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Sale lo spread e il Ftse Mib torna sotto quota 17mila

Le incertezze politiche pesano sui titoli di Stato e lo spread BTp-Bund sale a 158 punti-base – Prese di beneficio invece in Borsa: Piazza Affari guida l’onda ribassista in Europa, lascia sul campo l’1,32% e l’indice FtseMib torna sotto la soglia psicologica dei 17mila punti – In forte perdita Cnh malgrado i conti positivi e Stm – In rosso anche Ferrari, Unicredit e Yoox – Si salva Mps dopo la ritirata di Passera – In rialzo anche Telecom, Mediobanca e A2a.

Borse volatili, disorientate dal clima semi festivo: i listini continentali, in giornata, cambiano spesso colore e alla fine chiudono in rosso, influenzati anche da Wall Street che, dopo qualche ora dall’apertura, si orienta in territorio negativo, con l’avvio della riunione della Federal Reserve che si concluderà domani. 

Milano archivia questo primo giorno di novembre a -1,32%, col Ftse Mib sotto quota 17.000. Ancora tensione sui titoli di stato italiani con lo spread fra Btp e Bund che si allarga a 158 punti.

Più o meno stesse perdite per la Borsa di Francoforte -1,3%: secondo Reuters il gruppo di advisor economici del governo tedesco ha abbassato le proprie stime di crescita 2017 a +1,3% da +1,6%. Per il 2016 si passa però a +1,9% da +1,5%. Gli altri listini: Londra -0,53%, Parigi -0,86%.

Fra le blue chip peggiori a Milano troviamo Cnh industrial (-5,3%) e StMicroelectronics (-3,91%), per i realizzi dopo l’esuberanza dei giorni scorsi (+20% in tre sedute). Deboli i finanziari, a parte Mediobanca (+0,67%) e Mps (+0,74%). Il consiglio di amministrazione di Rocca Salimbeni esprime “rammarico” per la decisione di Corrado Passera di ritirare la sua proposta. La scelta dell’ex banchiere si basa su “argomentazioni infondate e incompatibili con la necessità della Banca di assicurare parità informativa tra i suoi potenziali investitori e di mantenere il controllo delle informazioni fornite agli stessi”. Mps aggiunge di aver tenuto costantemente informate le autorità di vigilanza (Bce e Banca d’Italia, ndr) in merito all’iniziativa di Passera “per le valutazioni di competenza”.

Giù i petroliferi Eni (-1,59%), Tenaris (-1,16%) e Snam (-1,5%), ma anche Ferrari (-2,77%) e Fiat Chrysler Automobile (-1,05%) in una giornata altalenante per il gruppo guidato da Sergio Marchionne, che comunica un calo di vendite del 10% in ottobre sul mercato americano su base annua, in linea con le attese. A livello di singoli marchi, il brand Ram Truck cresce del 12%, mentre Dodge scende del 16%, insieme a Jeep (-7%) e Fiat (-24%). Fca si aspetta un miglioramento dei margini nel quarto trimestre grazie al miglior mix di vendite. 

Gli indici a Wall Street partono bene, ma virano presto in negativo appesantiti dalle utility (-0,5%) e dal settore del real estate (-0,98%). Gli investitori reagiscono a un Ism manifatturiero salito a ottobre (a 51,9 da 51,5 di settembre) ma meno delle attese (52 punti) e a spese per le costruzioni scese per il secondo mese di fila a settembre (-0,4%) portandosi sui minimi di maggio e deludendo gli analisti che si aspettavano un rialzo dello 0,5%. 

Sui listini pesano trimestrali contrastanti: Pfizer (-1,7%) taglia l’outlook a causa dello stop allo sviluppo di un farmaco per il colesterolo, mentre il marchio di accessori di alta gamma Coach (+4,3%) ha ricavi deludenti ma conferma le stime annue. Quando è metà pomeriggio in Italia, il Dow Jones perde  lo 0,13%; S&P 500 cede, lo 0,19%, il Nasdaq lo 0,14%. Il petrolio a dicembre al Nymex segna un +0,49% a 47,09 dollari al barile.

L’euro supera quota 1,10 dollari per la prima volta dal 20 ottobre scorso. La moneta unica si apprezza anche sulla sterlina a 0,8989 pence per euro. La divisa britannica si rafforza invece sul dollaro fino a un massimo di seduta di 1,2280 per poi assestarsi attorno a 1,2250.

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