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Tim, Alitalia e forse Salini: torna lo Stato padrone

Dopo il ritorno in Alitalia e in vista di un ingresso nel polo delle costruzioni Salini-Astaldi, il Governo gialloverde spinge l’intervento dello Stato in economia anche nelle telecomunicazioni e Cdp cresce in Tim che vola oltre il 6% – Ennesima bocciatura per la May su Brexit e la sterlina sale – Coca Cola crolla (-8,4%) a Wall Street.

Si raffreddano i mercati dopo una settimana positiva. S’interrompe la striscia positiva di Wall Street e delle Borse europee, lo stesso capita stamane in Asia. Rallenta Shanghai (-0,8%). Fanno peggio Tokyo (-1%) e il Kospi coreano (-1,45%).

C’è stato un dietro front anche sul mercato delle valute, il dollaro ha perso nelle ultime ore circa lo 0,5% nei confronti dello yen giapponese.

Debole Wall Street: Dow Jones -0,41%, S&P 500 -0,27%. Poco mosso il Nasdaq -0.09%.

COCA COLA (-8,4%) VA DI TRAVERSO A WALL STREET

La prima vittima della frenata dei consumi è stata Coca Cola, sotto dell’8,4% di fronte alle stime assai caute sul 2019.

Amazon (-1,1%) sconta la decisione di annullare la costruzione della nuova sede di New York di fronte alle ostilità dei residenti, che temono l’impennata dei prezzi immobiliari.

Il petrolio Brent sale stamane per il quarto giorno consecutivo a 64,8 dollari il barile, in rialzo dello 0,5%. Secondo Merrill Lynch ci si avvia ad un prezzo medio di 70 dollari.

ENNESIMA BOCCIATURA PER MAY, SALE LA STERLINA

Il cross euro sterlina tratta a 0,882, sui massimi dell’ultimo mese. Ieri sera c’è stata l’ennesima bocciatura dI May al Parlamento inglese. La sua mozione è stata affossata 303 a 258 a causa di una rivolta degli euroscettici del Partito Conservatore. May ha dichiarato che il piano non cambia, ma il mandato a negoziare con l’EU al momento non c’è.

Si è raffreddata, quasi all’improvviso, la temperatura dell’economia globale. Crescita zero per l’economia tedesca, che evita d’un soffio la caduta in recessione tecnica. Brusca ed inattesa battuta d’arresto per i consumi americani: -1,2% a dicembre, il dato peggiore degli ultimi dieci anni. Si spegne l’inflazione in Cina (+1,7% annuo per i consumi, a gennaio solo +0,1% all’ingrosso). Il mondo prende atto che la congiuntura, condizionata dall’attesa della guerra dei dazi, è assai meno brillante del previsto.

I FURURES SCOMMETTONO SUL TAGLIO DEI TASSI

Le Borse si preparano a presentare il conto: i future, che fino a poche settimane fa scontavano un paio di aumenti dei tassi, oggi prevedono un taglio. E nell’attesa i grandi gestori mondiali si tengono liquidi, in attesa di capire fin dove arriverà l’intervento delle banche centrali. A febbraio, secondo quanto emerge dal sondaggio Bank of America Merrill Lynch, il sovrappeso di contante è al massimo da gennaio 2009. Allo stesso tempo, l’esposizione sulle Borse è al minimo da settembre 2016. A decidere la direzione di marcia saranno soprattutto le scelte dei Grandi.

TRUMP CI RIPROVA CON IL MURO

Oggi il presidente Xi riceverà gli emissari di Trump al termine del round di negoziati sui dazi: sale la possibilità di un rinvio dell’ultimatum Usa, ma per ora manca una conferma dalla Casa Bianca. Intanto, finalmente, prende il via il nuovo budget Usa e viene meno il rischio di un nuovo stop dell’amministrazione, probabilmente la causa principale della frenata dei consumi prima di Natale. Ma il braccio di ferro sul Muro prosegue: Trump si prepara ad invocare l’emergenza nazionale per invocare la costruzione. E già partito il monito della speaker della Camera Nancy Pelosi: attento Donald, vorrà dire che, in caso di elezione, un presidente democratico proibirà, in base allo stesso principio, la vendita delle armi ai privati.

PERDE COLPI ANCHE PIAZZA AFFARI

La gelata dei consumi negli Stati Uniti in dicembre ha prodotto i suoi effetti anche sulla sponda europea dell’Atlantico. Nel pomeriggio hanno invertito la rotta quasi tutte le altre piazze azionarie europee,
Anche Piazza Affari -0,78% ha interrotto nel pomeriggio la striscia dei rialzi chiudendo a 19.834 punti.

Archivia una seduta negativa Francoforte, -0,72% nel giorno della pubblicazione del dato sul Pil della Germania: nel quarto trimestre 2018 la variazione è stata pari a zero, rispetto al terzo trimestre, leggermente peggio delle stime del consensus (+0,1%) ma, in assenza del segno meno, dopo -0,2% nel terzo trimestre, è stata evitata la recessione tecnica.

