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Spagna, Rajoy vuole l’unione bancaria entro dicembre e non esclude più di chiedere aiuti

Il primo ministro spagnolo ha insistito sull’importanza di diminuire il deficit pubblico e attuare il più rapidamente possibile le riforme strutturali – Chiedere aiuti all’Efsf? “Non ancora”, prima bisogna capire quali sono le “misure straordinarie” di cui ha parlato Draghi ieri – Ma Rajoy chiede aiuto nella “battaglia europea” e non esclude aiuti da Efsf

Spagna, Rajoy vuole l’unione bancaria entro dicembre e non esclude più di chiedere aiuti

Rafforzare l’unione europea, sperando di vedere un’unione bancaria entro dicembre, migliorare i conti nazionali e continuare con le riforme strutturali. Queste le linee guida dell’azione di politica economica annunciate dal primo ministro spagnolo Mariano Rajoy questo pomeriggio. E’ la prima volta che il premier iberico fa una conferenza stampa sottoponendosi alle domande dei giornalisti. 

“Ieri c’è stato un cambiamento molto importante”, ha dichiarato Rajoy facendo riferimento alle parole del presidente della Bce Mario Draghi. “Per la prima volta si è parlato di interventi nel mercato secondario” e di “misure straordinarie” per ridare stabilità ai mercati ma finché non “conoscerò esattamente in cosa consistono queste mosse non prenderò una decisione”. Rajoy però non esclude più di chiedere aiuto al fondo salva-Stati (Efsf), come sembrava gli avesse suggerito il premier italiano Mario Monti ieri in visita a Madrid. “Monti sta governando molto bene”, ha detto Rajoy, “. Ma ognuno prende le decisioni che ritiene più oppurtune. Io farò quello che conviene all’interesse generale degli spagnoli”.  La verità si capirà a settembre.

Il primo ministro ha elencato le diverse riforme che negli ultimi mesi sono state messe in atto dal Governo per migliorare la competitività dell’economia spagnola e migliorare i conti pubblici. “Il più grande problema per il nostro Paese”, ha dichiarato Rajoy, “è che siamo in debito di un grande ammontare e dobbiamo ripagare questi fondi e, al momento, è molto difficile che qualcuno ci faccia prestiti o rifinanzi i debiti che abbiamo”. Per questo “ridurre il deficit è imperativo” dal momento che nel 2013 la Spagna dovrà pagare 8 miliardi di euro in più di interessi e il debito è di 900 miliardi di euro. In secondo luogo l’azione del governo continuerà con le riforme strutturali “che non producono effetti ora ma che le produrranno in futuro”. Altro tema importante è il risanamento del sistema finanziario “con iniezioni di capitali e ristrutturazioni bancarie”.

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