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Treviso, visita alla Galleria del Novecento: Museo Civico “Luigi Bailo”

DIAMO I VOTI AI MUSEI – Questo weekend FIRST Arte ci porta a visitare il Museo Civico “Bailo” di Treviso. La città che il sommo poeta Dante Alighieri, nel IX canto del Paradiso, narra dove incontra l’anima parlante di Cunizza da Romano che a lui si rivela per accanirsi contro la corruzione degli abitanti e profetizzando sciagure che colpiranno Padova, Vicenza e Treviso, “Là dove Sile e Cagnan s’accompagna”.

Treviso, visita alla Galleria del Novecento: Museo Civico “Luigi Bailo”

Il New York Times ha pubblicato recentemente un articolo che parla di Treviso come una città da visitare e dove trovare rifugio per fuggire dalla folla turistica di Venezia. Ma Treviso non è poi solo un’alternativa alla vicina città lagunare, perché Treviso è già di suo e da sempre una bellissima città dove poter trascorrere non solo poche ore ma intere giornate e apprezzare, musei e luoghi storicamente importanti. Il piacere di passeggiare tra antiche piazze, vie e fiancheggiare i diversi canali che la rendono unica e magica, è davvero impagabile.

Una città che custodisce veri scrigni di cultura con diverse sedi museali, come ad il Museo Santa Caterina con raccolte archeologiche e collezioni di arte medievale e moderna. Particolare interessante in questo luogo il ciclo di Affreschi delle “Storie di Sant’orsola” di Tomaso da Modena.

Inoltre, accanto alla Ca’ da Noal, dove si tengono anche mostre temporanee, è doveroso segnalare il Museo Luigi Bailo che originariamente fino al 1886 era un convento poi divenuto Museo Civico e riconsegnato alla città nel 2015 dopo una ristrutturazione davvero straordinaria, dove la modernità convive perfettamente con la storia e le opere sono custodite e gradevolmente esposte al suo interno.

Al suo interno i chiostri e in uno, quello a sud, vi troviamo la scultura di Arturo MartiniAdamo ed Eva” altri fungono da finestre tali da far sembrare il Museo uno spazio aperto. Dalla galleria principale segue un percorso espositivo ben organizzato, oltre 340 opere del secondo Ottocento e della prima metà del Novecento.

Il percorso inizia al primo piano con opere di artisti trevigiani con sale dedicate ai ritratti, ai paesaggi e opere scultoree. Qui troviamo artisti come Giovanni Apollonio, Luigi Serena, Vittore Cargnel, Guglielmo Ciardi con i figli Emma e Beppe.

Numerose le opere di Serena che ritrae la vita cittadina con scene quotidiane. Dipinti pieni di luce e colore, come lo splendido e suggestivoIl mercato dei fiori (1880-1882)”.

Poi ancora sculture di Antonio Carlini e Luigi Borro che anticipano quelle di Arturo Martini, il vero grande ospite e protagonista di questo museo.

Arturo Martini
Maternità

L’intera sua “Opera” viene illustrata partendo dal periodo giovanile per poi passare a momenti più importanti della sua carriera con opere importanti come “Maternità” e “Fanciulla piena d’amore”, il tutto corredato da opere grafiche e ceramiche quali vasi e altri oggetti – che venivano prodotte dalla fornace trevigiana Gregory – molto raffinate sia nelle forme sia nei colori.

Gino Rossi
Primavera in Bretagna, 1907
Olio su cartone in tela

Gli è accanto l’amico Gino Rossi, presente con una serie di opere famose come “Paesaggio asolano” e la bellissima “Primavera in Bretagna” che pur di piccole dimensioni sembra voglia essere la vera e grande protagonista di questo museo.

Luigi Borro
Ratto della sposa veneziana

Solo poco più in là in altre sale altri artisti: Nino Springolo, Guido Cacciapuoti, Alberto Martini, Lino Selvatico, Aldo Voltolin, Juti Ravenna, Giacomo Caramel, Arturo Malossi, Luigi Borro, Nando Coletti, Lino Bianchi Barriviera, Bepi Fabiano, Sante Cancian, Giovanni Barbisan e Carlo Conte.

Giovanni Barbisan
I rurali sono i nostri migliori amici
Opere esposta alla Biennale del 1936

In questo contesto museale, al piano terra, troviamo una mostra dedicata a Renato Nesi 1923 – 1999, dall8 giugno al 28 luglio 2019. Una antologica di 70 dipinti, disegni e incisioni. Molti i ritratti che diversamente ai paesaggi, ricchi di colore e incisivi, appaiono sfumati quasi l’artista volesse togliere la loro vera personalità. La mostra è curata da Eugenio Manzato e Raffaello. Per questa occasione vi è stata una donazione importante all’Amministrazione Comunale di Treviso,e di due opere “Autoritratto” del 1942 e “il piatto vuoto” del 1943.

Voto di FIRSTarte: 10 (*****) anche per la professionalità e gentilezza del personale presente.

Orario di apertura Museo Bailo
Da martedì a domenica 10.00-18.00
Chiuso lunedì

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