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Tassi: pressing Usa su Powell

Grande attesa per il discorso del governatore della Fed a Jackson Hole, previsto per le 16 di oggi – La Bundesbank frena sugli stimoli e le Borse rintracciano, ma a Milano tengono i big bancari grazie allo spread

Tassi: pressing Usa su Powell

Prestare denaro a tasso zero a tutti quanti. Senza interessi né scadenza. È quel che dovranno fare le banche centrali per affrontare la recessione che arriverà. È il suggerimento che tre mostri sacri del pensiero economico, cioè Stanley Fischer già al fianco di Janet Yellen alla Fed, l’ex presidente della banca centrale svizzera Philip  Hildebrandt e Jean Boivin, ex governatore della Bank of Canada, hanno presentato ai banchieri centrali riuniti a Jackson Hole. Una volta esaurita la corsa al ribasso dei tassi, è il ragionamento, sarà necessario inventarsi  un “helicopter money” per evitare che l’economia si fermi. Un’ipotesi estrema, certo, ma che riflette la preoccupazione per i segnali di frenata che si moltiplicano sui mercati monetari: i rendimenti dei titoli a due anni restano al di sopra i quelli a lungo, un segnale che da mezzo secolo anticipa la recessione.

IL CALO DEI TASSI NON PIACE A TUTTA LA FED

È in questa cornice che il mondo si appresta ad assistere ai confronto tra i  banchieri centrali a Jackson Hole: alle 16, ora italiana, parlerà il presidente Jerome Powell, che potrebbe anticipare un prossimo taglio dei tassi, comunque insufficiente a soddisfare le richieste di Donald Trump. Aria di ribassi anche in Europa anche se ieri la Bundesbank ha frenato le attese. 

È in questa cornice che si apre un weekend intenso che, oltre ai segnali di Powell, prevede il G7 di Biarritz, nuova occasione di confronto tra gli Usa e  i partner europei. Intanto, l’Amazzonia brucia.

LA VALUTA CINESE AI MINIMI DAL 2008

Le Borse asiatiche  si avviano alla chiusura in terreno positivo: Giappone ed Australia +0,3%. Meglio Hong Kong +0,5% e l’indice cinese Csi +0,7%., 

Più significativo l’andamento dei mercati valutari. Prosegue la discesa del renminbi cinese, il cambio su dollaro è sui minimi dal 2008 a 7,09 dopo sette  sedute consecutive di apprezzamento del dollaro. 

Lo yen, si è mantenuto intorno a quota 106,6. Il dollaro si apprezza sullo won coreano, a 1.211.

Poco mossa Wall Street in attesa delle indicazioni della Fed: Dow Jones +0,19%, giù &P 500 dello 0,05%. Nasdaq -0,36%. 

Brilla Boeing +4,2% che si avvia a rimettere in produzione il 737 Max.

Ieri sera, due membri votanti del board della banca centrale, Esther George e Patrick Herker, hanno ridimensionato le aspettative di nuove misure di stimolo: l’economia degli Stati Uniti non sta affatto male e l’inflazione, qualche segno di risalita lo sta mandando. Ma il presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, intervistato dal Wall Street Journal, avverte che il quadro economico potrebbe deteriorarsi velocemente a causa del contesto internazionale, per cui, potrebbe essere necessario tagliare i tagli di interesse un’altra volta quest’autunno. 

RISALGONO I TASSI DEI T BOND, I MONSONI FRENANO I LINGOTTI

Le indicazioni delle ultime ore, giunte dai vertici della Fed, si concretizzano in una risalita dei tassi di mercato, il rendimento del Treasury Note sale a 1,63%, da 1,60% di ieri. Il decennale australiano tratta a 0,97% (+7 punti base), sui massimi delle ultime due settimane.

L’oro è in ribasso a 1.496 dollari, -0,3%. Da Ferragosto, le quotazioni del metallo prezioso più trattato, hanno perso circa 30 dollari. Pesa anche l’andamento dei Monsoni: i contadini indiani, soprattutto i più poveri, comprano oro, in vista dei buoni raccolti in arrivo.

Petrolio Brent poco mosso a 60,1 dollari il barie, ieri -0,6%. A Milano Saipem +0,1%, Tenaris +1,1%. Eni -0,2%.

