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Stop agli inceneritori: il governo blocca le Regioni

Il ministro Costa impugna la legge delle Marche sul trattamento dei rifiuti in impianti industriali – Lo scontro è sul SalvaItalia del centrosinistra. Ma il nodo dello smaltimento resta e gli inceneritori servono

Stop agli inceneritori: il governo blocca le Regioni

Gli inceneritori per i rifiuti non sono mai andati a genio ai Cinque Stelle. Avendo scelto come ministro dell’Ambiente un militare che ha lavorato nella Terra dei fuochi campana, non hanno perso occasione per tramutare quella contrarietà in azioni eclatanti. Ne sta facendo le spese, da ultima, la Regione Marche, la cui legge sul trattamento dei rifiuti in impianti industriali è stata impugnata dal Ministro Sergio Costa.

La motivazione alla base dello stop alle Marche è che la competenza è del governo e non delle Regioni. La legge è, quindi, incostituzionale e non deve essere applicata. In verità, hanno fatto notare gli ambientalisti, la legge marchigiana impedisce di bruciare rifiuti nel modo classico degli inceneritori, nel senso che sono vietati processi di combustione nocivi, ad eccezione del biometano.

Ovviamente il Ministro non ha preso nessun abbaglio. Non ha sbagliato. Semplicemente vuole cambiare la norma del Decreto SalvaItalia che prevede 12 nuovi impianti di trattamento dei rifiuti, tra cui quello delle Marche. “Stiamo lavorando a una normativa finalizzata alla riduzione della produzione dei rifiuti e all’aumento della differenziata”, dice Costa.

Dal punto di vista industriale e ambientale, però, al governo dovrebbero ricordare che la raccolta differenziata è attività assai complessa in Italia. I 47 inceneritori funzionanti gestiti da aziende con buone performance e adeguati livelli di controlli hanno risolto molte emergenze. Qualcuno ricorda quella di Napoli del 2011? La crisi simbolo di un Paese incapace di trovare soluzioni adeguate ad un problema enorme, mentre la criminalità organizzata faceva i suoi affari? Non sarebbe più saggio riconoscere che nelle difficoltà di centinaia di Comuni, gli impianti industriali aiutano? Certo non devono essere nocivi e ben venga la differenziata e l’economia circolare. Ma perché non buttare un occhio anche alle strade di Roma?

I governatori regionali non devono intervenire e le aziende pronte a partecipare alle gare per gli impianti stiano un po’ ferme. Alla fine il contenzioso del governo con le Marche dice questo. Tempi e norme di là da venire. Il governo precedente sospettato di voler favorire chissà quale business, con le ecomafie che fatturano 14 miliardi di euro e trattano oltre 4 milioni di tonnellate di rifiuti illegali .

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