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Tassi e Qe: conto alla rovescia per Bce e Fed. Yuan nel club delle grandi valute

Giovedì giornata clou per Mario Draghi e per Janet Yellen: il direttorio della Bce deciderà sull’ampliamento del Qe mentre la presidente della Fed sarà ascoltata dal Senato americano sull’imminente manovra sui tassi – Fmi ammette lo yuan nel club delle valute internazionali – Nel 2015 Piazza Affari ha guadagnato il 18,8% e lo spread è sceso a 94 pb

Tassi e Qe: conto alla rovescia per Bce e Fed. Yuan nel club delle grandi valute

La parola a Mario Draghi. La riunione del direttorio della Bce di giovedì è senz’altro l’evento clou della settimana. I mercati danno per scontato un ulteriore ampliamento della manovra di quantitative easing, ma si discute sull’entità della manovra. L’ipotesi più gettonata prevede un aumento delle dimensioni (da 60 a 80 miliardi mese) e della durata (fino al settembre 2017) degli acquisti. Inoltre, i tassi negativi sui depositi dovrebbero salire a -0,30% (possibile l’esenzione per la riserva obbligatoria degli istituti).

Negli ultimi giorni è circolata l’ipotesi di allargare gli acquisti ai mini bond o addirittura a pacchetti di crediti problematici. “Manca solo – scherza Alessandro Fugnoli – l’adozione di pene detentive per i dirigenti delle banche che non aumenteranno gli impieghi”. Di sicuro, il mercato si attende una manovra “forte” dopo i ripetuti messaggi della Bce. 

Intanto, oggi sarà una giornata storica per la Cina. Il Fondo Monetario si accinge a promuovere lo yuan nel club delle valute che compongono i diritti speciali di prelievo. E‘ una grande vittoria per la leadership di Pechino, nel bel mezzo della lunga marcia per dare credibilità alla finanza cinese. Il cammino, peraltro, è ancora lungo come dimostra il blitz di venerdì contro i principali broker di Shanghai, nel mirino delle autorità per le pratiche illegali alla base del crollo di agosto. Intanto, la Banca centrale di Pechino continua a sostenere il cambio vendendo Bond Usa e Bund tedeschi, cosi favorendo il lavoro di Draghi e della Fed. 

L’audizione di Janet Yellen al Senato di giovedì prossimo sarà l’appuntamento chiave di una settimana fitta di discorsi da parte di diversi membri della Fed. E’ ormai cominciato il conto alla rovescia in via dell’ora x: la conferenza stampa della stessa Yellen al termine del board di metà dicembre, quando sarà ufficialmente annunciato il primo aumento dei tassi Usa dal 2008. Ma il vero obiettivo della Banca centrale è quello di rassicurare le Borse: gli aumenti saranno graduali e scaglionati nel tempo, ripetono da settimane i membri del board. 

MILANO DA GENNAIO +18,8%, SPREAD A 94

Quasi assente Wall Street, a mezzo servizio per la Festa del Ringraziamento d il Black Friday, i riflettori dei mercati si sono concentrati sull’Europa. Il bazooka di Draghi è stato, almeno per ora, sufficiente a prevalere sulle tensioni tra Russia e Turchi ed all’emergenza terrorismo. Il bilancio delle cinque ultime sedute per l’indice FtseMib è un rialzo del 2% (oggi ha chiuso invariato). La performance da inizio anno è +18,8%. Su cinque giornate di Borsa, Piazza Affari ha chiuso in ribasso solo martedì (-1,5%), il giorno dell’abbattimento dell’aereo. L’indice complessivo delle Borse europee Stoxx 600 termina la settimana con un guadagno dello 0,5% che porta a +12% la performance da inizio anno.

In forte calo anche il rendimento dei titoli di Stato, dopo l’ottimo esito delle aste di fine mese: il Btp è stato scambiato all’1,39%, lo spread con il Bund è calato a quota 94. Il titolo a 5 anni ha toccato il minimo storico allo 0,37%.

WALL STREET, PREVISIONI PIATTE

Chiusa la stagione delle trimestrali, l’attenzione di Wall Street è già concentrata sulle previsioni per il 2016, il primo anno di aumento de tassi Usa. Le previsioni dei grandi broker sono improntate alla prudenza. Goldman Sachs prevede un andamento piatto per i prossimi 12 mesi (indice S&P 500 a 2.100 contro l’attuale 2.090). 

Bank of America parla di un rialzo potenziale nell’ordine del 5%. Morgan Stanley è ancora più prudente. In sostanza, i Big non credono che Wall Street riesca ad assorbire senza scendere il doppio colpo dei tassi in salita e del dollaro forte. 

