Condividi

Tlc Italia, sorpresa: investimenti e ricavi in ripresa, crollano i prezzi

il rapporto Asstel delinea un quadro in netto miglioramento per il settore dopo anni difficili. La spinta della banda ultralarga e della rete in fibra ottica. Telefonare con il cellulare costa il 37% in meno rispetto al 2010

Tlc Italia, sorpresa: investimenti e ricavi in ripresa, crollano i prezzi

Sorpresa: dopo anni di cura dimagrante, nelle Tlc in Italia tornano a crescere investimenti e ricavi. I primi, spinti dall’infrastruttura in banda larga e ultralarga degli operatori fissi e mobili, sono aumentati del 9% nel 2015 sull’anno precedente; i secondi sono saliti dell’1% contro il calo del 5% registrato nel 2014. Sono i dati più significati emersi dal Rapporto Asstel, elaborato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano sulla base delle indicazioni delle parti sociali e dei dati forniti dalle imprese associate ad Asstel, presentato lunedì a Roma dalla presidente dell’associazione confindustriale Dina Ravera insieme ai segretari generali di Slc-Cgil, Massimo Cestaro, Fistel-Cisl, Vito Vitale, Uilcom-Uil, Salvatore Ugliarolo.

 “Dopo anni di forte calo, la filiera TLC ha registrato nel 2015 una stabilizzazione dei ricavi, passati dal -5% del 2014 a +1%, a cui si è affiancato un grande sforzo di investimenti da parte degli Operatori nello sviluppo della banda ultralarga che ha raggiunto il valore più alto dal 2008 –  ha affermato Ravera – Fra i fattori principali che stanno concorrendo a produrre questo nuovo scenario, gioca un ruolo importante la crescente attenzione del Governo sul tema, che ha condotto anche all’introduzione di misure per la semplificazione normativa per la posa in opera della fibra ottica, che gli operatori attendevano da tempo.  A riprova che un quadro di certezze normative è essenziale per stimolare gli investiment”.

Certo, la filiera Tlc ha pagato un duro prezzo alla crisi con la perdita di quasi 11 miliardi di ricavi tra il 2008 e il 2015, pari al 20% del valore iniziale. Ma il segnale arrivato lo scorso anno è molto incoraggiante. Il quadro che delinea il Rapporto evidenzia “la strategicità di perseguire gli obiettivi del Piano Industria 4.0 che è volto a dotare il Paese di un piano per la trasformazione digitale delle imprese italiane, cosi come la filiera delle Telecomunicazioni sollecitava da tempo”. 

Ricavi

La filiera italiana delle Tlc, che comprende gli operatori di rete fissa e mobile, i fornitori di terminali, di apparati e di servizi di rete, le aziende di software per le telecomunicazioni, le infrastrutture di rete e le aziende di Contact Center, nel 2015, dopo anni di calo, cresce dell’1% rispetto all’anno precedente, assestandosi attorno a un valore di 42,7 miliardi di euro. E’ un segnale positivo, considerato che dal 2008 al 2014 il segno era sempre stato negativo e sono stati “bruciati” complessivamente oltre 11 miliardi di euro (21% del valore iniziale). 

Il risultato del 2015 è raggiunto principalmente grazie ad una riduzione limitata (-2,5%) dei ricavi di TLC fissa e a una sostanziale stabilità dei ricavi di TLC mobile (+0,7%). In crescita tutte le altre categorie di attori della filiera: +2,5% i ricavi da Contact Center da committenti TLC, +8% quelli da fornitori di apparati, +8% le vendite di terminali, +5% i ricavi legati all’infrastruttura e +6% quelli del comparto IT.

Nello specifico i ricavi degli Operatori TLC dopo anni di forte contrazione, si avvicinano alla stabilizzazione: nel 2015 scendono dello 0,9%, perdendo circa 300 milioni di euro.  Il calo è imputabile al mercato fisso (-0,4 mld €) ed in particolare alla fonia fissa. Per gli operatori gli anni dal 2007 al 2015 hanno comportato una perdita di oltre 14 miliardi di euro, pari al 31% del valore iniziale. Il mobile ha perso il 33% pari a quasi 8 miliardi di euro; il fisso il 29% pari a 6,4 miliardi di euro.

