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Russiagate e fisco frenano Wall Street, enigma Catalogna per l’Europa

Non piace alla business community americana la riforma fiscale a tappe promessa da Trump, mentre il Russiagate fa tremare la Casa Bianca – Surreale la situazione catalana ma la Bolsa di Madrid scommette sull’accordo – Petrolio sopra i 60 dollari – Btp da record, spread sotto i 150 pb – Mps rinvia lo scambio – Il Sole 24 Ore sull’ottovolante

Rallentano le Borse sotto la pressione delle novità geopolitiche: negli Usa riesplode il Russiagate, in Cina, una volta finito il Congresso del Partito, si stringono le maglie del credito. Surreale la situazione spagnola: i vertici del governo catalano sono fuggiti in esilio a Bruxelles per evitare l’incarcerazione. Di fronte alle possibili complicazioni i mercati, comunque sui massimi, si dedicano alle novità in arrivo dalle banche centrali. Sembra ormai scontato che giovedì, prima di imbarcarsi alla volta di Tokyo, Donald Trump nominerà il nuovo presidente della Fed. Secondo il New York Times, sarà Jerome Powell, repubblicano, ma che dal 2012 in poi ha sempre votato sui tassi in accordo con Janet Yellen.

LA BANCA DEL GIAPPONE NON TOCCA I TASSI. NINTENDO IN RALLY

Tutto come previsto intanto nel primo appuntamento della settimana delle banche centrali. La Banca del Giappone ha confermato le linee guida di politica monetaria: resta in vigore il piano di acquisto di bond ed il programma di controllo della curva dei tassi. L’unica novità del comunicato è la revisione al ribasso dell’inflazione.

Giù la Borsa di Tokyo in sintonia con Wall Street. Pesa la marcia indietro di Softbank, -5,1% dopo che il colosso di Masayoshi Son ha rotto le trattative per la fusione negli Usa della controllata Sprint con T-Mobile per il rischio di perder la maggioranza. Le vendite della nuova consolle spingono invece al rialzo Nintendo, +7,2%.

FRENANO LE BANCHE CINESI, MINACCIA DI STRETTA

Frenano le borse cinesi, zavorrate dalle grandi banche, nel timore di una possibile stretta del credito. Bank of China lascia sul terreno il 3,2%. Intanto l’indice Pmi manifatturiero elaborato dall’ufficio di statistica di Pechino è sceso più del previsto in ottobre, a 51,6 da 52,4 di settembre. La Borsa di Hong Kong perde lo 0,2%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,4%. La Borsa di Seul è in rialzo dello 0,7%, quella di Mumbai perde lo 0,2%, come Sidney.

LA RIFORMA FISCALE A TAPPE NON PIACE A WALL STREET

Due siluri frenano la corsa di Wall Street. Alla vigilia del viaggio in Asia che dovrebbe rilanciare la sua immagine di leader internazionale, Donald Trump s’imbatte di nuovo nel Russiagate. Paul Manafort, l’ex manager della campagna del presidente Donald Trump, e Rick Gates, uomo d’affari legato al tycoon, si sono consegnati all’Fbi sotto la contestazione di dodici reati, principalmente riciclaggio e frode fiscale. Secondo i media, Manafort rischia fino a 80 anni di prigione, mentre Gates 70. I problemi giudiziari dello staff del presidente s’incrociano con la difficile navigazione al Congresso della riforma fiscale.

Bloomberg ha scritto ieri che alla Camera si starebbe creando un largo consenso su una norma che prevede un’introduzione molto graduale dei tagli alle tasse: di fatto, le riduzioni più rilevanti entrerebbero a regime solo nel 2022. Una portavoce dell’amministrazione Trump ha affermato che nulla è cambiato rispetto alla bozza di riforma presentata dalla Casa Bianca. Ma di fronte alla novità il dollaro si è indebolito e le obbligazioni si sono apprezzate: il cross euro dollaro è salito a 1,165 da 1,160 della chiusura, ma stamattina è già risalito a 1,163. Rallentano anche i listini azionari: l’indice Dow Jones ha perduto lo 0,36%, S&P -0,32%. Nasdaq -0,03%.

