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Tim: nuovi fondi internazionali in vista, attesa della risposta di KKR, si scalda il confronto con Dazn

In attesa della risposta di KKR a Tim nuovi fondi internazionali guardano con interesse alla compagnia telefonica mentre si scalda il fronte Dazn che potrebbe avere uno sbocco legale

Tim: nuovi fondi internazionali in vista, attesa della risposta di KKR, si scalda il confronto con Dazn

Dopo l’avvio del dialogo con KKR aperto dal cda di domenica scorsa, il vertice di Tim è in attesa di una risposta del fondo internazionale sulle domande poste in relazione al finanziamento e agli effetti sul debito della stessa Tim dell’eventuale offerta per la prima compagnia telefonica italiana. Le indiscrezioni dicono che la risposta dovrebbe arrivare a breve.

Tim e Kkr, il punto cruciale della partita: alleanza o scontro?

Il punto dell’intera partita avviata dalla manifestazione di interesse di KKR, preludio di una possibile Opa amichevole sul 100% delle azioni di Tim a 0,505 euro ad azione (ma quel prezzo vale ancora?), con prima risposta del cda di Tim di domenica scorsa, è chiaro: di fronte al nuovo piano industriale di Tim, presentato dall’Ad Pietro Labriola, che solo a giugno potrà però essere completato dai numeri anche in vista di un possibile percorso verso la rete unica con Open Fiber, KKR è interessata a studiare forme di collaborazione con Tim (come già sulla rete secondaria di Fibercop) o intende proseguire per la sua strada dando corpo al progetto di Opa?

Nuovi fondi internazionali verso Tim

Solo le prossime interlocuzioni tra Tim e KKR risponderanno alla domanda chiave che anima una delle più interessanti sfide della finanza italiana di questo tribolato 2022.

In attesa che si chiariscano i rapporti tra Tim e il fondo americano, ci sono però altri fondi pronti a entrare in campo. Uno, secondo quanto riferisce stamattina Il Sole 24 Ore, è il fondo americano Gip (Global Infrastructure Partner) che ha chiesto informazioni a Cdp, azionista cruciale di Tim ma anche di Open Fiber, in vista possibile realizzazione della rete unica. È proprio alla rete che il gruppo americano è interessato e che sta sondando il terreno per un suo eventuale ingresso in NetCo, la società della rete in cui il piano Labriola pensa di dividere il gruppo Tim separando rete e servizi ma senza uscire dalla Borsa. Ma Gip non è l’unico fondo internazionale attratto dalla maggior rete infrastrutturale italiana di teleconunicazioni.

Anche Macquarie, il fondo australiano che è già nel capitale di Open Fiber, ha i riflettori puntati sulla rete unica.

Altri fondi internazionali sono invece interessati all’attività dei servizi di Tim soprattutto quando la compagnia, accanto a NetCo, costituirà un’apposita società dei servizi (ServCo) che comprenderà la newco dei servizi Noovle, Olivetti, Telsy, il mobile, il business e il consumer di Tim e Tim Brasil). In particolare il fondo Cvc sembra interessato ad alcuni asset di ServCo.

Il contenzioso Tim-Dazn

In casa Tim e attorno a Tim il fermento sta dunque crescendo ma sta crescendo anche il contenzioso con Dazn, dopo che un aggiornamento dei conti ha convinto Tim che il break even dell’investimento della stessa Tim in Dazn non sarà raggiunto nel primo triennio. Tim chiede a Dazn, che nel frattempo ha ingaggiato Franco Bernabè – già presidente ed Ad di Telecom Italia – come strategic advisor, di abbassare il minimo garantito di 340 milioni annui. Se non si arriverà a un accordo in tempi brevi, la via – sostiene Il Sole 24 Ore – sarà quella della carte bollate.

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