 unità su base mensile (+0,1%), arrivando a quota 23,055 milioni, tenendosi sui massimi da circa quarant’anni.

Nel 2017 il potere di acquisto delle famiglie italiane secondo l’Istat è cresciuto dello 0,6% su anno. Nel quarto trimestre 2017 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,2%, con un aumento di 0,1 punti percentuali.

SOC GEN: SELL SUI BTP? TROPPO COSTOSO

In una ricerca di Société Générale si legge che è “troppo costoso stare corti di Btp per lungo tempo”, e le voci di banche e investitori di lungo termine che rientrano sull’Italia corrobora questa idea. Continua infatti lo stato di grazia dell’obbligazionario italiano: i Btp sovraperformano Germania e Spagna e registrano anche un nuovo massimo di contratto per il future. Lo spread con il Bund e il tasso del decennale aggiornano i recenti minimi, su flussi di acquisto che continuano a ignorare le incertezze legate alla politica.

IL DECENNALE SCENDE A 1,740. SPREAD AI MINIMI

Il differenziale di rendimento fra i decennali italiani e tedeschi ha proseguito nella sua discesa fino a toccare 125 punti base, portandosi così ai minimi dal 7 febbraio. Lo spread sul Bono è sceso fino a 59 punti base, minimo dalla prima settimana di marzo, contro 61 della chiusura precedente.

Il tasso del decennale italiano benchmark ha aggiornato i suoi livelli più bassi da dicembre, arrivando a 1,740%. Il future sul decennale Btp ha invece toccato i massimi di contratto a 139,36.

Dopo la Germania ieri (2,49 miliari di biennali) e in attesa della tornata italiana di metà aprile, si attivano oggi sul primario Francia (tra 7,5 e 8,5 miliardi a lungo) e Spagna (fino a 6,75 miliardi). La Grecia ha collocato 1,138 miliardi di euro di semestrali.

CDP OGGI DECIDE L’ACQUISTO DEL 5% DI TELECOM ITALIA

Sotto i riflettori oggi Telecom Italia: -0,13% ieri sul listino. A far salire la febbre sulla società in attesa dello scontro in assemblea tra Vivendi e il fondo Elliott è la notizia che oggi il consiglio di Cassa Depositi e Prestiti, con l’avallo dei governo e delle principali forze politiche (vedi Cinque Stelle e polo di centrodestra) approverà l’ingresso nel capitale della società con una quota attorno al 5% per “tutelare l’interesse nazionale”. Si allarga così il fronte dello scontro in attesa delle due assemblee (24 aprile e 4 maggio) in cui si si deciderà la composizione del nuovo cda alla luce dei rapporti di forza tra Vivendi (forte del 23%) e gli alleati del fondo Elliott (che di suo dovrebbe contrae più del 10%).

Intanto l’ad di Tim Amos Genish ha chiesto l’intervento dell’Antitrust contro l’accordo tra Sky e Mediaset, -0,97% ieri dopo i forti rialzi innescati dall’accordo con Sky. Esordio brillante per il Canale 20, l’ultimo nato del gruppo, in testa in prima serata grazie alla diretta di Juventus-Real Madrid. Il titolo Juventus (-5%) ha pagato sul listino la pesante sconfitta subita sul campo.

A sostenere il paniere principale sono state in pratica solo le utility, galvanizzate dallo stato di grazia del mercato obbligazionario. Avanza Snam (+0,8%) dopo l’annuncio di colloqui con Gazprom in vista di una prossima cooperazione. A2A +0,7%, Terna + 0,3%. Poco mossa Enel (+0,16%).

IL GRUPPO AGNELLI PAGA DAZIO: CNH -3,6%

Le tensioni sui dazi si sono fatte sentire sui titoli più esposti ai rischi di guerra commerciale: Cnh Industrial (-3,6%) è stato il titolo peggiore, in linea con Caterpillar (-3%) e John Deere (-4,5%) dopo la decisione di Pechino di includere a sorpresa le principali materie prime agricole, tra cui la soia (il future di riferimento è in calo del 4%), tra i prodotti colpiti. Le tensioni sui dazi alimentari hanno frenato pure La Doria (-6%) e Carraro (-4%).

In calo Fiat Chrysler (-0,5%), in linea con il comparto automotive europeo (-0,9%). Più marcate le flessioni di Ferrari (-1,6%) e di Exor (-2,3%). In controtendenza Sogefi (+3,2%) grazie al contratto per la fornitura del collettore per il raffreddamento della batteria per i veicoli elettrici del gruppo Renault-Nissan.

Tra i più colpiti dalla lettera Stmicroelectronics (-2,4%) sull’onda delle perdite iniziali dell’indice Philadelphia Semiconductor (-2,5% per poi recuperare fino a -1%): i semiconduttori Usa hanno una forte esposizione dei loro ricavi alla Cina.

BOCCATA D’OSSIGENO PER MPS, SALE ANIMA

Deboli le banche, in linea con il mercato. Finalmente una seduta positiva per Mps (+1,5%) dopo la lunga serie di flessioni costate al titolo un terzo del valore di mercato dal 9 febbraio. È l’effetto della migliore londinese dell’ad Marco Morelli che ha voluto rassicurare gli investitori: non sono previsti nuovi aumenti di capitale dopo quello da 5 miliardi (più trasformazione in azioni di bond subordinati per 4 miliardi) coinciso con l’intervento pubblico.

Nel gestito si fa notare Anima (+4,5%). Poste Italiane (+0,76%) sta valutando come tutelare i clienti che avevano sottoscritto il fondo Europa Immobiliare 1, dopo che la società di gestione del risparmio Vegagest ha sospeso il rimborso a fine marzo.

EFFETTO BUYBACK PER RECORDATI E DATALOGIC

Da segnalare anche Recordati (+0,95%) dopo l’annuncio dell’acquisto di azioni proprie per 6,8 milioni e l’upgrade ad outperform del titolo. L’avvio del buyback ha dato la scossa a Datalogic (+3,9%).

Tra le small cap brilla It Way (+11%) sulla scia di un accordo di esclusiva per cedere a Cognosec l’intero capitale delle due partecipate che distribuiscono prodotti di cyber security in Grecia e in Turchia per 10 milioni di euro in cash e azioni.

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