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Coronavirus, Decreto 22 marzo: ecco chi apre e chi no

Il Dpcm annunciato dal premier Conte che chiude, con molte deroghe, fabbriche e imprese da lunedì 23 marzo è stato firmato e pubblicato – Resterà in vigore fino al 3 aprile – Tre giorni di tempo alle imprese per chiudere – Ecco l’elenco di tutte le attività che potranno restare aperte – Sindacati sul piede di guerra: troppe deroghe

Coronavirus, Decreto 22 marzo: ecco chi apre e chi no

I professionisti continuano a lavorare, chiudono le fabbriche. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il decreto del 22 marzo che indica quali sono tutte le attività considerate indispensabili e che come tali potranno continuare a svolgere la propria attività. Ma i sindacati sono sul piede di guerra e minacciano lo sciopero generale se troppe attività resteranno aperte.

Il Dpcm 22 marzo, quello appunto annunciato da Giuseppe Conte nel suo discorso di sabato notte, è stato pubblicato domenica sera sul sito del Presidente del Consiglio. “Sono sospese – è scritto nell’articolo 1 del provvedimento – tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1 e salvo quanto di seguito disposto. Le attività professionali non sono sospese e restano ferme le previsioni di cui all’articolo 1, punto 7, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020″.

Ecco dunque il testo del decreto che sospende le attività da lunedì 23 marzo e il testo dell’allegato 1 che invece indica, una per una, tutte quelle che potranno continuare a restare aperte in quanto considerate strategiche. Quelle da chiudere, precisa però il testo del Dpcm, potranno proseguire l’attività in modalità smartworking ovvero con il cosiddetto lavoro agile, svolto dai dipendenti da casa via Internet.

Sono 80 le attività che derogano all’obbligo di chiusura e fra queste ci sono i supermercati, le farmacie, gli studi professionali come quelli legali o di ingegneria e architettura, le edicole, gli uffici postali, le agenzie di distribuzione di giornali e riviste, gli alberghi, i call center come pure le colf e le badanti. Proseguono le attività anche banche, assicurazioni, servizi finanziari. E poi meccanici, corrieri per la consegna dei pacchi, trasporti pubblici e privati.

La validità del decreto e delle disposizioni complessivamente decise dal governo viene unificata: il nuovo decreto entra in vigore lunedì 23 marzo e ha validità fino al 3 aprile 2020. Ciò significa che le attività sospese possono smaltire le consegne fino al 25 marzo e che le misure restrittive sulla circolazione delle persone, che sarebbero scadute il 25 marzo, vengono prorogate e unificate con la scadenza del 3 aprile.

I sindacati però sono critici. «A differenza di quanto indicato sabato in queste ore – affermano a caldo i segretari di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo – sembrerebbe avanzare l’ipotesi che, nel decreto in discussione, l’Esecutivo intenda aggiungere all’elenco dei settori e delle attività da considerare essenziali nelle prossime due settimane attività produttive di ogni genere». Lo affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, spiegando di essere pronti alla «mobilitazione, fino ad arrivare allo sciopero generale» in difesa della salute dei lavoratori.

1 thoughts on “Coronavirus, Decreto 22 marzo: ecco chi apre e chi no

  1. Nell’articolo 1 lettera u) del DPCM 10/4/2020 è scritto:”Sono sospese le attività di palestre..” fino al 3 maggio 2020,aggiunge l’articolo 8.= Nell’allegato 4, dello stesso decreto,che i sindaci e le associazioni di categoria devono diffondere in tutti gli esercizi commerciali, è scritto:”Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre..soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani.” Ma se le palestre devono stare chiuse,perchè questa raccomandazione da diffondere a tutti?

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