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Spread sotto 150 ma banche, Diasorin e Atlantia deprimono la Borsa

Dopo le impennate dei giorni scorsi legate al Recovery Fund e al risiko, i titoli bancari soffrono e il Ftse Mib ne risente – Forti vendite anche su Atlantia e Diasorin

Spread sotto 150 ma banche, Diasorin e Atlantia deprimono la Borsa

Il Btp decennale va per la maggiore e lo spread con il Bund scende a livelli pre pandemia, ma le banche italiane si sgonfiano e deprimono Piazza Affari, che chiude in maglia nera in Europa. Perdono terreno, nel pomeriggio, anche gli altri listini continentali a seguito dell’apertura negativa di Wall Street, dopo richieste di sussidi di disoccupazione superiori al milione per la diciottesima settimana consecutiva. Prende fiato Tesla, -0,08%, dopo gli ottimi conti. 

Il clima finanziario stagna a causa delle tensioni Usa-Cina e dell’epidemia di Covid 19, che prosegue la sua marcia inesorabile nel mondo, superando i 3 milioni di contagi in Europa e avvicinandosi ai 4 milioni negli Stati Uniti. Nella giornata uggiosa dei mercati continua però a brillare la luce dell’oro, ancora in rialzo a 1895 dollari l’oncia. 

Francoforte limita i danni fermandosi praticamente invariata, -0,04%, sorretta da Daimler, +4%, che prevede un aumento dell’utile netto della controllata Mercedes Benz quest’anno, in un quadro in cui le vendite tornano a crescere. 

Sono piatte anche Parigi -0,07% e Madrid -0,01%; poco meglio Londra +0,1%.

Milano cede lo 0,7% e scende a 20.454 punti. In fondo al listino c’è Diasorin, -3,26%, penalizzata dall’inchiesta giudiziaria in corso sull’accordo stipulato con l’Ospedale San Matteo sui test sierologici per il Covid. 

A pesare sul Ftse Mib però sono soprattutto le banche, dopo che Unicredit (-2,47%) ha posto un freno alle ipotesi aggregative avanzate dalla stampa nei giorni scorsi. Ieri il Ceo di Unicredit, Jean-Pier Mustier, ha ribadito che la banca non è interessata a operazioni di M&A e ritiene più efficiente la strada del buyback.

Banco Bpm perde il 3,19%; Intesa -1,44%; Mediobanca -1,73%; Ubi -1,24%. Fuori dal paniere principale Bper cede il 3,45%, con Mps -3,42%. Il settore soffre l’ipotesi che la Bce possa chiedere ai principali istituti di sospendere lo stacco dei dividendi per tutto l’anno. Le banche si fermano in rosso nonostante il secondario archivi un’altra ottima seduta, ancora in scia all’accordo sul Recovery Fund.

Lo spread con il decennale tedesco scende a 146  punti base (-3,79%) e il rendimento del Btp torna sotto la soglia dell’1% (0,97%). Si è a un passo dalla chiusura di lunedì 24 febbraio 2020 (144,4 punti base) quando i mercati iniziarono a scontare la diffusione della pandemia in Italia e lo spread cominciò a correre fino e oltre 300 punti base (a metà marzo), prima dell’intervento deciso della Bce.

Nel resto del listino sono negative A2a -2,87% e Atlantia -2,71%. Il produttore di chip Stmicroelectronics perde lo 0,41% pur avendo migliorato la guidance per i ricavi netti annuali.

Vendite anche su Telecom che cede lo 0,47%. Fa peggio la controllata brasiliana Tim Participacoes (-4,5%) dopo la notizia che Highline do Brasil, società del gruppo di private equity Digital Colony, ha presentato l’offerta migliore per gli asset mobili della tlc brasiliana Oi e le due parti stanno entrando in trattative esclusive.

Regina della seduta è Unipol, +4,12%, su cui Equita alza il prezzo obiettivo stimando una crescita del ramo danni anche per Unipolsai (+1,11%). Gli analisti prevedono un rafforzamento del comparto grazie soprattutto alla frequenza del traffico post-lockdown, che dovrebbe compensare il periodo debole del segmento vita e della gestione finanziaria.

Bene Cnh +2,39%; Campari +1,95%; Moncler +1,64%.

Sul mercato valutario l’euro mantiene una buona intonazione contro il dollaro con il cambio che si muove oltre 1,16. Debole la sterlina, che risente dei commenti di Michel Barnier, negoziatore Ue per la Brexit, secondo cui Londra non avrebbe dimostrato sufficiente volontà di uscire dall’impasse sull’accordo per il divorzio da Bruxelles. La valuta britannica arretra di circa 0,3% nei confronti sia del dollaro sia dell’euro.

Fra la materie il petrolio è in lieve calo. Il Future Brent, settembre 2020, scambia a 44,20 dollari al barile (-0,2%).

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