Condividi

Saipem prova a rialzarsi e annuncia nuovi contratti per 3,2 miliardi euro

Dopo il profit warning e il tonfo della settimana scorsa, oggi il titolo di Saipem è in evidenza a Piazza Affari – Alla chiusura dei mercati avrà luogo una conference call per aggiornare la comunità finanziaria sulle nuove stime per il 2013.

Saipem prova a rialzarsi e annuncia nuovi contratti per 3,2 miliardi euro

Giornata di buone notizie per Saipem. Dopo il drammatico profit warning che la settimana scorsa ha fatto crollare il titolo in Borsa del 34% in una sola seduta, oggi la società d’impiantistica del gruppo Eni comunica di aver ottenuto nuovi contratti per un valore totale di circa 3,2 miliardi di euro da novembre a oggi. “La porzione relativa al mese di dicembre è pari a 1,4 miliardi”, si legge nel comunicato. A metà mattina le azioni della società viaggiano in rialzo di oltre cinque punti a Piazza Affari. Dopo la chiusura dei mercati, alle 18, avrà luogo una conference call per aggiornare la comunità finanziaria sulle nuove stime per il 2013. 

In Canada, nel settore E&C onshore (engineering and construction), Saipem “ha concordato con Husky Oil il valore chiavi in mano per il progetto Sunrise Central Facility, che sta già sviluppando”. In Nigeria, invece, la soietà ha firmato un contratto Epc (engineering, procurement and construction) con Dangote Fertilizer, per un nuovo complesso di produzione di ammoniaca e urea da realizzare nello Stato di Edo. Inoltre, Saipem “ha firmato ulteriori contratti e negoziato variazioni nello scopo del lavoro di contratti esistenti in Australia ed Iraq”.

Nell’E&C offshore in Arabia Saudita, la controllata di Eni si è aggiudicata un contratto chiavi in mano da Saudi Aramco, che estende lo scopo del lavoro originario, concordato all’inizio del 2011 per lo sviluppo dei campi Arabiyah e Hasbah, nel Golfo Arabico. Nel Mare del Nord, la società “si è aggiudicata vari contratti di tipo T&I (trasporto e installazione) da Statoil, che prevedono l’impiego della ‘Saipem 7000’, in entrambi i settori norvegese e britannico”. L’azienda, inoltre, “ha vinto nuovi contratti e negoziato variazioni nello scopo del lavoro di contratti esistenti, principalmente in Medio Oriente, Mare del Nord e Africa occidentale”.

Nel drilling offshore, poi, Saipem ha firmato contratti con Eni, per un valore di circa 900 milioni di euro, per l’estensione del noleggio per attività di perforazione della ‘Saipem 10000’ per un periodo di 5 anni, a partire da ottobre 2014, e dello ‘Scarabeo 4’ per un periodo di un anno, fino ad agosto 2014.

Nonostante tutto, la settimana scorsa Saipem ha rivisto al ribasso le stime sugli utili del 2012 e quelle sui conti del 2013. Gli ordini hanno rallentato nell’ultimo trimestre e “le negoziazioni di nuovi contratti – ha ammesso la società – si concluderanno con esiti inferiori alle previsioni”. Tutto questo significa meno soldi da distribuire agli azionisti, che quindi hanno iniziato a liberarsi dei titoli.

Il clamoroso tonfo a Piazza Affari nasconde però anche aspetti meno facilmente spiegabili. A cominciare dai sospetti che circolano intorno al misterioso “investitore istituzionale” che lunedì scorso ha venduto per intero la sua corposa partecipazione nel capitale di Saipem, pari al 2,2% (a quanto risulta dai registri, escludendo Eni, l’unico investitore ad avere più del 2% di Saipem è il fondo Fidelity, che però si è detto estraneo alla vicenda). L’operazione è stata conclusa in fretta poche ore prima del profit warning: un tempismo che ha consentito all’investitore di evitare una perdita gravissima. Sulla vicenda, la Consob ha avviato un’indagine.

Intanto la Procura di Milano ha inviato un avviso di garanzia a Pietro Franco Tali, l’ex amministratore delegato di Saipem sostituito da Eni a inizio dicembre. Il sospetto è che abbia pagato delle tangenti per chiudere un importante contratto in Algeria. 

Commenta