DALLA BUNDESBANK UN FRENO ALL’AUMENTO DELLLA SPESA

Una doccia fredda ha investito le Borse europee nel pomeriggio di ieri: un articolo di Bloomberg riferisce che la Bundesbank, alla luce degli ultimi dati in arrivo dall’economia, non ritiene più necessaria e comunque non urgente un forte supporto all’economia. La pubblicazione dell’articolo alle 16,53 ha provocato l’inversione di tendenza nella seduta, fino a quel momento positiva.

  • Chiude in lieve  ribasso anche Piazza Affari -0,14% a quota 20.816 punti. L’agenzia Moody’s ha tagliato le stime di crescita dell’economia italiana per l’anno in corso e per il prossimo. Nel Global Macro Outlook 2019-2020 pubblicato ieri la previsione di crescita è scesa allo 0,2% per il 2019  mentre per il 2020 si attende un’espansione al ritmo dello 0,5%, tre decimi in meno delle stime di due mesi fa. 
  • In rosso le altre piazze : Parigi -0,87%, Zurigo -0,4%. In controtendenza Madrid +0,24%. 
  • Francoforte -0,44%. Il Pmi manifattura registra ad agosto una contrazione a 43,2 da 43,6  meno rilevante della precedente e meno marcata rispetto alle previsioni.

ARIA DI ACCORDO SULLA BREXIT, RISALE LA STERLINA

La più debole è Londra -1,11% Un calo legato alla performance della sterlina +1%  sia nei confronti della moneta unica sia sul biglietto verde. A dare tono alla divisa britannica è la speranza di un nuovo accordo sulla Brexit, dopo che Angela Merkel ha detto di non aver fissato per il Regno Unito una scadenza di 30 giorni per trovare una soluzione al cosiddetto ‘backstop’ irlandese, affermando che c’è tempo fino al 31 ottobre, data prevista per l’uscita dalla Ue. 

IL RENDIMENTO DEI BTP SOTTO 1,30%

Conclusione di seduta mista per i Btp: il tratto breve chiude in territorio negativo e il medio-lungo invece con il segno più. Gli investitori attendono di capire che evoluzione avrà la crisi di governo.

Lo spread tratta a 198 punti base dai 202 della vigilia sopo il minimo a 195.

Il tasso del decennale si attesta in area 1,34%, rispetto a 1,30% in avvio dopo esser sceso sotto 1,29%, minimo dal 10 novembre 2016.

In occasione dell’asta del 27 agosto il Tesoro offrirà 2 miliardi di Ctz. Il bund tratta a -0,64% (+3 punti base).

BANCHE, SALTA L’ADDENDUM DELLA VIGILANZA

L’indice dei bancari chiude ben sotto i massimi, dopo il monito in arrivo dalla Bundesbank. Equita ha abbassato a Underweight il giudizio sul settore, in quanto si aspetta un peggioramento del ciclo delle sofferenze. “Vediamo segnali premonitori di peggioramento della qualità del credito”, si legge nella nota. Gli analisti avvertono che il costo del rischio, nel secondo trimestre, si è portato sui massimi degli ultimi due anni. 

La flessione dello spread, però, ha sostenuto i Big:  Unicredit +1,2%. Goldman Sachs ha tagliato il target price sul titolo a 16,2 euro, dal precedente 17,5 euro, confermata la raccomandazione Buy.  Intesa Sanpaolo +1%. Banco Bpm +2%. Nel gestito spicca Fineco Bank+1,3%.

Ieri  la vigilanza di Francoforte ha tolto di mezzo l’addendum sui crediti deteriorati varato dall’ex presidente Danièle Nouy. Entra di conseguenza in vigore un calendario sugli accantonamenti più morbido. Viene richiesta dall’autorità una copertura sugli Npl al 100% dopo 3, 7 e 9 anni, ma a seconda dei casi e non più una copertura al 100% dopo due o sette anni.  

PIRELLI SUPERSTAR, NUOVO COLPO PER ATLANTIA

Tra gli industriali è stato il giorno di Pirelli, miglior blue chip con un rialzo del 2,5%. Si assesta invece Fiat Chrysler +0,1%. Cnh Industrial -0,4%. Peggio Ferrari -1,41%  ed Exor -1,18%

Perde colpi Atlantia dopo il no del ministro Toninelli alla Gronda di Genova.Giù anche Leonardo -1,6% e Stm .0,7%. Prysmian -1,19%

FRENA MONCLER, RIMBALZO RECORD DI OVS

La moda retrocede dopo i recenti progressi con Moncler -2,14%,

Fuori dal listino principale schizza Ovs +10% che recuperale perdite subite nell’ultimo mese. 

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