Tassi fermi. Dopo otto tagli consecutivi, per un totale di 200 punti base, la Bce ha deciso di prendersi una pausa, lasciando dunque il tasso sui depositi, quello di riferimento, al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%.
Una decisione attesa, dato che nel corso delle ultime settimane, molti membri, tra cui la presidente Christine Lagarde, hanno anticipato che il Consiglio è ben posizionato per gestire le incertezze future. La mossa consentirà all’Eurotower di valutare con cautela il contesto economico e geopolitico sempre più instabile. Gli occhi saranno puntati soprattutto sui dazi che potrebbero entrare in vigore il 1° agosto. Senza un accordo tra Usa e Ue, le tariffe potrebbero infatti arrivare al 30%, complicando le previsioni su crescita e inflazione e scatenando da parte di Bruxelles contromisure pari a 93 miliardi.
“Sinora l’economia ha mostrato nel complesso buona capacità di tenuta in un difficile contesto mondiale. Al tempo stesso, il panorama resta eccezionalmente incerto, soprattutto a causa delle controversie commerciali”, scrive la Banca centrale europea nel comunicato che annuncia di aver mantenuto i tassi stabili e nel quale fa anche riferimento al confronto in atto con gli Usa sui dazi.
Il dibattito tra falchi e colombe è dunque rimandato a settembre, quando secondo il mercato potrebbe arrivare un nuovo taglio, anche se le probabilità sembrano ridursi.
Gli occhi e le orecchie degli investitori si concentrano adesso sulle parole che Lagarde pronuncerà sui rischi commerciali e sulla forza dell’euro nel corso della consueta conferenza stampa pomeridiana.