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Trimestrali Usa non scaldano la Borsa che attende la pace sui dazi

Malgrado l’exploit degli utili delle maggiori banche americane, le Borse restano in stand-by in attesa di capire i dettagli dell’accordo di domani tra usa e Cina sui dazi.

Trimestrali Usa non scaldano la Borsa che attende la pace sui dazi

Le due buone notizie che arrivano dall’altra parte dell’Atlantico non bastano a scaldare le Borse europee, men che meno Piazza Affari con l’indice FtseMib che chiude sostanzialmente invariato, in territorio positivo dello 0,13%, a sfiorare quota 24.000 punti. Stessa sorte anche per Londra, Parigi, Francoforte, nonostante l’attesa fumata bianca tra Usa e Cina sui dazi sia ormai ufficiale (anche se la giornata decisiva, per capirne i dettagli, è domani) e nonostante il possibile traino delle trimestrali delle banche statunitensi, che oggi hanno infilato una serie di exploit. A brillare sono state soprattutto JP Morgan, che ha chiuso il miglior anno mai registrato per una banca statunitense nella storia, e Citi, con l’utile che sfiora i 5 miliardi di dollari, in crescita del 15%. Flop invece per Wells Fargo, che dimezza i profitti e crolla anche a Wall Street.

Tornando su questa sponda dell’Atlantico, anzi nel Mediterraneo, pochissimo da segnalare sul mercato azionario italiano. La seduta è guardinga, con un leggerissimo sprint nel finale sostenuto da titoli come Moncler +2%, Azimut +1,7%, Prysmian +1,4% e Nexi +1,3%. Le performance comunque sono in ordine sparso, nessun settore si segnala in positivo o in negativo. I titoli peggiori sono Pirelli -3%, Banca Generali -2,1%, Tenaris e Leonardo -1,8%. Più o meno intonate le altre banche, a parte quella del Leone: Unicredit +0,8%, Intesa Sanpaolo +0,3%, mezzo punto percentuale in più per Ubi Banca e Banco Bpm.

Spread in ribasso: il differenziale di rendimento tra il Btp decennale italiano e il corrispettivo tedesco si assesta sui 150 punti base. L’euro è segnalato a 1.112785 dollari, mentre continua a deprezzarsi la sterlina: la valuta britannica è scesa sotto quota 1,3 contro il dollaro. Da inizio anno la valuta di Sua Maestà ha lasciato sul terreno il 2%, dopo il rally di Natale, quando sulla scia della schiacciante vittoria di Boris Johnson il pound era balzato sfondando quota 1,3 sulla moneta statunitense e riagganciando quota 1,2 con l’euro. La BoE sembra sempre più vicina ad un taglio dei tassi.

Materie prime: il petrolio riprende la sua ascesa. Oggi il Brent vale quasi 65 dollari al barile, dai 64.2 della chiusura di ieri, mentre il Wti cresce più modestamente, consolidandosi sopra i 58 dollari al barile. Arretra leggermente l’oro, che però rimane abbondantemente sopra la soglia dei 1.500 dollari l’oncia, per la precisione 1.543. Con questi venti di guerra, torna a confermarsi un ambito bene rifugio.

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