IN AGENDA FIERA MILANO

Prende il via stamane l’aumento di capitale di Fiera Milano: saranno offerte 31.126.821 nuove azioni in ragione di 3 nuovi titoli ogni 4 già posseduti al prezzo unitario di 2,245 euro. L’operazione, che terminerà il 14 dicembre, servirà a finanziare l’attività di M&A.

MPS E BANCO POPOLARE TIFANO PER LA BAD BANK

In evidenza oggi il comparto bancario. Dopo l’esito positivo degli esami condotti dalla vigilanza europea sui livelli di capitale sugli istituti di credito italiani (ma anche sulla liquidità, la governance ed i modelli di business) e il salvataggio delle banche commissariate, prende velocità il dossier Bad Bank, anche se il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha precisato in un’intervista al Corriere della Sera che “non prenderemo una decisione prima della fine dell’anno: prima c’è da guidare in porto la legge di Sabilità”. Per superare le obiezioni Ue ed accelerare i tempi, secondo il Sole 24 Ore sta prendendo corpo l’ipotesi di più new in cui convogliare i crediti problematici con la garanzia della Cdp. Sotto i riflettori, nell’attesa di una soluzione, le banche più afflitte dai crediti problematici come Monte Paschi e Banco Popolare. 

GUAI BRASILIANI PER GENERALI. PECHINO PROMUOVE UNIPOL

Tegola dal Brasile per il Leone delle Generali. L’arresto di André Esteves, ad di Btg Pactual, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione a carico di Petrobras avrà un effetto negativo sui risultati del quarto trimestre della compagnia, ha sottolineato una nota di Mediobanca Securities. A settembre, infatti, Generali ha concluso la cessione della Banca della Svizzera Italiana a Banco Btg Pactual per un corrispettivo di 1,248 miliardi di franchi svizzeri, di cui 1 miliardo cash (circa 900 milioni di euro) e la parte restante in strumenti azionari Btg Pactual quotati alla Borsa di San Paolo.

Ma le azioni della società brasiliana, grande azionista anche di Monte Paschi, hanno perso più di un quarto del valore dopo l’arresto di Esteves. Su questo titoli Generali ha un lock-up fino a marzo, con la conseguenza che non può fare a meno di patire eventuali minusvalenze.

Buone notizie invece per Unipol. L’agenzia di rating cinese Dagong ha iniziato la copertura del titolo con BBB+, due gradini sopra la pagella del debito della Repubblica Italiana. Un buon biglietto da visita in vista dei prossimi investimenti italiani di Pechino. 

FCA ALL’ATTACCO CON LA LOW COST

Dopo una settimana brillante iI mondo automotive punta ad una conferma. Decisivi, al proposito, i dati di vendita di Volkswagen che saranno resi pubblicati in giornata. Intanto, Fca si amplia la gamma del marchio Fiat con il lancio della nuova Fiat Tipo, una berlina compatta a tre volumi che punta le sue carte anche sul “prezzo shock” che parte da 12.500 euro. 

TELECOM 

Dicembre ricco di novità per l’ex incumbent delle tlc, Telecom Italia. Secondo il Sole 24 Ore, da qui all’assemblea degli azionisti del 15 dicembre Vivendi potrebbe aumentare la partecipazione portandosi dall’attuale 20% a poco meno del 25%. 

Ha preso il via intanto il processo di vendita di una quota di Inwit: con una nota, Telecom ha ufficializzato l’attesa apertura del processo di valorizzazione di Inwit, chiedendo a potenziali investitori di manifestare interesse per rilevare il 45% della società delle torri. Telecom Italia detiene al momento il 60% di Inwit, dopo aver quotato il restante 40% in estate. Ai valori di Borsa attuali, e senza considerare eventuali premi di controllo, il pacchetto in vendita vale oltre 1,3 miliardi di euro. 

In pole position per diventare il nuovo socio di riferimento delle torri c’è la cordata composta da Cellnex-F2i. La procedura dovrebbe vedere comunque tra i player alla finestra il private equity Usa Providence, la controllata di Mediaset EiTowers e American Tower.

Intanto, per quanto riguarda Inwit, gli analisti di Equita suggeriscono che il gruppo delle torri starebbe valutando la possibilità di sfruttare la normativa vigente per procedere all’affrancamento del goodwill, operazione possibile pagando un’imposta vicina al 16% e ammortizzando il goodwill su dieci anni.

“Questo, se applicabile sull’intero goodwill a bilancio per Inwit (1,4 miliardi), porterebbe a un pagamento upfront di circa 220 milioni e a un net present value positivo per circa 100 milioni” e’ il calcolo degli analisti.

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