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Tim, la plusvalenza Inwit fa brillare l’utile

Approvata dal cda di Tim la Relazione finanziaria al 31 marzo 2020 – Grazie alla plusvalenza legata alla cessione di una quota di Inwit, l’utile balza a 591 milioni di euro (+216%), la generazione di cassa a 923 milioni nel trimestre e l’indebitamento netto si riduce ma nel primo trimestre dell’anno l’effetto Coranavirus pesa su fatturato ed ebitda

Tim, la plusvalenza Inwit fa brillare l’utile

Tim ha chiuso il primo trimestre con un utile netto reported più che triplicato su base annua, a 591 milioni di euro (+216%). Decisiva per questo risultato la plusvalenza netta da 441 milioni realizzata grazie alla fusione di Inwit con Vodafone. Inoltre, spiega la società in una nota, il risultato netto reported attribuibile ai soci della controllante ha raggiunto quota 560 milioni (+239%), beneficiando della riduzione di ammortamenti, oneri finanziari e tasse.

Il fatturato è sceso invece a 4 miliardi di euro (-8,4%), a causa della chiusura forzata dei negozi a partire da marzo, quando ha avuto inizio l’emergenza coronavirus. I ricavi da servizi si sono attestati a 3,7 miliardi (-6,6%), l’ebitda organico a 1,8 miliardi (-7,5%, contro il -7,1% previsto in media dagli analisti) e l’indebitamento finanziario netto a 26,7 miliardi (in diminuzione di 923 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019 e di 1,8 miliardi rispetto al primo trimestre dell’anno scorso).

Al calo del debito ha contribuito, oltre alla generazione di cassa operativa ottenuta anche con l’ottimizzazione del capitale circolante, il deconsolidamento del debito della società delle torri Inwit, pari 643 milioni di euro. L’operazione ha più che compensato il sorgere del nuovo debito per locazioni finanziarie verso Inwit, ora società a controllo congiunto (368 milioni di euro) a fronte della contemporanea chiusura di contratti di locazione finanziaria verso Vodafone (214 milioni di euro).

A fine marzo, le linee mobili Tim attive in Italia erano in tutto 30,5 milioni, in calo dell’1,2% rispetto al trimestre precedente. Anche in questo caso, la società spiega la flessione con l’impatto delle chiusure per il coronavirus.

Nel ramo della telefonia fissa, invece, prosegue la migrazione dei clienti verso la banda ultralarga, che ha registrato una crescita di 119mila utenti. Il numero complessivo di linee fibra ha raggiunto quota 7,3 milioni, con un aumento del 22% su anno e del 5% rispetto al periodo ottobre-dicembre.

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