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Spostamenti: nuova autocertificazione e maximulte in arrivo

Cambia ancora l’autocertificazione: si deve indicare oltre alla residenza il domicilio – Approvato il decreto che prevede multe fino a 3.000 euro e reclusione fino a 5 anni per chi esce dopo essere risultato positivo al test – Escluse per ora restrizioni fino al 31 luglio: scadenza confermata al 3 aprile, poi si valuterà.

Spostamenti: nuova autocertificazione e maximulte in arrivo

Il nuovo decreto di emergenza (quello del 22 marzo) impone una ulteriore stretta sugli spostamenti e dunque da oggi è necessaria una nuova autocertificazione, come sempre scaricabile dal sito del Viminale (ecco il link, se non si ha la stampante a casa si deve ricopiare il testo a mano). La novità è che il dichiarante deve indicare oltre alla residenza anche il domicilio, e che è obbligato a indicare da dove lo spostamento è cominciato e la destinazione.

Per quanto riguarda i motivi, restano le “comprovate esigenze lavorative”, i “motivi di salute” e la “situazione di necessità”, mentre la voce “assoluta urgenza” sostituisce quella del “rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, in quanto viene recepito il Dpcm del 22 marzo che vieta i trasferimenti da un Comune all’altro (nello stesso Comune rimane da dimostrare la “situazione di necessità”). Le nuove misure valgono, come ha specificato il direttore del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, “fino al 3 aprile. Per ora è assolutamente escluso che vengano prolungate al 31 luglio. Si valuterà a ridosso del 3 aprile come procedere”.

Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha precisato che “non è vero che ci saranno restrizioni fino al 31 luglio. Quello è lo spazio dell’emergenza, non delle misure restrittive. Anzi siamo pronti per allentare il prima possibile quelle misure, ben prima della scadenza ipotetica di luglio”.

Insomma regole più ferree, forse prolungabili nel tempo e soprattutto sanzioni più severe per chi non le rispetta. Il Ministero dell’Interno infatti ha preso atto che le denunce nella sola giornata di lunedì 23 marzo sono state oltre 10mila: questo perché forse la violazione dell’articolo 650 del codice penale, che prevede l’arresto fino a tre mesi alternativo a un’ammenda fino a 206 euro, non è stata un deterrente sufficiente.

Sono quindi in arrivo sanzioni amministrative, più immediate e soprattutto più dure: la ministra Vincenza Lamorgese, nel confronto con Palazzo Chigi e col Ministero di Grazia e Giustizia, ha spinto per inserire nel testo una multa fino 4 mila euro. Nel pomeriggio il Cdm ha approvato il decreto recependo la novità: multe da 400 a 3.000 euro (senza però l’aggiunta del fermo del mezzo, come inizialmente ipotizzato) e anche lo stop fino a 30 giorni per le attività commerciali che non rispettano i provvedimenti restrittivi.

Non solo: per chi è positivo al virus e viola la quarantena viene ora prevista una pena massima di 5 anni di reclusione. Infine è stata aggiunta la possibilità per i presidenti di regione di emettere ordinanze più restrittive nei territori a maggiore circolazione del virus, purché convalidate entro sette giorni con decreto del presidente del consiglio dei ministri. 

Articolo aggiornato alle 10.23 di mercoledì 25 marzo

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