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Sisma: Ferrari, Lamborghini e Hera tendono la mano ai fornitori

DIARIO FUORI DAL CORO – La Ferrari fa posto a un fornitore in fonderia – Lamborghini anticipa il premio produttività, ma rallenta causa fornitori – Hera destina 300 mila euro ai terremotati – Ducati fa ricorso alle scorte.

Sisma: Ferrari, Lamborghini e Hera tendono la mano ai fornitori

Prove di solidarietà da parte delle imprese emiliane più importanti, come Ferrrari, Lamborghini e Hera.

La Ferrari, che non ha subito danni diretti a Maranello, cerca di venire incontro ad alcuni fornitori per dare una mano e non rallentare la produzione. In particolare una fonderia di San Felice sul Panaro ha perso ogni suo avere, ma ha trovato spazio direttamente nella fonderia del cavallino rampante, dove potrà continuare a produrre una copertura del motore, il cosiddetto “polmone”. I vertici della casa automobilistica si sono inoltre dati da fare perché tale fonderia possa continuare lavorare anche per altri clienti, cercando spazio in fonderie del circondario. Contestualmente la Ferrari ha annunciato un’asta mondiale di beneficenza sul suo sito interenet, i cui proventi saranno devoluti alle famiglie delle vittime del terremoto. Fra gli oggetti in vendita una “berlinetta” da pista 599XX Evo da 1,3 milioni di euro e un motore V8 da Formula 1. In vendita anche vari oggetti provenienti dal mondo della Formula 1: un motore V8, caschi e tute da gara di Fernando Alonso e Felipe Massa.

Lamborghini, azienda di Sant’Agata bolognese del gruppo Audi, ha riaperto oggi i battenti dopo la forte scossa di martedì. La casa del Toro ha deciso di stare chiusa due giorni per fare le necessarie verifiche strutturali e venire incontro ai dipendenti, molti dei quali vivono nelle zone terremotate. Sono un centinaio, su 930, quelli coinvolti in varia misura nel sisma. Per venire loro incontro Lamborghini ha deciso di anticipare di un mese il premio produttività, mettendolo in busta paga, su richiesta, dal primo giugno, mentre sono allo studio altre iniziative per aiutare i dipendenti colpiti più pesantemente. A disposizione degli stessi la casa di Sant’Agata ha messo uno sportello di aiuto psicologico

Lamborghini ammette un rallentamento della produzione a causa dei problemi dei fornitori che lavorano nella cosiddetta “bassa”, la zona colpita dal sisma.

Hera, la multiuility del bolognese, ha deciso di mettere mano al portafogli per aiutare le popolazioni colpite. “Il gruppo in un momento di così drammatica prova per l’Emilia-Romagna – scrive in una nota – sente ancora più forte la propria responsabilità di azienda di servizio pubblico locale al servizio del territorio e dei suoi cittadini.

Per tale ragione ha deciso di aderire alla raccolta fondi istituita della Regione a favore della cittadinanza colpita dal sisma, con un versamento di trecentomila euro.

Inoltre il Gruppo sostiene e agevola la sottoscrizione promossa da tutte le sigle sindacali rappresentate in azienda fra i dipendenti, il cui ricavato sarà destinato al sostegno delle popolazioni terremotate”.

Ducati ieri ha ricominciato a lavorare a pieni giri. L’azienda motociclistica, che ha sede alle porte di Bologna, non ha edifici danneggiati, né problemi aggiuntivi di forniture, dopo quelli riscontrati con la prima scossa del 20 maggio. Le scorte, per ora, sembrano sufficienti a garantire un normale ritmo della produzione.

Terremoto. Gli ordini di parmigiano intasano il centralino di un’azienda agricola

Il parmigiano reggiano scampato al terremoto va letteralmente a ruba, l’azienda agricola Carretti ha fatto girare una comunicazione via mail per rassicurare i clienti e chiedere di non intasare i centralini. Il formaggio c’è ancora, ma è meglio ordinarlo via web, perché le linee non reggono la quantità di telefonate in entrata. Insomma la solidarietà è più sollecita, quando è garantita 18 mesi e si può grattare su un buon piatto di pasta.

Il tremore che paralizza l’economia

Il bollettino scosse in Emilia anche oggi porta la sua pena, la girandola di cifre relative allo sciame è impressionante e non si capisce quando si fermerà. La speranza è che non  accada più nella di grave, come è stato per cinque secoli, ma l’inattesa batosta di martedì ha creato panico e paralisi. Un tremore che impedisce di muoversi.

Panico perché il futuro è incerto, paralisi perché non si capisce quando e come la situazione si normalizzerà. Non c’è solo una popolazione da aiutare, c’è un’intera economia da far ripartire e comincia ad affacciarsi il timore che la “prevenzione” possa diventare un vincolo ancora più mortale del terremoto. In queste ore la preoccupazione serpeggia severa fra chi ha attività produttive a Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Medolla o Mirandola. Nessuno è più autorizzato a entrare nelle proprie aziende, prima che la protezione civile e i vigili del fuoco abbiano visionato e autorizzato o si rischia una denuncia penale. Non si può nemmeno ipotizzare come ricostruire o fare valutazioni, perché non si conoscono regole da rispettare e nessuno offre tempi certi. Il rischio è di dover attendere un sopralluogo 15 giorni-un mese e solo da quel momento in poi ci sarà la possibilità di avviare la stesura di un progetto, con buona pace della produzione che non potrà ripartire prima di settembre. Ma questo per molti, se non per tutti, significa fallimento.   

A queste preoccupazioni degli imprenditori si affiancano quelle di molti lavoratori e delle organizzazioni sindacali, che temono una fuga delle imprese. Dopo il caso della Magneti Marelli di Crevalcore, che sembra parzialmente rientrato, oggi l’allarme è scattato alla Curved Plywoods di San Matteo della Decima, azienda cartotecnica. “Grave tentativo di trasferimento in Romania”, denuncia la Filca, sindacato degli edili e lavoratori del legno. Insomma il terremoto potrebbe diventare un alibi per trasferimenti indiscriminati anche da parte di chi non ne ha bisogno. Una questione che allarma anche Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil: “Sul punto – dice- credo ci debba essere un impegno serio del Governo, un messaggio inequivocabile”.  Ma bisogna anche partire con la ricostruzione: “non si può immaginare, perché non si sa quanto durerà lo sciame sismico, di lasciare tutto in sospeso”.

Per le verifiche di agibilità la Regione chiama all’appello tecnici specializzati

Ingegneri, architetti e geometri che vogliono proporsi per le verifiche di agibilità devono avere frequentato un corso di valutazione e di rilievo del danno e ottenuto la relativa attestazione dalla Protezione civile. In questo caso possono inviare il curriculum a sisma2012@regione.emilia-romagna.it

 

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