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Supercoppa alla Lazio che beffa la Juve

La lazio supera il tabù Juve e si aggiudica il primo trofeo della stagione conquistando una meritatissima Supercoppa italiana – La Lazio è andata in vantaggio su rigore con l’ex Immobile che si è ripèturto con un gran gol nella ripresa – Dybala ha provvisoriamente pareggiato (il secondo gol su rigore) ma in pieno recupero il giovane Murgia ha dato la vittoria ai laziali

Supercoppa alla Lazio che beffa la Juve

Con una prestazione molto intelligente e orgogliosa la Lazio di Simone Inzaghi supera il tabù Juve dppo dieci sconfitte consecutive e conquista la Supercoppa italiana, il primo trofeo della stagione battendo per 3 a 2 i campioni d’Italia.

La Lazio ha fatto la partita fin dall’inizio andando in vantaggio al 32° con Immobile, che ha conquistato e trasformato un rigore provocato da Buffon che aveva vanamente tentato di porre rimedio a uno dei tanti sbandamenti difensivi dei bianconeri.

Nella ripresa Immobile ha consumato l’intera vendetta dell’ex segnando un gol fantastico anche nella prima parte della ripresa. Quando sembrava ormai compromessa, la Juve ha provvisoriamente ribaltato la situazione con due gol di Dybala, il migliore della sua quadra, che prima ha trasformato una mirabile punizione e poi ha realizzato un rigore procurato da Alex Sandro.

La Juve pregustava il clamoroso successo, ma proprio nel finale il giovane Murgia, un ragazzo che viene dalla cantera laziale e che è sempre stato valorizzato da Inzaghi, la beffava spedendo in rete al 93° un perfetto traversone di Lukaku che bruciava De Sciglio senza che nessuno dei centrali bianconeri (nè Barzagli nè Chiellini) riuscisse ad intervenire.

La Lazio comincia così nel migliore dei modi la nuova stagione conquistando per la quarta volta un trofeo di prestigio, mentre l’eclissi della Juve – iniziato nella disastrosa finale di Champions del 3 giugno a Cardiff – continua. E forse è ora che Allegri rifletta anche sui suoi errori, come quello di non aver schierato a centrocampo Marchisio, il più in forma dei suoi, tenuto incredilmente in panchina.

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