Condividi

Tamburi: “Fca riserverà belle sorprese”

Il fondatore e amministratore delegato di Tip conferma la validità dell’investimento in Fca e Ferrari e non esclude novità sulle alleanze del gruppo automotive – Il capitalismo italiano? Più dinamico di quanto non appaia – La spinta al cambiamento viene dall’integrazione tra economia tradizionale e digitale

Tamburi: “Fca riserverà belle sorprese”

“E’ opportuna una menzione a sé per l’investimento in Fca e, successivamente, in Ferrari”. Nella relazione al bilancio Tip del 14 marzo, Gianni Tamburi non aveva nascosto il momentaneo calo dell’investimento nel gruppo guidato da Sergio Marchionne. “Attualmente – si leggeva nella nota TIP – detiene azioni delle due società, quote del prestito obbligazionario convertendo 5 2014/16 ed altre obbligazioni FCA. Al 31 dicembre 2015 il capital gain implicito era rilevante. A seguito dei forti cali delle rispettive quotazioni in borsa, in questi giorni il prezzo di mercato dei titoli è complessivamente inferiore ai valori di costo, ma la qualità dei due gruppi è tale da farci ritenere assai probabile un sostanzioso recupero delle relative quotazioni, per cui possiamo considerare soddisfacente aver investito delle liquidità temporanee in società eccellenti, redditizie e dinamiche, seppur al di fuori della tipologia di partecipazioni nelle quali TIP riesce ad esprimere un ruolo attivo”.

Stamane, dopo la promozione sa parte di S&P del rating del gruppo a BB da BB-  Fiat Chrysler è balzata in avanti dell’1,3% per poi retrocedere dello 0,14% a 7,11 euro. Il recupero non è completato (il titolo perde ancora il 17% da inizio anno) ma le prospettive sono positive, dopo che il gruppo ha completato l’operazione che le consente un accesso totale alla liquidità di Fca USA (Chrysler) pari a 10,4 miliardi di euro. L’agenzia americana ha inoltre indicato un outlook stabile sulle attese che Fiat Chrysler mantenga un rapporto tra debito ed Ebitda sotto quota 3 nel 2016 e nel 2017. 

“Non dimentichiamo che nel momento del calo più pronunciato Fiat Chrysler valeva in Borsa l’ebitda a fine 2015. Il che è una palese assurdità”. Insomma, i conti cominciano a tornare sia per il gruppo automotive che per il finanziere che, pur specializzato in made in Italy e quarto capitalismo, in questi anni ha sempre dimostrato fiducia verso il manager protagonista del turnaround del gruppo. “Ho la sensazione – spiega Tamburi – che le vendite sul titolo nei mesi scorsi riflettessero anche un certo fastidio per l’attivismo di Marchionne.  Credo, in particolare, che una parte dell’establishment non abbia gradito e proposte avanzate a Gm. Di qui una corrente di realizzi che ha investito anche Ferrari, scivolata dopo l’Ipo di successo”.

Una situazione anomala che ha creato occasioni di acquisto. “Ferrari è un’icona che va al di là dell’appeal del settore lusso. Non riesco a concepire un fondo specializzato nel settore o comunque un fondo sovrano che non preveda una quota di Ferrari”. Per quanto riguarda Fca, nel frattempo, l’alleanza non è più di attualità. “Credo che Fca tornerà sul tema nel 2017, ma su basi più solide. Al salone di Ginevra il gruppo ha presentato una batteria di nuovi modelli straordinaria che lascia prevedere un balzo delle vendite e dei profitti. Tra un anno ci saranno, credo, sorprese.  E non è detto che il deal riguardi un produttore tradizionale. Mi sembra credibile la pista di Apple. Fiat è in grado di fornire al colosso Usa il necessario know how per le vetture di piccole dimensioni”.

Insomma, la parabola di Fiat Chrysler resta, agli occhi di Tamburi, esemplare di una certa metamorfosi del capitalismo italiano, più dinamico ed efficiente di quanto non emerga dalle analisi correnti. “Se guardo ai risultati delle aziende da noi partecipate, da Moncler a Prysmian, ma anche al quadro emerso dalla recente Star Conference, mi sento ottimista. Certo la velocità del cambiamento è legata alla rapidità con cui il Paese chiuderà le aziende decotte”. E su quel fronte molto resta da fare, anche perché l’azione di pulizia dei bilanci bancari lascia molto a desiderare.

Ma questo non deve eclissare la spinta al cambiamento che sta investendo la corporate Italia. “Si è aperta, infatti, una stagione di integrazione tra economia tradizionale e digitale”. E’ una delle prossime frontiere più promettenti dell’investitore Tamburi, grande azionista di Digital Magics. “Non credo alla contrapposizione tra vecchia e nuova economia, bensì ad una fase di transizione in cui sarà necessario cogliere le opportunità del nuovo senza bruciare le tappe o farsi illudere dalle suggestioni delle Borse. Amazon ha trionfato a Wall Street nel 2015, ma ha chiuso ancora in rosso. Wal Mart è precipitata ma ha realizzato utili d’oro”. Attenzione dunque agli eccessi, su Fiat Chrysler o su Jeff Bezos. Alla fine i conti tornano.

Commenta