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Tesla: al via la Gigafactory in Cina per la mini elettrica

Elon Musk brucia le tappe e aggira i divieti della guerra dei dazzi Usa-Cina. E mentre i governi avviano il primo round di colloqui in cerca di un possibile punto di incontro, dà il via alla costruzione di uno stabilimento per produrre la nuova auto elettrica a Shanghai.

Tesla: al via la Gigafactory in Cina per la mini elettrica

Tesla  gioca d’anticipo: una bandiera cinese piantata in mezzo al fango e una gru già in azione a scavare. Inizia cosi l’avventura: nella  desolata periferia cinese, vicino a Shanghai, nascerà la prossima Gigafabbrica Tesla. La sfida partita da Elon Musk è di aggirare la guerra commerciale Cina-USA sull’import export e diventare finalmente globali.

Proprio oggi, lunedì 7 gennaio 2019, Cina e Usa hanno riavviato a Pechino i colloqui sull’articolato negoziato commerciale, in quello che si profila come il primo round tra le parti dopo la tregua di 90 giorni siglata il primo dicembre dai presidenti Donald Trump e Xi Jinping, a margine del G20 di Buenos Aires.Le due superpotenze si confronteranno con l’obiettivo di frenare l’escalation di tensioni commerciali che ha portato a round miliardi di dazi, fibrillazioni sui listini e un affanno insidioso dell’economia cinese.

Trump ha parlato di “grandi progessi” e della volontà di Pechino di raggiungere un accordo, mentre Xi ha menzionato la “collaborazione” tra i due Paesi come unica opzione possibile. I tempi sono limitati: a fine marzo scadrà la tregua che è stata messa in stand by per 90 giorni riguardo agli extra-dazi minacciati da Donald Trump su prodotti made in China per un valore di 200 miliardi di dollari. Se oggi non avverranno imprevisti, è previsto un ulteriore incontro per i negoziati a Washington tra una decina di giorni. C’è molta attesa per l’esito.

Elon Musk, intanto, ha dato il fischio d’inizio – con le autorità cinesi – ai lavori per la costruzione della nuova fabbrica, iniziano i lavori con l’obiettivo di vendere direttamente ai consumatori cinesi le auto ed evitare le tariffe della guerra commerciale tra le due superpotenze. Lo scopo è di realizzare il più grande investimento estero per la Tesla: l’eventuale produzione annuale di 500.000 veicoli della fabbrica cinese aumenterebbe drasticamente la produzione del colosso Usa e consentirebbe un accesso diretto al più grande mercato al mondo di veicoli elettrici.

“Non vedo l’ora di spaccare il terreno per la @Tesla Shanghai Gigafactory oggi!” ha twittato Musk. L’opera è iniziata con l’obiettivo di terminare la costruzione della fabbrica entro quest’estate.


Musk è andato personalmente a Shanghai per inaugurare l’avvio dei lavori con le autorità cinesi. Lavori che costerebbero la bellezza di 5 miliardi di dollari. Musk ha dichiarato che: “lo stabilimento di Shanghai fornirà alla Grande Cina delle versioni accessibili del modello 3 di Tesla – il primo veicolo a prezzo medio appena lanciato proprio sul mercato cinese – con il più piccolo modello Y già programmato”. Al contrario le costose Model S ed X continueranno ad essere realizzate negli Stati Uniti per il mercato globale.

Ancora non si sa quanto verrà a costare la Tesla per il mercato cinese ma senza dubbio, molto meno dell’attuale Model 3. La prossima Tesla Y grazie anche alla fabbrica cinese sarà posizionata molto più in basso di quanto si immaginava. Diventerà una vera concorrente per la Nissan Leaf e per la Renault Zoe, auto elettriche fino ad oggi molto lontane dalla portata di sua maestà Tesla. Ora la sfida si fa globale e la marca Usa entra in un settore di mercato inimmaginabile fino a poco tempo fa.

Si sta raggiungendo un punto di svolta, tralasciando Tesla, proprio la scorsa settimana la Apple ha scatenato l’allarme globale sulle prospettive della seconda più grande economia mondiale, a causa del rallentamento della domanda in Cina e della guerra commerciale alle porte.

La linea di produzione di Tesla al di fuori degli Stati Uniti rischia di essere un punto di non ritorno per tutta l’industria perché la Cina richiede a tutte le aziende di creare joint venture con imprese nazionali al momento di stabilire impianti di produzione, il che implica la condivisione di profitti e tecnologia con i partner locali. Se Tesla, simbolo stesso del made in Usa, abbassa la testa, significa che la rivoluzione è alle porte.

 

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