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Tassi fermi: la Cina spaventa la Fed, che rinvia il rialzo

La Fed non esclude un rialzo dei tassi americani ad ottobre ma per ora congela tutto per le turbolenze della Cina e dei mercati emergenti – Fredda la reazione di Wall Street – Dollaro e bond si indeboliscono – Si accorcia lo spread tra Btp e Bund – A Piazza Affari vola Autogrill – Banche contrastate – Sale Fca – Forti rimbalzi nelle utilities

Tassi fermi: la Cina spaventa la Fed, che rinvia il rialzo

Reazione fredda di Wall Street all’annuncio che la Fed ha lasciato i tassi invariati. Dopo un timido rialzo, i mercati hanno chiuso in territorio negativo: Dow Jones -0,39%, S&P500 -0,26%. In lieve rialzo il Nasdaq (+0,1%).

Giornata contrastata anche per l’Asia. Tokyo cede l’1,4%, Hong Kong sale dello 0,6%. Al momento Shanghai segna un rialzo di mezzo punto dopo forti oscillazioni nei due sensi. 

Scende Il dollaro, anche se la corsa dell’euro si ferma poco sopra 1,14. In ritirata i rendimenti dei T bond che ritracciano dopo l’ascesa degli ultimi giorni. 

LA FED NON ESCLUDE L’AUMENTO AD OTTOBRE

In sintesi, un’accoglienza tiepida che contrasta con l’attesa della vigilia. Perché questa reazione? La scelta della Fed non elimina l’incertezza che ha provocato la crescita della volatilità. La decisione della Fed di rinunciare per ora all’aumento dei tassi era l’esito più gettonato dagli operatori. Ma per la prima volta nella storia la Banca centrale americana ha motivato la sua decisione con “gli sviluppi internazionali”. Ovvero, la Fed ha scelto di non muoversi per la situazione turbolenta in Cina e nei mercati emergenti. 

Decisione per giunta presa da una maggioranza schiacciante: 9 a 1. Per i mercati questo potrebbe significare che “la Banca centrale sa qualcosa che noi non sappiamo”. Nella conferenza stampa successiva, Janet Yellen ha rivelato che la maggioranza del Fomc è ancora favorevole ad un aumento entro l’anno, e non ha escluso una mossa in tal senso ad ottobre. Ovvero, l’incertezza sui tassi è destinata a durare almeno altri 30 giorni. 

Non è difficile prevedere che in apertura i mercati europei reagiscano allo stesse modo delle piazze americane. 

MILANO STABILE. SI ACCORCIA LO SPREAD SUI BONOS

A Milano ieri l’indice FtseMib ha chiuso con un lieve progresso dello 0,1% in attesa del verdetto di Washington. Modesta la reazione ai dati positivi sulla crescita: la Confindustria ha rivisto al rialzo la stima sul Pil italiano nel 2015 a +1% (dal +0,8% stimato in giugno e sopra lo 0,9% annunciato dal governo) e nel 2016 a +1,5% (da +1,4%).

La Borsa di Francoforte ha chiuso in progresso dello 0,1%. Parigi +0,2%, assai meglio Madrid (+1,1%). Londra arretra dello 0,6%.

Pochi movimenti nel reddito fisso. Il decennale italiano tratta a 1,90%. Si riduce da 28 a 22 punti la forbice tra Btp e il Bonos spagnolo.

VOLA AUTOGRILL: MAI COSI’ BENE DA 5 ANNI

In una giornata di scambi modesti, condizionati dall’attesa delle decisione della Fed ha preso il volo.

Autogrill +4,9%. L’ad del gruppo Tondato da Ruoz ha detto che il 2015, trainato dalla ripresa dei consumi in Europa e dall’aumento del traffico negli aeroporti Usa, sarà l’anno migliore degli ultimi cinque. Il manager non ha voluto rispondere alle voci in merito ad un possibile split delle attività della società di casa Benetton.

Banca Imi ha confermato la raccomandazione buy e il Tp a 10,6 euro sul titolo dopo il Roadshow che la società ha tenuto a Londra.

In buon rialzo anche Atlantia (+2,01%).

BERENBERG CASTIGA LE POPOLARI E MPS

Contrastati i bancari. In mattinata il mercato ha guardato nelle prime battute a un report di Berenberg piuttosto negativo sul settore, per poi però muoversi in modo autonomo. Il broker ha avviato la copertura su Mps (-1,5%), Banco Popolare (+1,2%), Ubi (+0,5%) con sell e su Pop. Milano (+1,5%) e Credem (-0,1%) con giudizio hold. Unicredit e Intesa sono salite rispettivamente dello 0,09% e dello 0,8%.

SMENTITA L’OFFERTA SU INWIT

Telecom Italia perde 0,7% nonostante le nuove indiscrezioni su una crescita di Vivendi nel capitale. Stabile lo spread con le risparmio è tutto sommato stabile dopo il balzo di ieri da 16 centesimi a oltre 17 centesimi, sulla notizia che ai prezzi attuali la conversione non è fattibile.

Rallenta Inwit (- 0,7%), dopo il rialzo del 3% di mercoledì quando il titolo è stato sostenuto dalle attese per una cessione alla spagnola Cellnex, che ha però smentito un’offerta per la società delle torri Telecom che ha più volte dichiarato di voler essere protagonista nel consolidamento del settore e di essere interessata alle torri Wind e 3 Italia se fossero messe in vendita. 

Bene Mediaset (+1,09%) che ha sottolineato i picchi dei nuovi abbonamenti a Premium con l’avvio della Champions League. 

IN EVIDENZA MONCLER, SALE FCA

Tra i titoli del lusso salgono Moncler (+2,26%) e Yoox (+0,82%) su cui Citigroup ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 33 euro.

Poco mosse le aziende industriali: Fca +0,7%, Finmeccanica -0,5%, StM -0,3%. Arretra leggermente Enel (-0,6%). Forti rimbalzi a Francoforte per Rwe (+9%) e E.On (+8%). Nel settore energia Eni -0,7%, Saipem +0,4%, Tenaris +0,3%.

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