Cresce l’attenzione per Apple (+2,3%) alla vigilia dei conti: accelerano intanto gli ordini per iPhoneX. La nota negativa riguarda il tonfo di Merck, -6,1% dopo i risultati negativi dei test sul nuovo farmaco anti-tumorale.

PETROLIO ANCORA SOPRA I 60 DOLLARI. SAIPEM FA BOOM

Bene invece i dati macro Usa: i consumi sono cresciuti dell’1% a settembre, più dello 0,9% atteso. Il petrolio Brent tratta stamane sulle piazze asiatiche a 60,7 dollari il barile, in calo dello 0,2%, ieri è arrivato alla quinta seduta di rialzo, a 60,9 dollari (+0,7%).

Asse tra Chevron e Microsoft. Il petrolio del gruppo oil Chevron sarà digitalizzato dal giacimento alla pompa grazie alle tecnologie cloud: il gigante del software aiuterà a digitalizzare tutta la filiera del carburante dall’estrazione alla pompa di benzina.

Brillano i petroliferi a Piazza Affari. Eni sale dello 0,5%, Saipem guadagna il 4,6%: il gruppo ha collocato con successo un’emissione obbligazionaria con scadenza 7 gennaio 2025, per un importo di 500 milioni di euro. Cedola annua del 2,625% e prezzo al 100% del nominale. In denaro anche Tenaris (+2,36%) alla vigilia dei conti. Saras + 3% nel finale. A 2,3380 euro ha segnato un prezzo che non si vedeva dall’agosto 2015.

LA BORSA DI MADRID SCOMMETTE SULL’ACCORDO

I mercati europei scommettono che, alla fine, Madrid e Barcellona saranno in grado di ricomporre la frattura. La debolezza dei giorni scorsi, perciò, è stata interpretata come un’occasione di acquisto.

Madrid vola (+2,44%), grazie anche all’andamento brillante del prodotto interno lordo nel terzo trimestre: +0,8%. Ma la situazione resta critica: il procuratore generale spagnolo, José Manuel Maza, ha chiesto l’incriminazione per il presidente catalano destituito, Carles Puigdemont, con l’accusa di ribellione, sedizione e malversazione. Denunciati anche i ministri del suo governo per aver permesso la dichiarazione d’indipendenza, inclusa l’ex presidente della Camera, Carme Forcadell. In serata i vertici del governo catalano si sono ritirati, in esilio, a Bruxelles.

BENE MILANO, VOLKSWAGEN TRASCINA FRANCOFORTE

Milano ha aperto la settimana in terreno positivo, ma la scossa della promozione del rating Italia da parte di S&P ha perso velocità nel corso della seduta. L’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,39% a 22.752 punti.

In ordine sparso gli altri principali listini europei: quasi invariata Parigi. il Dax 30 di Francoforte guadagna lo 0,09% ritoccando di poco il massimo storico grazie alla spinta di Volkswagen (+2,7%) che ha alzato l’obiettivo di redditività per il 2017. 

Debole il Ftse 100 di Londra, -0,23% alla vigilia della riunione della Bank of England in cui dovrebbe essere deciso l’aumento dei tassi allo 0,50%.

L’Italia ritiene che la manovra arrivata in Senato per la prima lettura sia in linea con i requisiti europei. Pier Carlo Padoan ha risposto così alla lettera inviata venerdì 27 ottobre dalla Commissione Ue in cui si rileva il rischio di una “deviazione significativa” degli sforzi di aggiustamento per il 2017 e il 2018.

Il governo – scrive il ministro – ha preso un impegno solo per lo 0,3%, quando ha presentato la legge di bilancio a metà ottobre. Il Tesoro ha quindi imputato alla diversa applicazione della metodologia del calcolo della crescita potenziale, e quindi dell’output gap, lo scostamento dello 0,1% tra la correzione dello 0,3% del disavanzo indicata nel documento programmatico di bilancio e lo 0,2% ricalcolato invece da Bruxelles.

