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Sempre più estremista la destra di Berlusconi

Il Cavaliere si prepara al voto stringendo alleanze con la Lega, Storace e gli autonomisti siciliani – Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz lancia l’allarme sul rientro in campo. Protesta Cicchitto, ma (per ora) non il Ppe – Intanto prepara una lista di amazzoni, imprenditori, e uomini di spettacolo.

Sempre più estremista la destra di Berlusconi

Altro che mettere insieme i moderati! Le prime mosse di Silvio Berlusconi, neocandidato premier per quel che resta del centro-destra, sono sempre più a caccia di alleanze con chi moderato non è mai stato. E così al Nord recupera la Lega, che, Bossi o Maroni, non ha mai usato toni parlamentari nel proclamare i suoi programmi estremistici e spesso secessionisti.

A Roma e nel Lazio è pronto ad offrire la candidatura a presidente della Regione a Francesco Storace, il quale ha già aperto la sua campagna elettorale sostenuto da Assunta Almirante e dal console fascio rock Mario Vattani (quello della band “sotto fascia sempre”, che si esibisce con tanto di saluti romani negli accoglienti locali di casa Pound). Si profila poi un’alleanza in Sicilia con quel che resta del movimento autonomista di Raffaele Lombardo e altri che hanno partecipato alla sua disastrosa gestione della regione contrassegnata da un deficit alle stelle e da un ufficio stampa che per numero di addetti superava quello della Casa bianca.

Insomma, le alleanze sono all’insegna dell’estremismo più radicale e non certo della moderazione. Ma le cose non cambiano per quanto riguarda i contenuti. I quali sono caratterizzati da una contestazione radicale di quello che è stato il filo conduttore del governo Monti, accusato persino di essere, in economia, succube della linea della Fiom e di Sel, per non dispiacere Bersani e al Pd. Al tempo stesso Monti, e non solo lui, è accusato di essere al servizio del Cancelliere tedesco, dal momento che ha messo in pratica gli accordi sottoscritti proprio dal governo Berlusconi con le istituzioni europee.

Si profila un programma elettorale (vi sta alacremente lavorando il non sempre “cauto” Brunetta) all’insegna del populismo e dell’anti-europeismo puro e duro. C’è poco da meravigliarsi se uomini come Cazzola, Pisanu, Frattini, forse Sacconi e altri pensino a trovare collocazioni diverse da quelle del Pdl, ammesso che sia ancora questo il nome che Berlusconi vorrà dare alla sua lista.

Problemi anche per altri colonnelli come La Russa, Gasparri ,Cicchitto e quant’altro. Di questi infatti il Cavaliere non si fida più ed attribuirebbe alle loro “perfomance” televisive il bassissimo livello che il Pdl ha nei sondaggi. Al loro posto pensa di mettere in campo imprenditori come Samorì (pare che Briatore preferisca un ruolo più defilato) e soprattutto amazzoni ed ex calciatori e uomini di spettacolo.

Insomma, se non riuscirà a vincere, Berlusconi riuscirà ancora una volta a stupire. Uno stupore che però travalica nell’allarme. Per esempio quello lanciato domenica scorsa da Martin Schulz, socialdemocratico tedesco e presidente del Parlamento europeo che ha definito Berlusconi “il contrario della stabilità”. Immediate le indignate proteste di Storace e Cicchitto. Mancano (al momento) quelle del Ppe. Per il quale l’ulteriore virata a destra del Cavaliere potrebbe questa volta risultare indigeribile.

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