Condividi

S&P promuove Italia e riforme del governo. Confermato rating

L’agenzia di rating ritiene che l’economia italiana “resterà in carreggiata” ma rivede al ribasso delle stime di crescita per il 2016 e 2017 in considerazione anche del rallentamento delle economie globali. Positivo il giudizio su Atlante

S&P promuove Italia e riforme del governo. Confermato rating

L’economia italiana ” resterà in carreggiata”.  Così Standard & Poor’s promuove l’Italia e, nonostante la revisione al ribasso delle stime di crescita del Pil all’1,1% nel 2016 e all’1,3% nel 2017 (rispettivamente dall’1,3% e 1,4% precedenti), conferma il giudizio sul nostro Paese.

Standard & Poor’s Global Ratings ha comunicato, poco dopo la chiusura di Borsa, che conferma il rating di lungo e breve termine a “Bbb-/A-3”, con outlook stabile. Come si legge nella nota dell’Agenzia, l’outlook riflette l’aspettativa che “il Governo italiano continuerà ad applicare riforme strutturali e di bilancio organiche e potenzialmente in grado di sostenere la crescita, che stabilizzeranno, cominceranno a ridurre, un rapporto debito/Pil molto alto”. L’agenzia considera inoltre “positive” le recenti iniziative a sostegno delle banche italiane e per la riduzione dell’alto livello di prestiti in sofferenza nel settore bancario (Fondo Atlante), sebbene tali iniziative “da sole non siano sufficienti ad affrontare appieno i problemi collegati”.

Sulle previsioni per l’anno in corso e per il 2017 pesa “la decelerazione dell’attività economica nella seconda parte dell’anno” e il “deterioramento delle prospettive di crescita delle maggiori economie globali”. Secondo S&P, il rating dell’Italia “è limitato dalla debolezza che si vede nella performance del Pil nominale e reale e dall’erosione della competitivita’”, che mina la sostenibilità delle finanze pubbliche. Inoltre, sulla valutazione “pesa anche un debito pubblico molto ampio”, con il debito generale netto che è il terzo più alto tra i 130 Paesi valutati dall’agenzia, dopo Grecia e Giappone. Il debito alto riflette una storia “non omogenea” del Paese nel rispettare i target fiscali all’interno del ciclo di business. “Riteniamo che la credibilità fiscale sia particolarmente importante per Paesi con alto livello di debito, come l’Italia”, il cui debito l’anno scorso era pari a circa il 130% del Pil, spiega l’agenzia.

Commenta