Condividi

Tim svela la rete in fibra e Open Fiber potrebbe acquistarla

Rincorsa tra i due gruppi sullo sviluppo della rete ultraveloce. Tim ha deciso di pubblicare i dati sua rete ma Open Fiber è più avanti per numero di abitazioni collegate in fibra ottica. E a fine mese è attesa la chiusura del finanziamento jumbo da 3,5 miliardi che darà un ulteriore accelerazione alla realizzazione del network

Tim svela la rete in fibra e Open Fiber potrebbe acquistarla

La rete superveloce in fibra ottica torna al centro delle grandi manovre nelle Tlc. E con esiti che potrebbero essere clamorosi: come la possibilità che sia Open Fiber (OF) ad acquistare la nuova rete di Tim. A scatenare le ultime mosse è stata, non c’è dubbio, l’accelerazione impressa dalla società controllata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), guidata da Elisabetta Ripa, che sta portando avanti a ritmi intensivi la copertura dell’Italia, non solo nelle aree commercialmente più appetibili (A e B) ma anche in quelle a fallimento di mercato (C e D). E’ un’escalation che ha spinto anche Tim ad accelerare i tempi e a capovolgere, nel giro di pochi mesi, la propria posizione rispetto allo sviluppo della nuova rete. Proprio ieri, lunedì, Tim ha reso operativo il nuovo sito (https://rete.gruppotim.it/) che aggiorna in tempo reale sullo sviluppo della copertura, e sulle modalità con cui avviene, dell’ex monopolista.

Sarà anche perché l’Ad Amos Genish deve tenersi in equilibrio tra le richieste del nuovo socio Elliott, dopo il ribaltone che ha portato in Cda Fulvio Conti e Luigi Gubitosi, e quelle di Vivendi, rimasto primo azionista ma con una rappresentanza di minoranza in consiglio; sarà poi perché è nell’interesse di Genish accreditarsi anche con il nuovo governo favorevole a unificare in un unico soggetto la nuova rete in via di realizzazione; sarà infine perché la linea di Franco Bassanini (ex presidente dei Cdp e attuale presidente di Open Fiber – quella di un’unica rete nazionale, separata dagli operatori ma che fornisca a tutti collegamenti all’ingrosso – è la più razionale ed efficiente dal punto di vista del risparmio sui costi. O saranno tutte quante queste cose insieme, ma è certo che lo scenario è completamente cambiato rispetto a qualche mese fa. Anzi, ribaltato.

Tanto per cominciare, Tim – che prima non voleva sentir parlare di condividere la rete con chicchessia – ha aperto sullo scorporo del proprio network e poi alla possibilità di alleanze conservando il controllo. Il passo successivo e recentissimo è stata la nascita di Flash Fiber (80% Tim, 20% Fastweb) che copia il modello Open Fiber e punta, cioè a costruire la rete in fibra per poi affittare i collegamenti innanzitutto ai suoi azionisti ma anche agli altri operatori, nella misura in cui vi sia capacità eccedente le esigenze dei due partner. La novità è che, mentre Tim ha sempre sostenuto che fosse percorribile il modello di rete FTTC (Fiber to the cabinet) , con Flash Fiber ha invece sterzato esclusivamente sull’FTTH (Fiber to the home), il solo in grado di garantire connessioni da 1 Gigabit al secondo.

Ma cosa può succedere ora? L’Enel ha detto e ripetuto che non è interessata ad una fusione con altri operatori. E Elisabetta Ripa, in totale sintonia con Franco Bassanini che lo sostiene da sempre, conferma che il ruolo di Open Fiber è di essere “terza” rispetto agli operatori e di avere anzi come missione l’attività di rivendita di connessione ultraveloce wholesale a chiunque ne faccia richiesta. E allora? La via d’uscita, che non sarebbe invisa al vertice Enel, resta solo una: l’acquisto della rete in fibra di Telecom Italia da parte di OF .

Resta però un’ultima considerazione da fare: Open Fiber, con la sua accelerazione, ha collegato in Ftth 3,1 milioni di case e conta di cablarne 4 milioni a fine anno, avanzando ad un ritmo di 35 mila nuove case collegate a settimana e con una ramificazione che tocca i grandi centri come i piccoli. Flash Fiber è molto più indietro se è vero che può contare solo su un milione di case cablate al suo attivo. Tim ha pubblicato i suoi dati: 2,3 milioni di case collegate in FTTH in 30 grandi città a fine 2017 (incluso il milione di Flash Fiber). In pratica c’è un discreto scostamento tra i due big e questa distanza si ripercuote anche sui piani industriali. E’ una vera corsa contro il tempo e il tempo, come si dice, è tiranno. Tanto più che Open Fiber conta di chiudere il finanziamento jumbo da 3,5 miliardi entro fine mese. E metterà le ali al piano industriale.

Infine una sorpresa: nel sito Tim le province che generano più traffico sono Napoli, Crotone e Palermo, seguite da Prato, Siracusa, Brindisi, Reggio Calabria, Foggia, Catania e Taranto.  Il Sud naviga più del Nord.

 

Commenta