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Streaming tv, il gioco si fa duro e TimVision rinnova la squadra

Buona parte del pubblico, specialmente giovanile. vede la televisione fuori dal televisore, un campo dove si scontrano giganti a partire da Netflix e dove stanno per arrivare Apple e Disney: per questo Tim ha deciso di chiamare dalla Rai Andrea Fabiano a guidare TimVision

Streaming tv, il gioco si fa duro e TimVision rinnova la squadra

Sono trascorsi appena 10 anni dalla comparsa del primo set top box di Tim con il quale era possibile vedere contenuti audiovisivi in modo alternativo alla diffusione tradizionale via digitale terrestre ed ecco che inizia una nuova era. Dallo scorso 16 settembre Andrea Fabiano, ex direttore di RaiUno e RaiDue e recentemente responsabile del previsto nuovo programma di Fiorello previsto su RaiPlay, è stato chiamato dal CEO di Tim, Luigi Gubitosi, a far parte della squadra del principale operatore telefonico nazionale come Amministratore delegato di TimVision, la società incaricata di distribuire in streaming contenuti cinematografici, di intrattenimento e serie televisive. Si tratta di un segnale chiarissimo di come TIM intende affrontare le prossime sfide che si prospettano da qui a breve. In campo ci sono corazzate che hanno consolidato in Italia una presenza di grande rilevanza: prime fra tutte Netflix e, a seguire Amazon Prime per non dire di SkyGo e degli altri operatori RaiPlay e MediasetPlay e non sarà facile affrontarle.

Nel panorama della nuova televisione si aggiungono e si consolidano poi altre modalità di accesso e fruizione di contenuti audiovisivi che pure hanno conquistato tanta parte non solo dei numeri relativi ai contatti, alle visioni da device più o meno in mobilità (tablet e cellulari) come il gigante Youtube, ma anche di merce preziosissima come il “tempo di visione” che un individuo dedica ad una piattaforma rispetto ad un’altra. Non si contano più solo “quanti” ma soprattutto “quanto tempo”.  Da ricordare che da giugno scorso è disponibile il nuovo sistema di rilevamenti di Auditel Standard Digitale (la cosidetta “tv fuori dal televisore”) dove si possono “ … misurare i contenuti e la pubblicità TV anche su Smart TV, Personal Computer (PC), Smartphone, Tablet e Game Console, ottenendo informazioni in modalità censuaria, basate, cioè, non su stime campionarie, bensì sul totale degli ascolti direttamente rilevati” e dove, appunto, si misura anche il “tempo” speso in connessione. In questo campo sono emersi i dolori della televisione tradizionale digitale terrestre: i numeri di Auditel tradizionale sono completamente stravolti da quelli digitali dove si vede che i “contatti” LS per editore (Legitimate Stream, cioè visualizzazioni editoriali e pubblicitarie iniziati e visualizzati per almeno  0,3 secondi)  evidenziano che, ad esempio, Sky domina con oltre 111 mila K e distanzia, ad esempio, Rai con sole 10.400K nella settimana dal  15 al 21 settembre. Tradotto in soldoni: Buona parte del pubblico, specie giovanile, sotto i 35 anni, vede una televisione “diversa” da quella alla quale siamo abituati e porta a dire sempre più che i giovani padroneggiano i device digitali e i meno giovani sono ancorati al vecchio telecomando.

Inoltre, è necessario ricordare le piattaforme di video giochi on line che da sole assorbono buona parte del tempo occupato dal pubblico giovanile di fronte ad un teleschermo, grande o piccolo che sia. Secondo un recente studio pubblicato da PWC lo scorso anno il settore dei videogiochi, compreso in e off line, ha raggiunto circa 2 miliardi di euro ed è destinato quasi  a raddoppiarsi per il 2023 con un tasso di crescita medio che si aggira intorno al 13%. Anche in questo settore Fabiano dovrà confrontarsi: infatti nel bouquet di TimVision c’è anche TimGames, un servizio di Cloud Gaming  che consente il gioco in streaming sulla TV di casa, anche in 5G. Troverà un agguerrito concorrente in Vodafone,  che si appresta dal 1° novembre a scendere in campo in questo settore con due offerte dedicate. Ci sono in ballo numeri impressionanti che si trascinano dietro sostanziosi portafogli pubblicitari.

Dal prossimo 1° di novembre inizierà la partita un nuovo temibile concorrente nel mercato dello streaming tv: Apple Tv+ che con poco meno di 5 euro metterà sul piatto un sostanzioso bouquet di film e nuove produzioni. Ma l’avvenimento più rilevante è previsto, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, per il prossimo anno quando sbarcherà la corazzata Disney+. Infatti, si prevede dal 12 novembre l’avvio della diffusione negli USA e in Europa nel 2020. Si tratta di un appuntamenti destinati a sconvolgere non poco gli equilibri della nuova dimensione raggiunta dalla televisione via Web e, secondo molti osservatori, si tratta della mutazione più rilevante dopo l’inizio dell’era Netflix, ormai data oltre dieci anni.

Per Tim dunque la sfida la competizione si evidenzia in tutta la sua rilevanza e il suo campo di battaglia è definito molto bene: sono trascorsi poco meno di 20 anni da quando Bill Gates pronunciò il famoso mantra delle tv via streaming: “Content is king” concetto poi ulteriormente sviluppato con “i contenuti sono l’oggetto su cui mi aspetto che vengano sviluppati la maggior parte dei guadagni su internet”. Fabiano questo argomento lo conosce bene.

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