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Senato, pene più severe contro la corruzione

Le norme anticorruzione sono all’attenzione delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama – Il testo arriva dalla Camera modificato e ampliato rispetto alla precedente lettura del Senato – Ecco le novità.

Senato, pene più severe contro la corruzione

Sanzioni più severe per colpire la corruzione, una piaga che si inserisce come un reticolo nell’amministrazione pubblica ma anche nel settore economico, specie nel sottobosco degli appalti e subappalti. 

Le norme anticorruzione sono all’attenzione delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Palazzo Madama. Il testo  arriva dalla Camera modificato e ampliato rispetto alla precedente lettura del Senato: le modifiche riguardano le finalità dell’autorità nazionale anticorruzione e le modalità con cui è strutturato il piano nazionale anticorruzione.

Il provvedimento ridefinisce il reato di concussione che diventa riferibile al solo pubblico ufficiale (e non più anche all’incaricato di pubblico servizio). Quanto alla corruzione per un atto d’ufficio è ora sanzionata più severamente: reclusione da uno a cinque anni, anziché da sei mesi a tre anni. Vengono poi ridelimitate le diverse forme di corruzione: da una parte, la corruzione propria che rimane ancorata al compimento di un atto contrario ai doveri d’ufficio; dall’altra, l’indebita ricezione o accettazione della promessa di denaro o altra utilità, che risulta adesso collegata all’esercizio delle funzioni e non al compimento di un atto dell’ufficio.

Con un nuovo articolo si introduce il “traffico di influenze illecite che punisce con la reclusione da uno a tre anni chi sfrutta le sue relazioni con il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio al fine di farsi dare o promettere denaro o altro vantaggio patrimoniale come prezzo della sua mediazione illecita ovvero per remunerare il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. La stessa pena si applica a chi dà o promette denaro o altro vantaggio. Infine per l’abuso d’ufficio si inasprisce la pena della reclusione: da uno a quattro anni anziché da sei mesi a tre anni.

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