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Tim e Vodafone vendono l’8% di Inwit

Completata con successo l’operazione di accelerated bookbuilding delle due compagnie telefoniche per ridurre la loro partecipazione azionaria nella società delle torri, senza perderne il controllo: le loro quote scenderanno dal 37,5% al 33,2% con un incasso di 400 milioni per ognuna.

Tim e Vodafone vendono l’8% di Inwit

Tim e Vodafone hanno completato con successo la vendita dell’8% di Inwit. Una quota del 4% delle azioni di Inwit (Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A.) detenuta da ciascuna delle due compagnie telefoniche è stata messa sul mercato attraverso una procedura di accelerated bookbuilding, riservata ad investitori istituzionali. Vodafone e Telecom attualmente detengono una partecipazione ciascuna pari 37,5% del capitale sociale di Inwit e, a seguito del completamento dell’offerta, continueranno a mantenere il controllo congiunto e a detenere una partecipazione paritaria del capitale sociale della società, e si riservano il diritto di chiudere anticipatamente l’offerta e/o di variarne i termini in qualsiasi momento. Per l’esattaezza le quote di Tim e Vodafone in Inwit scenderanno al 33,2% con un ricavo pwer ognuna di 400 milioni di euro, avendo venduto il 4,3% di Inwit a 9,60 euro ad azione

Tim ha comunicato che intende utilizzare i proventi per ridurre la leva finanziaria. Le azioni sono state dunque collocate presso investitori qualificati italiani e istituzionali esteri. Nell’ambito dell’offerta, BofA Securities, Banca IMI, Goldman Sachs International e UBS agiscono in qualità di joint global coordinators e joint bookrunners.

Nel contesto dell’offerta, Vodafone Europe B.V. e Tim hanno assunto, in linea con la prassi di mercato, un impegno di lock-up sulle azioni residue detenute direttamente e indirettamente in Inwit per un periodo di 90 giorni dalla data di regolamento dell’operazione. Durante tale periodo di lock-up, salve alcune eccezioni in linea con la prassi di mercato, Vodafone Europe B.V. e Tim non potranno porre in essere nessun atto di disposizione delle azioni della società senza il preventivo consenso dei Joint Bookrunner (che non verrà irragionevolmente negato).

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