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Telecom Italia adegua lo statuto alla golden power

La nuova disciplina introduce specifiche prerogative che lo Stato è abilitato ad esercitare, tra l’altro, in occasione di operazioni inerenti asset strategici appartenenti a società che operano nel settore delle comunicazioni (poteri di veto, anche nella forma di assunzione di specifici impegni) – Recchi diventa presidente esecutivo.

Telecom Italia adegua lo statuto alla golden power

Il Cda di Telecom Italia ha abrogato l’articolo 22 dello statuto della società, che recepiva la normativa in materia di poteri speciali dello Stato emanata in occasione delle privatizzazioni (la cosiddetta golden share). La disciplina è stata modificata da una legge del 2012 (cosiddetto golden power) che ha introdotto in materia di poteri speciali dello Stato una nuova regolamentazione, individuando specifiche prerogative che lo Stato è abilitato ad esercitare, tra l’altro, in occasione di operazioni inerenti asset strategici appartenenti a società che operano nel settore delle comunicazioni (poteri di veto, anche nella forma di assunzione di specifici impegni).

La disciplina è efficace dallo scorso 7 giugno con l’entrata in vigore del regolamento che ha individuato gli attivi di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni. Dalla stessa data viene abrogata l’originaria normativa e i relativi decreti ministeriali di attuazione e cessano di avere efficacia le clausole statutarie che li recepivano.

Il Consiglio ha anche approvato l’avvio del Piano di Stock Options 2014-2016, che riguarda un massimo di 196 milioni di opzioni ed è destinato a tre diverse categorie di destinatari: amministratore delegato, top management e dirigenza selezionata. Il regolamento disciplina l’attribuzione di opzioni, esercitabili in misura variabile in funzione del livello di raggiungimento degli obiettivi di performance nel triennio 2014-2016, rappresentati dal Total Shareholder Return (TSR) relativo di Telecom Italia e dal Net Cash Flow before dividends adjusted consolidato del Gruppo da piano industriale 2014-2016, ciascuno dei quali condiziona il 50% delle opzioni.

Il Cda, inoltre, ha preso atto degli approfondimenti condotti in merito alla qualificazione del Presidente quale amministratore esecutivo ai sensi del Codice di Autodisciplina delle Società quotate, alla luce delle deleghe a lui assegnate nella riunione dello scorso 18 aprile. In particolare, constatato che il criterio applicativo del predetto Codice di Autodisciplina stabilisce che nel caso dei presidenti l’“esecutività” deriva “dall’attribuzione di uno specifico ruolo nell’elaborazione delle strategie aziendali”, il Consiglio ha convenuto col presidente Giuseppe Recchi nel considerare la sua carica come esecutiva.

Oggi in apertura a Piazza Affari il titolo di Telecom Italia perde lo 0,43%, a 0,9285 euro. 

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