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Spread a 100 e Borsa al top confermano la credibilità dell’Italia di Draghi

La discesa del differenziale Btp-Bund a quota 100 conferma la credibilità dell’Italia di Draghi sui mercati finanziari, che trova un ulteriore riscontro nel rally della Borsa che prosegue, grazie soprattutto al balzo di Stellantis, malgrado la debolezza delle banche

Spread a 100 e Borsa al top confermano la credibilità dell’Italia di Draghi

Prosegue il rally ferragostano di Piazza Affari, che supera quota 26.500 punti chiudendo in rialzo dello 0,38%, portata da Stellantis +2,66%, ma frenata dal settore bancario, oggetto di qualche presa di profitto. Il listino milanese continua a muoversi ai massimi dal 2008, mentre il Cac 40 di Parigi, +0,36%, si avvicina al record storico che risale a 21 anni fa. Nel resto d’Europa Francoforte si apprezza dello 0,7%, Madrid e Amsterdam sono praticamente incolori, mentre Londra perde lo -0,35%, zavorrata dal settore minerario a seguito del tonfo di Rio Tinto (-5,5%).

Sulla stessa lunghezza d’onda si muove Wall Street, che vede il Dow Jones in lieve calo dopo due sedute consecutive a livelli record, mentre il Nasdaq appare in ripresa. Dall’una all’altra sponda dell’Atlantico ci si muove con prudenza, sia per gli alti livelli raggiunti, sia per la variante Delta che incombe sulla ripresa e ha frenato la seduta dei listini asiatici, sia per l’incertezza sulle prossime mosse della Fed alla luce dei dati su inflazione e lavoro in continuo aggiornamento. I prezzi al consumo nel mese di luglio, come visto ieri, sono cresciuti a un ritmo più lento rispetto a giugno, segno che l’inflazione ha forse già toccato il suo picco.

Oggi emerge che le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Usa sono scese a 375.000, in calo di 12mila e in linea con le stime, mentre i prezzi alla produzione nel mese di luglio sono cresciuti più del previsto,  +1%, contro attese per +0,6%; la componente “core” – quella depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici e dai servizi commerciali – è cresciuta dell’1%, contro attese per +0,5%. Rispetto a un anno prima, gli aumenti sono stati del 7,8% e del 6,2%, i più alti mai registrati da quando c’è la rilevazione, cioè da 10 anni a questa parte. Gli investitori sono alle prese dunque con questi dati, per capire come orienteranno le scelte della Fed. Ormai sembra scontato che nei prossimi mesi la banca centrale nord americana comincerà a ridurre il suo sostegno per l’emergenza pandemica tagliando i 120 miliardi di dollari di acquisti mensili di obbligazioni. Ciò che è di gran lunga meno certo è la tempistica e il ritmo di qualsiasi successivo aumento dei tassi di interesse, un passo più consequenziale che dipenderà da quale visione dell’inflazione prevarrà.

Secondo Mary Daly, governatrice della Federal Reserve di San Francisco e componente con diritto di voto al Fomc, il tapering può cominciare entro la fine del 2021. “È appropriato iniziare a discutere di una riduzione del livello di aiuti che stiamo dando all’economia. E si inizia dall’acquisto di asset, naturalmente” ha detto in un’intervista al Financial Times. Daly ha espresso ottimismo sulla ripresa economica, minimizzando l’eventuale impatto della variante Delta del coronavirus. Gli obiettivi della Fed su occupazione e inflazione, secondo la governatrice, saranno raggiunti entro la fine del 2021 o nel 2022.

Sul mercato valutario il dollaro è stabile, poco sotto i massimi da 4 mesi. Il cuore del biglietto verde batte al ritmo delle valutazioni della banca centrale a stelle e strisce e, secondo quanto scrivono gli analisti di Commerzbank ai loro clienti, dopo i dati sui prezzi la consumo di ieri “è più probabile che l’inflazione torni all’obiettivo del 2% e meno probabile che la Fed debba alzare i tassi più aggressivamente di quanto immaginato finora”. L’indice del dollaro è in rialzo dello 0,08% e l’euro cambia sui livelli della vigilia intorno a 1,173.

Il termometro dei titoli di Stato vede prezzi in lieve calo e rendimenti in moderato rialzo. Il decennale segna +1,366% da1,359% di ieri. Nell’azionario rimbalza Moderna dopo il tonfo delle ultime sedute a seguito delle osservazioni di un analista di Bofa-Merryll Linch che, dati alla mano, sostiene che le quotazioni sono troppo alte. Intanto, in giornata, le autorità di Washington dovrebbero dare via libera alla terza dose di vaccino anti Covid di Moderna e Pfizer Biontech per i soggetti fragili.

Sono poco mosse le materie prime. L’oro tratta sui livelli della chiusura precedente a 1751,90 dollari l’oncia. Il petrolio, tipo Brent, arretra dello 0,2% intorno a 71,30 dollari al barile. Per quanto riguarda la seduta di Piazza Affari, dietro a Stellantis, ci sono  Interpump +1,45%, Amplifon +1,4%, Diasorin +1,25%. Atlantia si apprezza dell’1,24% anche a seguito dell’aumento del traffico aereo e autostradale. Gli analisti di Equita notano che il primo “è migliorato nuovamente dopo qualche settimana di stabilizzazione”. Aeroporti di Roma (controllata da Atlantia) registra un -60% rispetto al 2019 contro il -82% da inizio anno, mentre Nizza vede un -39% (contro -69%).

In fondo al listino sono Banco Bpm -1,24%, Unicredit -0,87%, Finecobank -0,91%; Bper-0,7% dopo i recenti rialzi. Perde Telecom -0,86%. Fuori dal paniere principale si sgonfia Ulisse Biomed -20,35% dopo i lauti guadagni a partire dal debutto sull’Aim venerdì scorso. Spread in calo a 100 punti base, con un tasso del decennale italiano in ribasso a +0,55% e quello del Bund stabile a -0,5%. Bankitalia rende noto che, nel collocamento riservato agli operatori specialisti, il Tesoro ha emesso 700 milioni di Bot annuali scadenza 12/08/2022 e la domanda è stata pari a 884,7 milioni di euro.

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