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Tre mine per il Governo: pensioni, corruzione, stabilità finanziaria

I partiti tentano il blitz per addolcire o stravolgere la riforma delle pensioni ma manca la copertura e Fornero cerca di stopparli – Sulla lotta alla corruzione scontro nel Governo tra Catricalà (appoggiato dalla Severino) e Patroni Griffi sul commissario straordinario e sui tempi di approvazione del provvedimento – Alta tensione anche sui tagli di spesa.

Tre mine per il Governo: pensioni, corruzione, stabilità finanziaria

Doveva essere un autunno caldo, ed ecco che la temperatura comincia a salire. Nelle ultime ore lo scontro politico si è acceso su tre dei capitoli più controversi in assoluto: la legge anti-corruzione, i tagli alla spesa e la riforma delle pensioni. I primi due temi riguardano provvedimenti che il governo deve ancora adottare, veri protagonisti di questa seconda parte di legislatura. La riforma della previdenza è invece andata in archivio l’inverno scorso insieme al primo decreto della squadra Monti, il salva-Italia, ma ora subisce l’attacco incrociato della politica. Non è però solo il clima da campagna elettorale ad agitare gli animi, allargando la frattura che divide l’esecutivo tecnico dai partiti di maggioranza. Nuovi dissidi nascono nelle file stesse del governo.

PENSIONI

In tema di pensioni, l’ex ministro Cesare Damiano ha proposto un disegno di legge per addolcire la riforma Fornero, introducendo una serie di scalini che permetterebbero ai lavoratori di ritirarsi fino al 2017 con 58 anni d’età e 35 di contributi. La proposta ha ottenuto l’approvazione unanime non solo della maggioranza (Pd, Pdl e Udc), ma perfino delle opposizioni (Idv e Lega). Un netto rifiuto arriva invece dall’esecutivo, che si prepara a bocciare il ddl per mancanza di copertura finanziaria

Il testo è passato in commissione Lavoro alla Camera e ora sbarca in Aula a Montecitorio. Damiano ha spiegato che la copertura richiesta è di 5 miliardi, ma per il momento manca il via libera della commissione Bilancio, che sta aspettando la relazione tecnica della ragioneria generale. E’ molto probabile che a questo punto arrivi lo stop al provvedimento. 

Damiano si è detto “stupito” dalle obiezioni del governo. Non c’é la copertura? “E allora il governo ne trovi un’altra”. Nel salva-Italia é previsto un risparmio di 12 miliardi grazie alla riforma delle pensioni: “Ne sono stati spesi 9 per gli esodati, quindi ce ne sono almeno 3”. In ogni caso, “non vogliamo smontare la riforma del ministro Fornero”, ha spiegato ancora Damiano. 

Intanto, l’agenzia Ansa ha diffuso una lettera dello scorso 7 agosto in cui Fornero scriveva al presidente della commissione Lavoro della Camera sulle proposte di modifica alla riforma delle pensioni. Il ministro chiedeva di compiere “ogni sforzo” per evitare il rischio di misure che, “se non adeguatamente comprese in sede internazionale, potrebbero avere l’effetto di compromettere gli sforzi di stabilizzazione finanziaria fin qui profusi dal governo e dal Parlamento”. 

ANTI-CORRUZIONE

Altro punto dolente per il governo in questa fase è il tormentato ddl anti-corruzione. Su questo fronte un nuovo contrasto si è aperto all’interno dello stesso esecutivo. Ieri il ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, ha smentito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, che in un’intervista al Messaggero aveva annunciato un emendamento al testo per istituire un supercommissario scelto dal governo ed eletto a maggioranza qualificata dal Parlamento.  

“In questo momento ritengo che la priorità assoluta sia la conclusione dell’iter parlamentare del disegno di legge – ha detto il ministro -. Ed è per questo che il governo ha presentato un emendamento soltanto relativo alla repressione della corruzione e quindi alla seconda parte del testo”. Il Guardasigilli Paola Severino ha appoggiato questa posizione: “Penso che un commissario anticorruzione sia una possibilità, ma potrebbe intervenire in un provvedimento diverso dal ddl anticorruzione. Ora la priorità è approvare il provvedimento”. 

A stretto giro è arrivata la retromarcia di Catricalà: “Se la proposta dovesse essere causa di ritardi, allora si può prevedere di inserirla nella legge di Stabilità. Non c’è nessun contrasto con Patroni Griffi, con il quale ho concordato parola per parola l’emendamento e ho concordato la nuova disposizione”. 

Intanto il Pdl ha presentato nuovamente due emendamenti controversi a firma del senatore Luigi Compagna. La prima proposta è detta “Salva-Ruby“, perché vanificherebbe il processo in cui è imputato Silvio Berlusconi, e viene avanzata per la quarta volta. L’obiettivo è prevedere il danno patrimoniale come condizione perché si concretizzi il reato di concussione, il cui peso sarebbe inoltre alleggerito modificando un semplice avverbio nella definizione del capo d’accusa. Il secondo emendamento è stato ribattezzato invece “Anti-Batman” (con riferimento a Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio oggi in carcere con l’accusa di peculato) e prevede di inasprire le pene per il pubblico ufficiale che si appropri di fondi pubblici. 

Il Pd ha chiesto invece di inserire nel ddl altre tre norme: falso in bilancio, autoriciclaggio e voto di scambio.

TAGLI ALLA SPESA 

Sul versante della finanza pubblica, infine, la battaglia è con i sindacati. Nel Consiglio dei ministri di questo pomeriggio si discuterà su come trovare altri 10 miliardi di euro, di cui 6,5 per evitare l’aumento dell’Iva a luglio e il resto per spese inderogabili come la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia. Fondi da reperire con nuovi tagli su sanità (1,5 miliardi), enti locali (2 miliardi alle Regioni e altri 2 ai Comuni, questi ultimi però ricompensati con un pari importo di gettito Imu ora dello Stato) e lavoratori statali (altro blocco triennale delle retribuzioni individuali e niente rinnovo contrattuale nel 2013). Le sforbiciate dovrebbero confluire nella nuova legge di Stabilità 2013.  

La Cgil però non ci sta: “Tagliare ancora il finanziamento alla sanità sarebbe da irresponsabili”, dicono dal sindacato di Corso d’Italia. Un argomento che trova d’accordo anche il ministro della Sanità, Renato Balduzzi, il quale ricorda come il suo dicastero abbia già dovuto “fare dei sacrifici con la spending review”. 

Secondo Susanna Camusso, leader della Cgil, la legge di stabilità è una “manovra mascherata” e “se non ci saranno risposte su reddito e lavoro, la mobilitazione proseguirà fino allo sciopero generale”. 
 

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