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Telecom Italia crolla ma i petroliferi corrono: Borsa ok

Forte ribasso del titolo Tim dopo la correzione del bilancio preliminare e le stime sul 2019 ma l’aumento del prezzo del petrolio dà sprint a Saipem e Tenaris e Piazza Affari chiude in netto rialzo – Tutti positivi anche gli altri listini azionari sull’onda del probabile accordo Usa-Cina sui dazi.

Telecom Italia crolla ma i petroliferi corrono: Borsa ok

I venti di pace fra Usa e Cina, i dati positivi sulla manifattura statunitense e la baldanza del petrolio alimentano oggi l’ottimismo sui mercati. I listini europei chiudono in netto rialzo con Francoforte +2,62%, Parigi +1,7%, Madrid +1,85%, Londra +1,93%. Wall Street viaggia ben intonata grazie a tecnologici e industriali, nonostante il tonfo di Tesla, dopo l’annuncio di esuberi e previsioni di utili in calo rispetto al trimestre precedente, e il rosso di Netflix, in scia ai conti presentati ieri. 

Piazza Affari +1,22%, 19.708 punti, è leggermente più arretrata soprattutto a causa di Telecom -7,86%, travolta da un’ondata di vendite a seguito dell’inattesa revisione al ribasso delle stime 2018 e delle previsioni poco incoraggianti per la prima parte del 2019. In rialzo i petroliferi, mentre le banche si fermano in ordine sparso. Prosegue inoltre il trend positivo del secondario: il rendimento del Btp 10 anni scende al 2,74% e lo spread con il decennale tedesco arretra a 247.20 punti base (-1,47%). Torna la fiducia sul debito italiano, anche se aumenta il rischio che i conti 2019 non tornino. Nel bollettino diffuso oggi da Bankitalia si disegna infatti un quadro di recessione tecnica, con un calo del pil nel quarto trimestre 2018 dopo il calo nel terzo trimestre e una stima di crescita per il 2019 che scende a +0,6%, contro il +1% messo in conto dal governo. 

L’euro è in calo sul dollaro, in area 1,135 e in ripresa sulla sterlina, con il cambio a 0,88081. In un clima più propenso al rischio l’oro si appanna un po’ e si porta vicino a 1282 dollari l’oncia. Al contrario il petrolio si muove in netto rialzo, con il Brent che sale a 62,57 dollari al barile (+2,27%). Al Nymex il greggio arriva a sfiorare i 54 dollari al barile. A mettere il turbo alle quotazioni è l’Agenzia internazionale dell’energia, secondo cui la produzione dell’Opec ha frenato.

L’andamento favorisce i titoli oil di Piazza Affari: Saipem, +3,91%, grazie anche a due nuovi contratti assegnati da Saudi Aramco per un importo complessivo di circa 1,3 miliardi di dollari; Tenaris +3,55%; Eni +2,87%. Miglior titolo del Ftse Mib è Stm, +4,14%, dopo le perdite della vigilia. Bene Leonardo +3,77%: la società si è aggiudicata un nuovo contratto da 293 milioni di sterline (circa 325 milioni di euro) con il Ministero della Difesa UK per la fornitura di servizi completi di supporto e manutenzione per la flotta di elicotteri Apache AH Mk.1. Acquisti su Diasorin +3,08%.

Perdite frazionali per Atlantia, -0,66%, che ha indicato Giuliano Mari per la carica di presidente di Autostrade per l’Italia e Roberto Tomasi (attuale direttore generale) per quella di amministratore delegato. L’assemblea di Aspi che dovrà procedere alla nomina dei sostituti dei dimissionari Fabio Cerchiai e Giovanni Castellucci è convocata per il prossimo 30 gennaio.

Le banche archiviano una seduta poco mossa, compresa fra il calo di Banco Bpm -1,62% e il rialzo di Intesa +1,12%. Sul fronte Carige si segnala che è arrivato il via libera della Commissione Ue allo schema messo a punto dal governo per garantire i titoli emessi dall’istituto ligure e aiutare la banca a raccogliere i fondi di cui ha bisogno. Secondo fonti Reuters l’emissione garantita dallo Stato che Carige si appresterebbe a lanciare nei primi giorni della prossima settimana dovrebbe avere un importo di oltre un miliardo di euro e scadenza a breve-medio termine.

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