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TOP E FLOP DEL MERCATO: gioie e delusioni di Juve, Roma, Lazio, Milan, Inter, Fiorentina e Napoli

Fuochi d’artificio in estate, fischi in autunno per i colpi del mercato – La Juve sorride per Cuadrado, Khedira e Dybala, molto meno per Hernanes. L’Inter festeggia Jovetic ma non Kondogbia. Nel Milan bene Kucka, male Bertolacci. Nella Roma brilla Salah ma non Dzeko; la Fiorentina ringrazia Paulo Sousa e Kalinic, la Lazio Milinkovic e il Napoli Allan

TOP E FLOP DEL MERCATO: gioie e delusioni di Juve, Roma, Lazio, Milan, Inter, Fiorentina e Napoli

Fuochi d’artificio e tappeti rossi in estate, critiche e fischi in autunno. E’ la dura vita dei “colpi” di mercato, passati da salvatori della patria a capri espiatori perfetti in meno di due mesi. D’altra parte però è anche vero il contrario: c’è chi ha mantenuto le promesse o, nel migliore dei casi, fatto ben di più di quanto non ci si aspettasse alla vigilia. Sfruttiamo allora la sosta per tornare sul mercato e fare un bilancio sui top e flop della nostra Serie A.

FIORENTINA

Partiamo dalla più grande sorpresa del campionato, la capolista che non ti aspetti. Il rendimento del gruppo è stato altissimo a cominciare da Paulo Sousa, tecnico arrivato tra i fischi (gli veniva rimproverato il passato juventino) e diventato, nel giro di poco tempo, vero e proprio idolo della Fiesole. Dei nuovi acquisti piacciono soprattutto Kalinic e Blaszczykowski, capaci di imporsi nel collettivo viola con la forza dei campioni. E dire che il croato, arrivato in estate dal Dnipro per 5,5 milioni, era stato accolto con scetticismo e indifferenza e che il polacco, preso dal Borussia Dortmund per 7 milioni, sembrava il classico scarto della Bundesliga. Tutto il contrario di Mario Suarez, salutato in estate come l’unico colpo di Pradè e passato, in poche settimane, da punto fermo dell’Atletico Madrid a panchinaro fisso nella viola di Sousa.

INTER

Il top è sicuramente Stevan Jovetic, sin qui il colpo più riuscito della premiata ditta Ausilio-Mancini, ma anche Felipe Melo merita di stare nella parte “buona” della classifica. I due hanno portato rispettivamente gol (3 per Jo-Jo prima che il retto femorale tradisse) e carattere, oltre a un equilibrio tattico scalfito solo in parte dalla debacle Fiorentina. Nei flop invece entrano di diritto Kondogbia e Ljajic, al momento incapaci di giustificare i soldi spesi per portarli a Milano. Colpiscono soprattutto i 36 milioni per il francese, fin qui del tutto spropositati per quanto visto in campo. Nel limbo del purgatorio Perisic, Biabiany e i difensori Miranda, Murillo e Alex Telles: presto però il giudizio arriverà anche per loro.

LAZIO

Capitolo a parte quello della Lazio di Pioli, più che altro perché il mercato è stato davvero di basso profilo e ha inciso poco o nulla sull’undici titolare. La realtà, infatti, è che i biancocelesti hanno ripreso a correre quando sono rientrati i titolari, su tutti Biglia, Djordjevic e Candreva. L’eccezione è rappresentata da Milinkovic, unico acquisto estivo in grado di ritagliarsi uno spazio e portare un valore aggiunto alla rosa. Da valutare il giovane Kishna (qualcosa di buono s’è visto) e Matri (due gol per lui prima di ritornare in panchina per far posto a Djordjevic), bocciati invece Hoedt (a Formello non vedono l’ora di riabbracciare De Vrji) e Morrison (si parla più delle sue bizze che del suo rendimento).

