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Salvataggio Ferrarini: Bonterre-Gsi rilanciano su Pini-Amco

Dopo l’offerta concorrente arrivata da Pini e Amco, la cordata Bonterre-Grandi Salumifici Italiani contrattacca e spiega: “Solo noi garantiamo subito 50 milioni ai creditori”

Salvataggio Ferrarini: Bonterre-Gsi rilanciano su Pini-Amco

La cordata industriale composta da Bonterre, Grandi Salumifici Italiani (Gsi), Opas e Hp – sostenuta da Intesa Sanpaolo e Unicredit – ribadisce in una nota “l’impegno a mantenere l’offerta presentata” il 10 agosto per il salvataggio dell’azienda di salumeria Ferrarini. Non solo: “Se del caso”, prosegue la nota, la cordata è disponibile “ad arricchirne ancor più i contenuti, qualora si instaurasse finalmente la leale procedura competitiva imposta dalla legge”.

C’è aria di rilancio, quindi, dopo che di recente un’altra cordata – composta da Pini e Amco – ha presentato un’offerta per Ferrarini.  

Bonterre e Gsi rimarcano che, nella loro proposta di concordato concorrente presentata al Tribunale di Reggio Emilia, “tutti gli impegni dei partner sono stati assicurati fin dal momento del deposito da fideiussioni bancarie e da depositi bancari, con la disponibilità immediata di oltre 50 milioni al servizio del ripagamento dei creditori”.

Inoltre, Bonterre e Gsi sottolineano che la loro offerta permetterebbe “la costruzione di un processo di filiera tutto italiano, dall’allevatore al consumatore, la fruibilità certa e immediata da parte di tutte le maestranze dei vicini impianti e stabilimenti del gruppo Bonterre e di Opas, in caso di spegnimento dello stabilimento di Rivaltella, e la garanzia dei livelli occupazionali già individuati”.

La proposta Pini-Amco, invece, è caratterizzata dalla “mancanza di pagamenti immediati o nel breve del passivo concordatario – si legge ancora nella nota di Bonterre e Gsi – con lo spostamento del soddisfo dal terzo anno di piano industriale in poi, con tutti i rischi connessi al pagamento attraverso le risorse della continuità aziendale, non garantite”.

L’offerta Pini-Amco, poi, non fornirebbe alcuna “certezza sulla continuità produttiva ed industriale in Italia, mancando in capo alla famiglia Pini l’expertise nel settore dei salumi di carne suina e nella commercializzazione sui mercati internazionali del food made in Italy”.

Infine, Bonterre e Gsi ribadiscono “la disponibilità verso le organizzazioni sindacali, per rappresentare loro la struttura e i contenuti della proposta Bonterre, con le relative prospettive dal punto di vista industriale e occupazionale”.

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