Per quanto riguarda l’uso della rete mobile, è interessante notare che negli ultimi due anni è in crescita costante la componente della spesa relativa ai bundle – i pacchetti di offerta comprensivi di voce, dati ed eventuali servizi –  che nel 2015 vale da sola più della metà dei ricavi totali.

Investimenti

In questo scenario, gli investimenti (Capex) degli Operatori di TLC hanno continuato a crescere: nel 2015 segnano un +9% (600 milioni in più del 2014) per un totale di 6,6 miliardi di euro. Cresce quindi anche l’incidenza degli investimenti sui ricavi, arrivando nel 2015 al 21%, il valore più alto raggiunto da 8 anni a questa parte. Nel 2015 a tali investimenti si aggiungono circa 600 milioni di euro legati all’acquisto e al rinnovo delle licenze per la rete. Sommando anche questa voce la quota degli investimenti aumenta del 19% e pesa il 23% dei ricavi.

Banda larga fissa base
Secondo i dati della Commissione Europea la copertura della banda larga fissa base sul totale abitazioni a metà 2015 è pari al 99,3%, dato superiore alla media europea; è stato, quindi, di fatto raggiunto il primo obiettivo della Agenda digitale europea.

L’utilizzo, invece, stimato come numero di sottoscrizioni sul totale popolazione, è pari al 24,1% contro una media europea del 31,6%, mentre se si considera la percentuale di sottoscrizioni per abitazioni, l’Italia risulta ultima in Ue28 con un valore pari al 53%, a fronte di una media europea del 72%. Va rilevato che ciò è dovuto anche al fenomeno di sostituzione del fisso con il mobile che nel nostro Paese è particolarmente rilevante.

Banda ultralarga fissa > 30 Mbps

Nel corso del 2014 e del 2015 gli investimenti degli Operatori sono stati significativi, permettendo di raggiungere il 44% delle abitazioni con banda ultralarga superiore a 30 Mbps a giugno 2015. Da dicembre 2013 a giugno 2015 la copertura è aumentata di ben 23 punti percentuali, segnando una velocità di crescita più elevata rispetto alla media Ue28 (+9 pp).  Ora talloniamo la Francia, la cui copertura è pari al 45% delle abitazioni, mentre rimane il gap di copertura rispetto alla media Ue28 (71%) e verso i principali Paesi: Regno Unito (91%), Germania (81%), Spagna (77%).

L’utilizzo invece è in coda alla classifica Ue: a luglio 2015 le sottoscrizioni riguardavano appena l’1,3% della popolazione e segnavano un tasso di crescita di appena 0,8 pp rispetto all’anno precedente. Ciò a fronte di una media Ue28 che vede la percentuale di utilizzo al 9,5% con un tasso di crescita di 2,6 pp.

Banda ultralarga mobile (4G, Lte)

Secondo i dati GSMA Intelligence la copertura della popolazione con reti Lte è arrivata nel primo trimestre del 2016 al 95% della popolazione italiana, quando l’anno precedente il valore era pari all’84%. Facendo un confronto con i principali Paesi europei emerge che l’Italia ha un tasso di copertura nell’EU5 inferiore solo a UK (che è arrivato al 98%), mentre supera quello della Germania (91%), della Spagna (90%) e della Francia (81%). Questa eccellenza italiana subisce un rovescio totale nel caso della penetrazione delle sim 4G che per l’Italia è la più bassa tra i Paesi EU5 (11% contro una media Ue5 del 23%).

Il traffico e i prezzi: aumenta il primo, crollano i secondi

Traffico – Nel 2015 continua la crescita (+27%) dei volumi di traffico dati da rete fissa. I volumi di traffico dati da fisso valgono più di 10 volte i volumi di traffico dati mobile, che comunque presenta trend in forte salita, superando nel 2015 quota 750 Petabyte (+44% rispetto al 2014). Dal 2010 ad oggi il traffico dati mobile è cresciuto di quasi il 500%. Traffico dati che viene utilizzato anche per usufruire di servizi di comunicazione via Internet, con conseguente calo vertiginoso del numero di Sms inviati da dispositivi mobili (-27%).

