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Salute, sviluppo economico e innovazione sono compatibili? Un progetto dice di sì

Il progetto, elaborato dalla Fondazione De Gasperi in collaborazione con Philip Morris Italia, si è focalizzato sulla possibilità di uno sviluppo economico, sostenibile in termine di salute e sulla possibilità di integrare risorse pubbliche e private per il raggiungimento di alcuni obiettivi che possano garantire un vantaggio competitivo al sistema Paese in termini di innovazione

Salute, sviluppo economico e innovazione sono compatibili? Un progetto dice di sì

Promuovere sinergie traversali in grado di generare un impatto significativo per uno sviluppo economico, sociale e sostenibile del Paese sfruttando le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È quanto emerso dal paper “One Health in all policies – Il ruolo delle filiere. Innovazione e partnership per la salute e il futuro economico e sociale del Paese” della Fondazione De Gasperi in collaborazione con Phllip Morris Italia.

La pandemia ha accelerato alcuni processi e percorsi già iniziati, evidenziando alcune debolezze strutturali. Ma la domanda centrale per la Fondazione è: “Come si coniugano salute e sviluppo economico? Salute e innovazione? E che impatto possono avere sul sistema Paese?”. L’idea della Fondazione è quella di valorizzare e integrare le filiere già esistenti, dando loro la possibilità di svilupparsi ulteriormente e, per effetto moltiplicatore, generare ulteriori filiere in grado di garantire uno sviluppo economico.

In questo senso, bisogna promuovere sinergie trasversali sfruttando la leva del Pnrr, con azioni integrate e sostenibili legate alle principali filiere italiane della salute, dell’agroalimentare, della mobilità e dei trasporti sostenibili. Secondo il paper, sono queste le filiere che possono caratterizzarsi come tessuto industriale sul quale costruire la base per lo sviluppo sostenibile e sociale del sistema Paese. Inoltre, il documento individua alcune azioni per implementare politiche di sviluppo rivolte alle filiere integrate, al fine di generare valore economico, sociale e di impatto sulla salute in una prospettiva One Health, che vuole coniugare la persona e il benessere con lo sviluppo economico, la tutela sociale e l’innovazione. Perché la salute è globale, planetaria e investe non solo l’uomo e il suo benessere, ma anche quello dell’intero ecosistema.

Sono necessarie una serie di azioni che consentano la rapida evoluzione verso un sistema integrato, incentrato sulle necessità di assistenza e cura della persona, flessibile al cambiamento della domanda di salute, nel quale processi clinici, prevenzione, stili di vita, alimentazioni e sostenibilità ambientale siano tra loro connessi e interconnessi.

Sempre secondo il documento, c’è la necessità di una visione strategica e programmatica: ragionamenti di visione e strategia coesi che vanno integrati ma soprattutto attuati. C’è anche bisogno di un’innovazione degli investimenti, specie delle infrastrutture digitali del Paese. C’è bisogno di una nuova partnership tra pubblico privato, dove il pubblico svolga la sua funzione di programmazione e controllo e il privato il suo ruolo nell’innovazione e sviluppo. Fondamentale il capitale umano: competenze e ricerche devono essere valorizzate e sviluppate. Ne è convinta l’On. Angela Ianaro, Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati: “Non si può prescindere dalla ricerca”.

Bisogna sviluppare una politica per le imprese che innovano. Ma primo tra tutti bisogna mantenere un dialogo tra tutti gli attori coinvolti affinché si possa raggiungere uno sviluppo economico che sia sostenibile in termini di salute.

E proprio alla luce delle rilevanti discussioni in ambito europeo ed internazionale, come il Pnrr o il rapporto della commissione Beca del Parlamento Europeo, emerge “l’importanza di promuovere un dialogo tra le parti che rappresentano il sistema Italia sia a livello nazionale sia europeo, coinvolgendo tutte le forze politiche, senza posizioni pregiudiziali che impediscano il confronto, con l’obiettivo di sviluppare dunque una nuova alleanza pubblico-privato capace di favorire modelli e partenariati che valorizzino le specificità dei singoli settori e comparti”. Come sottolineato dall’On. Pietro Fiocchi, Eurodeputato.

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