BTP RECORD, SPREAD A 147

Prosegue il periodo di grazia per i Btp, che hanno tratto profitto dalla promozione, inattesa dagli analisti, del rating sovrano italiano da parte di Standard & Poor’s a BBB da BBB-. Lo spread nei confronti del Bund si è ridotto a 148 punti dopo aver toccato un minimo a 147,2, record dal 15 dicembre. Il Btp scadenza agosto 2027 è stato collocato ieri in asta per un importo di 2,5 miliardi al rendimento di 1,846% contro 1,941% di venerdì sera. L’equivalente Bono spagnolo ottobre 2017 viaggia a 1,499: la forchetta Italia/Spagna scende a 35 punti base, sui minimi da ottobre dell’anno scorso.

STM, FERRARI, LUXOTTICA: UN TRIS PER IL TORO

Giorni di gloria per alcuni cavalli di razza si Piazza Affari. In attesa dei conti di Apple prendono quota le valutazioni dei fornitori della Mela. Tra questi allunga il passo Stm, ieri in rialzo del 2,26%, a 20,34 euro, nuovo massimo dal 2004. Da inizio anno il guadagno è del 90% circa. Dopo gli ottimi risultati del trimestre sono piovute le promozioni dei broker. Fa eccezione il Sell ribadito da Ubs con target price a 15 euro.

Luxottica guadagna l’1,9% sulla scia del giudizio di Exane Bnp Paribas. Secondo il broker la Ue darà parere favorevole al merger tra la società italiana e la francese Essilor. Rimbalza nel lusso anche Salvatore Ferragamo (+2,11%).

Ferrari (+1,1%) tocca un nuovo massimo a 101,6 euro, in attesa della trimestrale in agenda venerdì prossimo. Da inizio anno l’incremento è dell’81%. “Se lo avessi raccontato a qualcuno quattro anni fa non ci avrebbe creduto nessuno”, ha detto Sergio Marchionne al Mugello, dove la casa di Maranello ha presentato la nuova versione da competizione Fxx-K.

Fiat Chrysler +0,68%. Banca Imi ha ribadito il rating add mentre ha alzato il target price a 16,9 da 12,3 euro. Gli esperti vedono ancora del potenziale di rialzo per il titolo dopo i risultati trimestrali.

LE BANCHE SEGNANO IL PASSO, MPS RINVIA LO SCAMBIO

Modeste le variazioni nel comparto finanziario. Piatto Banco Bpm, in attesa di definire la partnership nella bancassurance con Cattolica Assicurazioni (-1,12%) e l’arbitrato con UGF (+0,57%). Unicredit  in calo dell’1,3%. Secondo quanto riportato da Bloomberg, la Bce avrebbe aperto un’indagine sul maxi portafoglio da 16,2 miliardi di euro ceduto nel 2017: sembra che la Vigilanza abbia qualche perplessità sul prezzo della transazione, pari a 13 centesimi.

Banca Monte dei Paschi perde l’-1,3% dopo aver comunicato il rinvio dell’inizio della procedura di compensazione degli azionisti retail aderenti all’offerta di scambio. In evidenza Mediobanca (+1%): dopo l’assemblea di sabato sono arrivate le promozioni dei broker.

BRILLANO LE MEDIUM CAP. MONTAGNE RUSSE PER IL SOLE 24 ORE

Acquisti consistenti su Cerved (+3,96% a 11,02 euro) che ha ricevuto giudizi positivi dagli analisti dopo i risultati del terzo trimestre 2017. Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo da 10,6 a 11,6 euro, confermando la raccomandazione buy. Mediobanca Securities ha aumentato il target a 12,2 da 11,1 euro.

Sale Technogym (+4,08%): Kepler Cheuvreux ha alzato il target da 7 a 7,7 euro (hold). Gli analisti hanno migliorato le stime di Eps del 2% sul 2017 e del 5,8% sul 2018. Bene i titoli immobiliari sulla scia della legge di Bilancio che estende i piani di risparmio a lungo termine (Pir) alle società immobiliari. Aedes guadagna il 6,9%, denaro anche su Risanamento (+5,25%), Brioschi (+3,22%) e Igd (+3,09%). Tra le società tecnologiche legate alla telefonia mobile strappa Acotel (+19,26%).

Nel primo giorno dell’aumento di capitale, Il Sole 24 Ore fa prezzo al termine della seduta e balza del 19,95%, mentre i diritti stornano con -16,54%. Come spesso accade negli aumenti molto diluitivi, le azioni trattano in rialzo rispetto ai diritti perché beneficiano dell’effetto “scarsità”.

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