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TAV: analisi costi-benefici negativa, Governo temporeggia

La bozza preliminare sulla Torino-Lione redatta dagli esperti è arrivata sul tavolo del ministro Toninelli mercoledì sera ed ha responso negativo, anche se la decisione finale sarà di natura politica – Il Movimento 5 Stelle vorrebbe fermare l’opera, ma la Lega insiste e ipotizza un referendum – VIDEO.

TAV: analisi costi-benefici negativa, Governo temporeggia

Nessuna decisione ufficiale è stata presa, e lo stesso documento presentato dagli esperti nominati dal ministro Danilo Toninelli è solo “una bozza preliminare”, ma intanto è arrivato il primo – prevedibile – responso negativo sull’analisi costi benefici relativa alla TAV Torino-Lione. L’opera, già in parte costruita e finanziata al 40% dall’Unione europea, dovrebbe secondo gli accordi presi con Bruxelles e con la Francia essere pronta entro il 2030, ma potrebbe dunque essere fermata dal nuovo governo, anche se l’ipotesi sembra ancora lontana. Innanzitutto perchè la relazione degli esperti guidati dal prof. Marco Ponti (da sempre apertamente contrario all’opera, come altri 4 dei restanti 5 componenti della commissione) è provvisoria, ma anche e soprattutto perché la decisione finale spetterebbe comunque al Governo e su questo si è già aperto l”ennesimo scontro tra il Movimento 5 Stelle, ostile all’infrastruttura, e la Lega Nord, più benevola.

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La documentazione è stata consegnata nel pomeriggio di mercoledì 9 gennaio al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ma praticamente in contemporanea ha tenuto ad intervenire sulla questione il vicepremier Matteo Salvini, che ha accarezzato la possibilità di una consultazione referendaria sulla linea Torino-Lione nel caso fosse bocciata dai tecnici. “Se ci fosse un referendum sulla Tav, non potremmo certo fermarlo”, ha detto il leader della Lega, facendo chiaramente trapelare il suo orientamento. “Abbiamo consegnato l’analisi, auspico che i dati escano e siano criticati il più presto possibile”, ha invece detto Ponti, precisando di non essere un No Tav a priori per motivi ideologici e di guardare solo ai numeri: “Oggi l’opera intera costa tra i 10,5 e gli 11 miliardi di euro”, anche se solo una piccola parte, inferiore ai 3 miliardi, a carico dell’Italia. Dato per scontato che l’esito della analisi è sfavorevole al proseguimento dei lavori, la decisione sarà comunque di natura politica, come del resto lo stesso Ponti ha più volte riconosciuto: “Tocca alla politica, spero che si esprima rapidamente”. Intanto sabato prossimo, 12 gennaio, è prevista una nuova manifestazione a Torino organizzata dai “Sì TAV”: altro segnale che ormai buona parte della società civile spinge per il completamento dell’opera.

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