ROMA

Rendimento altalenante per gli acquisti giallorossi, in perfetta simbiosi con quello della squadra. Anche qui, come nel caso dell’Inter, a fare notizia è soprattutto il flop del rinforzo più atteso, quell’Edin Dzeko accolto come un re e ora nel mirino di critica e tifosi. Prima dell’infortunio infatti il suo rendimento era stato piuttosto deludente: un solo gol (ad agosto contro la Juve) e tante prestazioni insufficienti, giustificate solo in parte dalle difficoltà della squadra. Male anche Rudiger, tanto che Garcia preferisce arretrare De Rossi piuttosto che affidarsi a lui. Nei top invece nessuna sorpresa: a brillare, come da previsioni, è soprattutto Salah. Non sarà il Messi d’Egitto come lo soprannominano in patria ma il giocatore vale, eccome se vale. Bene anche Szczesny, per quanto gli errori di Borisov impediscano elogi sperticati nei suoi confronti.

NAPOLI

Top e flop inattesi anche per il Napoli di Sarri, ironia della sorte tradito proprio dal suo uomo di fiducia. La delusione, infatti, corrisponde al nome di Valdifiori, arrivato da Empoli per spiegare ai compagni il gioco dell’allenatore e ritrovatosi invece ad ammirarlo dalla panchina. Così così anche l’inserimento di Hysaj, comunque capace di scalzare Maggio dall’undici titolare e di Chiriches, ormai riserva fissa di Koulibaly. Le grandi gioie arrivano invece da Allan e Reina, e se sul portiere spagnolo c’erano pochi dubbi così non era per il brasiliano. Tutta l’estate a parlare di Valdifiori per poi ritrovarsi a ottobre ad ammirare lui, grande valore aggiunto del centrocampo partenopeo. I gol a Lazio e Milan, ma soprattutto polmoni e cervello. Il tutto al servizio di Insigne, Higuain e Callejon, diventati devastanti come non mai. Insomma 12 milioni spesi bene, anzi benissimo.

MILAN

Il top è Kucka e questo basterebbe già a spiegare molto della crisi rossonera. Scherzi a parte, il Milan è in grande difficoltà e sotto accusa c’è proprio il mercato. Sono stati 86,5 i milioni investiti per rinforzare la squadra ma, tra San Siro e Milanello, non se n’è accorto quasi nessuno. Fa sorridere poi che gli acquisti migliori, rendimento alla mano, siano stati quelli meno costosi: Kucka appunto (dal Genoa per 3 milioni) e Balotelli (prestito gratuito dal Liverpool). Supermario, sin qui, ha fatto bene ma i 229 minuti giocati sono ancora pochi per dare un giudizio. In purgatorio, in netta discesa rispetto agli inizi, ci sono Bacca, Luiz Adriano e Romagnoli: partiti bene (soprattutto i due attaccanti) si sono piano piano amalgamati alla mediocrità generale. Il flop però è un altro e qui sì che il portafoglio di Berlusconi sembra gridare vendetta. Parliamo di Bertolacci, sin qui simbolo di un Milan in grandissima difficoltà, ben oltre le più pessimistiche previsioni. I 20 milioni sborsati all’amico Preziosi sembravano già tanti in estate, ora sono diventati semplicemente assurdi. San Siro lo ha già preso di mira, a lui il compito di farlo ricredere.

JUVENTUS

Anche qui c’è poco da sorridere, nonostante gli ultimissimi risultati inducano a un cauto ottimismo per la ripresa dei giochi. Che quello della Juve fosse un mercato difficile lo si sapeva, d’altronde in una rivoluzione di tale portata gli errori sono quasi scontati. Sul banco dei “cattivi” finiscono Hernanes e Alex Sandro, il primo (dall’Inter per 11 milioni) lento e impacciato come non mai, il secondo oggetto misterioso e riserva fissa. Visti i 26 milioni spesi per strapparlo al Porto ci si aspettava molto di più, al momento però del brasiliano s’è visto poco o niente. Nei top invece finiscono di diritto Cuadrado e Khedira, non a caso tra i pochi a salvarsi dalla bufera bianconera. Il colombiano è ai livelli della Fiorentina, il tedesco sembra quello dei tempi di Madrid, quando Mourinho non lo toglieva neanche sotto tortura. Bene, ma non benissimo, Dybala: il rendimento è buono, peccato però che Allegri lo veda a fatica tra i titolari. Da rivedere Mandzukic, Zaza e Lemina, con il croato appena sufficiente fino all’infortunio (1 gol in Champions, 0 in campionato) e gli altri due costretti alle briciole lasciate dai compagni.

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