Tariffe – Le telecomunicazioni sono le uniche utilities a presentare un livello dei prezzi inferiore a quello del 2010. I dati Istat mostrano un crollo dei prezzi tra il 2010 e il 2015: -13% per i prezzi di Telecomunicazioni fisse e ben -37% per le Telecomunicazioni mobili. In merito alla dinamica dei prezzi al consumo delle Telecomunicazioni mobili, Asstel ha condotto un’analisi con il Centro V. Volterra dell’Università di Roma Tor Vergata nel corso del 2015, che ha permesso di ricostruire la serie storica per il periodo 2011-14 includendo nell’indice dei prezzi anche le opzioni che permettono al cliente di acquistare un pacchetto predefinito di servizi voce e dati ad un prezzo fissato (formule non incluse nelle rilevazioni Istat fino al 2013 e introdotte solo negli ultimi due anni nell’indice dei prezzi) e includendo anche le tariffe del quarto operatore mobile (che Istat ha solo recentemente incluso). Secondo questa analisi tra il 2011 ed il 2014 i prezzi delle telecomunicazioni mobili sono calati del 49%.

Contact Center in Outsourcing

Per quanto riguarda i ricavi da Contact Center in outsourcing considerando tutti i committenti e non solo il settore TLC, questi registrano, nel 2015 una crescita, seppur molto modesta. Il comparto degli Operatori TLC nel 2015 pesa circa il 39% del totale mercato. Nel 2015 sono aumentati in maniera significativa gli investimenti dei principali operatori di Contact Center che lavorano per committenza TLC (+17% rispetto al 2014) a dimostrazione della volontà delle aziende di investire su soluzioni hardware e software che aumentino la produttività della forza lavoro (ad esempio con tecnologie di automazione) e la customer experience (ad esempio attraverso l’integrazione di nuovi canali di contatto) e garantiscano elevati standard di qualità. Peraltro, a fronte di questo, per tali operatori la marginalità è in forte calo (-22% sul 2014) e vale il 5% dei ricavi totali.

 Occupazione

Andamento – L’occupazione nella filiera delle TLC in Italia nel 2015 è cresciuta dello 0,5% per un totale di circa 123.000 addetti (il tasso era stato di -1% nel 2014). Si evidenzia in particolare, una stabilità (-0,1%) occupazionale nel comparto degli operatori di TLC che, con poco più di 66 mila dipendenti copre poco più della metà degli addetti al settore, un incremento degli addetti dei Contact Center (+5,6%, 23.600 addetti), legato anche a fenomeni di consolidamento che hanno caratterizzato alcune grandi realtà che operano per le Telco, e una riduzione invece degli addetti dei fornitori di apparati (-4,5%, 9.900 addetti).

Età anagrafica – Continua a crescere l’età anagrafica dei dipendenti della filiera TLC: più del 60% ha oltre 40 anni (contro il 49% del 2010). Di contro si riduce la quota degli under 30: da 13% a 6% in 5 anni. Discorso analogo per l’anzianità aziendale: il 64% dei dipendenti ha più di 10 anni di anzianità (nel 2010 era il 53%), contro solo il 13% che è in azienda da meno di 5 anni (era il 21% nel 2010).

Smart Working –  Lo Smart Working non rappresenta solo un’opportunità di business per gli Operatori TLC, in quanto provider di servizi tecnologici che abilitano questa nuova modalità di lavoro, ma è anche un’occasione per le aziende di raggiungere maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità e al tempo stesso per i lavoratori di migliorare le condizioni di lavoro, anche attraverso la diffusione di misure di Work-life Balance. Infatti, i progetti più estesi di Smart Working, in termini di persone coinvolte, si trovano oggi fra gli operatori Tlc.  Ads Group, Gruppo Cellnex, Ericsson, Fastweb, Vodafone, Wind, Sielte, Telecom Italia sono fra le aziende protagoniste con i proprio progetti di Smart Working che coinvolgono già migliaia di lavoratori, alle quali si stanno via via aggiungendo gli altri operatori della filiera. 

Commenta