Scendono anche Parigi (-0,23%), Madrid (-0,23%) e Zurigo (-0,28%).Piatta Londra.

LO SPREAD RISALE A 270 PUNTI

Seduta di pausa per il secondario italiano che consolida il recente recupero, mentre la carta tedesca ritrova appeal in qualità di asset rifugio.

Lo spread tra il decennale italiano e l’equivalente tedesco si è allargato leggermente a 270 punti base, una manciata di centesimi oltre i minimi recenti ma ancora ben lontano dalla punta di 295 toccata venerdì scorso.

Il Btp si è indebolito a 2,79% (+4 punti base).

CDP PRENDITUTTO: OGGI TIM, DOMANI SALINI

In un mercato privo di particolari spunti per il mercato azionario, spicca il ritorno in scena dello Stato Padrone.

Prima l’annuncio, da parte del vicepremier Luigi Di Maio, che il Tesoro, assieme alle Ferrovie, potrebbe salire oltre il 50% di Alitalia, poi la conferma di un ruolo della Cdp nell’operazione Salini-Astaldi. Infine, a sera, è arrivato il comunicato con cui la Cassa Depositi e Prestiti annuncia di aver autorizzato l’acquisto di ulteriori azioni di Telecom Italia (ieri -1,39% a 0,48 euro), mossa “coerente con la missione istituzionale a supporto delle infrastrutture strategiche nazionali”. La Cdp potrebbe acquistare fino al 10% di Tim con il duplice obiettivo di far da diga all’offensiva di Vivendi e di favorire un accordo tra l’ex incumbent e Open Fiber, partecipata da Enel e dalla stessa Cdp: la notizia ha fatto schizzare il titolo Tim di oltre il 6% a metà mattinata nella seduta di venerdì 15 febbraio, sopra gli 0,51 euro per azione.

Ieri invece in Piazza Affari la giornata è stata segnata dallo strappo di Salini Impregilo (+10,5%) dopo che quest’ultima ha presentato un’offerta per entrare nel capitale di Astaldi (+15%) attraverso un aumento di capitale di 225 milioni di euro. Il rafforzamento del patrimonio fa riferimento ad una società senza debito, all’operazione dovrebbero partecipare investitori di lungo periodo (vedi Cdp). Nel caso i creditori diano il loro benestare, al termine dell’aumento di capitale, Salini avrebbe il 65% della Astaldi ripulita dai debiti.

BANCHE IN FLESSIONE, SOTTO TIRO BANCA BPM

Da segnalare la debolezza del settore bancario -1,6%, in linea con l’andamento dello stoxx europeo -1,1%, che si concede una pausa di riflessione dopo il rally dei giorni scorsi.
Particolarmente male va Banco Bpm -2,8%, che aveva guadagnato di
più nei giorni scorsi. Giù anche Unicredit -2,2%. Sono stati definiti i termini del bond da un miliardo di euro emesso ieri con scadenza 2029: rendimento 4,87%, richiamabile dopo cinque anni. Intesa -1,4%.

Meglio le utility: Snam +0,17% e Terna +0,19%, su cui Berenberg ha alzato rispettivamente il prezzo obiettivo a 4,4 euro da 3,9 e a 5,4 euro da 5. Giudizio hold confermato per entrambe.

JUVENTUS ANCORA AL TOP ASSIEME A CAMPARI

Il miglior titolo del paniere principale è stato Juventus (+2,8%), dopo il fortunato debutto sul mercato dei capitali con il collocamento di un bond da 175 milioni di euro, scadenza cinque anni, rendimento 3,5%.

In evidenza anche Campari +1,2% dopo aver toccato il nuovo record storico a 8,22 euro. Il titolo, una delle blue chip più brillanti degli ultimi 12 mesi con (+32%) ha tratto beneficio dai risultati di Nestlé, i quali hanno avuto effetti positivi su tutto il settore food and beverage europeo.

Negativo il lusso: Salvatore Ferragamo -3,3% è il peggiore del listino principale. Morningstar ha deciso di tagliare il giudizio a Sell da Hold, target price invariato a 15,80 euro. Male anche Moncler (-1%).

INTERPUMP E GEFRAN, CONTI IN SALUTE

Da segnalare la risposta del mercato ai risultati positivi di alcune multinazionali tascabili. Conti in ascesa per Interpump (+5,9%). Gefran, leader nella progettazione e nella produzione di sistemi e componenti per l’automazione e il controllo dei processi industriali, chiude in rialzo del 3,2% a 8,19 euro. Fincantieri +1,7%. Il governo francese si è dichiarato a favore della vendita del pacchetto di controllo di Chantiers de l’Atlantique, la vecchia STX France, alla società italiana.

Articolo aggiornato alle 11.15 di venerdì 15 febbraio.

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