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Temu, l’Ue accusa: “Prodotti illegali sulla piattaforma”

Temu, la Commissione europea accusa il colosso cinese di violare il Digital Services Act. Rischio maxi-multa fino al 6% del fatturato globale

Temu, l’Ue accusa: “Prodotti illegali sulla piattaforma”

Temu, la Commissione europea ha reso noto di aver concluso un’indagine preliminare sulla piattaforma cinese di e-commerce in rapida ascesa, con l’accusa di violazioni rilevanti del Digital Services Act (Dsa). L’indagine, avviata ufficialmente il 31 ottobre 2024, ha portato alla luce gravi carenze nella gestione dei rischi legati alla vendita di prodotti illegali o non conformi all’interno del marketplace digitale.

Secondo l’esecutivo Ue, Temu non avrebbe adempiuto all’obbligo, previsto dall’articolo 34 del Dsa, di valutare adeguatamente i rischi derivanti dalla diffusione di contenuti e prodotti illegali sulla propria piattaforma. In particolare, l’analisi ha rilevato la presenza di articoli potenzialmente pericolosi, come giocattoli per bambini e dispositivi elettronici non conformi agli standard europei.

Temu, un’indagine con acquisti anonimi

Per arrivare a queste conclusioni, la Commissione ha condotto un’operazione di mystery shopping acquistando in forma anonima prodotti su Temu. Il risultato: un’elevata probabilità per i consumatori europei di imbattersi in articoli non conformi alla normativa Ue. Una constatazione che, se confermata, potrebbe costare caro alla società cinese.

La valutazione del rischio condotta da Temu nell’ottobre 2024 è stata giudicata “inadeguata”, basata su informazioni generiche di settore piuttosto che su dati specifici relativi al proprio funzionamento. Di conseguenza, anche le misure di mitigazione adottate dalla piattaforma sono state ritenute inefficaci.

Temu, possibili conseguenze: multa e sorveglianza rafforzata

Le violazioni, se confermate al termine dell’istruttoria, potrebbero portare a una sanzione fino al 6% del fatturato annuo globale di Temu, come previsto dalle norme Dsa per le very large online platforms. Oltre alla multa, la Commissione potrebbe ordinare alla società di adottare misure correttive e imporre un periodo di “sorveglianza rafforzata” per monitorare il rispetto delle nuove disposizioni.

In attesa della decisione finale, Temu ha ora la possibilità di esercitare il proprio diritto di difesa, accedendo al fascicolo dell’indagine e rispondendo per iscritto alle contestazioni dell’esecutivo europeo. Parallelamente, verrà consultato anche il Comitato europeo per i servizi digitali.

Bruxelles alza il livello di guardia sul commercio online

La mossa contro Temu si inserisce in una strategia più ampia della Commissione europea per rafforzare la sicurezza dei consumatori nel Mercato Unico digitale. L’aumento esponenziale degli acquisti online ha portato con sé un incremento di prodotti contraffatti, pericolosi o non conformi, mettendo a rischio la salute pubblica, l’ambiente e la concorrenza leale.

“Acquistiamo online perché confidiamo che i prodotti venduti nel nostro Mercato Unico siano sicuri e conformi alle nostre norme”, ha dichiarato Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia. “A nostro parere preliminare, Temu è ben lontana dal valutare i rischi per gli utenti secondo gli standard richiesti dal Dsa. La sicurezza dei consumatori online non è negoziabile: le nostre leggi sono il fondamento per un mercato digitale più equo e sicuro per tutti gli europei”.

Anche Shein nel mirino europeo

Il caso Temu segue di pochi mesi un altro dossier aperto dalla Commissione nei confronti di Shein, altra big cinese dell’e-commerce, accusata anch’essa di concorrenza sleale e di vendere prodotti non sicuri. Entrambe le piattaforme, cresciute rapidamente in Europa grazie a prezzi bassissimi e strategie aggressive di marketing, sono ora oggetto di una crescente pressione regolatoria da parte di Bruxelles.

Nel quadro del Dsa, le piattaforme digitali devono garantire una tracciabilità effettiva dei venditori, offrire meccanismi trasparenti per la segnalazione di contenuti e prodotti illegali, vietare i dark patterns e fornire dettagli su come i contenuti vengono raccomandati agli utenti.

L’indagine su Temu proseguirà anche su altri fronti già aperti dalla Commissione tra i quali figurano la trasparenza del sistema di raccomandazioni, l’efficacia delle misure di mitigazione adottate, l’utilizzo di interfacce ritenute “addictive” e l’accesso ai dati per finalità di ricerca.

La decisione finale dell’esecutivo europeo potrebbe rappresentare un banco di prova decisivo per l’efficacia del nuovo quadro normativo digitale europeo, entrato pienamente in vigore nel 2024.

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