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Sprint delle Borse, balzo di Azimut e banche

Si chiude una giornata di rialzi, dominata da notizie su Brexit – Bene anche Wall Street – A Milano crollo di Gedi

Sprint delle Borse, balzo di Azimut e banche

La settimana si apre in verde per i listini europei, mentre Wall Street si muove in territorio positivo, concentrandosi sulle trimestrali e approfittando dell’ottimismo su Brexit e dazi.

Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,7% e sale a 22.478 punti, grazie agli acquisti sui titoli finanziari. Fuori dal listino principale crolla Gedi (editore, fra gli altri, di Repubblica) -6,09%, dopo conti che rivelano perdite per 18,3 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno, a causa della crisi del settore e soprattutto per la cessione, con minusvalenza, di Persidera. E i fratelli De Benedetti dicono: resteremo al timone nonostante l’attacco di nostro padre.

La giornata è poco mossa per l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 132 punti base (+1,07%) e il rendimento del Btp segna 0,98%. Restano tensioni nella maggioranza, che non sembrano influire molto sulla fiducia degli investitori, intanto Reuters scrive che da Bruxelles arriva una lettera per chiarimenti sulla manovra 2020 e che l’esecutivo risponderà entro mercoledì.

Nel resto d’Europa la piazza migliore è Francoforte, +0,9%, sostenuta dal gruppo media Prosiebensat (+4,4%), dopo l’ingresso del miliardario ceco Kretinsky nel capitale, e da Commerzbank (+5,22%). La Bundesbank però avverte: l’economia tedesca potrebbe essere entrata in recessione, anche se non profonda.

Bene Madrid +0,75%, più arretrata Parigi +0,21%. Londra sale dello 0,16%, mentre la sterlina si apprezza contro dollaro ed euro, in un mercato che sembra più propenso a credere a un’uscita ordinata della Gran Bretagna dall’Unione Europea, nonostante l’inatteso rinvio, sabato, da parte del parlamento inglese, del voto sugli accordi siglati da Boris Johnson con Bruxelles.

Il clima è generalmente favorevole al rischio anche grazie alla schiarita nelle trattative commerciali fra Usa e Cina, con il vicepremier cinese Liu He che parla di “sostanziali progressi in molti aspetti” e “basi importanti per un accordo di prima fase”, mentre il presidente Donald Trump spera di chiudere l’intesa prima del meeting di novembre dell’Asia-Pacific Economic Cooperation. Sulla base di questa premessa Wall Street procede in rialzo, anche se Boeing scivola verso la peggiore performance da oltre un decennio dopo che diversi broker hanno declassato il titolo alla luce dei messaggi di un ex pilota collaudatore che potrebbe aver involontariamente sviato gli enti di controllo sulla sicurezza del jet 737 MAX, messo a terra dopo gli incidenti.

Sono deboli le materie prime: l’oro scende a 1488,30dollari l’oncia. Il petrolio tipo Brent arretra a 58,56 dollari al barile (-1,45%).

Soffre l’euro, che scambia sul dollaro in area 1,143 e contro la sterlina a 0,8583.

In Piazza Affari la blue chip migliore è Azimut +4,45%, in un contesto complessivamente favorevole al risparmio gestito. Finecobank sale del 2,64%, grazie alle raccomandazioni di Deutsche Bank. Banche in pole position con Bper +2,6% (Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo a 4,4 euro da 4,2 euro precedente) e Unicredit +2,1%. Bene Prysmian+2,23%, dopo un contratto per forniture per l’eolico con Siemens Gamesa. In evidenza la galassia Agnelli, con Exor +2,21%; Cnh +1,99%; Fca +1,23%.

Le vendite colpiscono il settore sanitario: Amplifon -4,23%; Diasorin -2,61%; Recordati -1,53%. Perdite per Atlantia -0,94%, su cui ha pesato l’indiscrezione riportata ieri da Il Sole 24 Ore secondo cui i 5 Stelle vorrebbero introdurre una norma che riduca all’1% la quota di ammortamento dei beni gratuitamente devolvibili ai concessionari di costruzione e gestione di autostrade e trafori. Per Atlantia l’impatto negativo stimato sarebbe intorno ai 300 milioni per gli esercizi 2019 e 2020.

Fuori dal listino principale si fa notare il calo di Gedi (-6,09%), anche perché la faida familiare che vede contrapposto il padre Carlo De Benedetti, ai figli attualmente alla guida della società, si arricchisce di un nuovo capitolo dopo l’offerta lanciata dal patriarca venerdì scorso. In una lettera ai dipendenti Marco De Benedetti rispedisce le accuse di cattiva gestione al mittente e dice: “Non siamo un gruppo sconquassato, non siamo un gruppo da risanare, non siamo una barca senza timoniere”. 

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