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Rottamazione cartelle oltre le attese, ma la “pace fiscale” è un flop annunciato

In audizione alla Camera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate spiega che dalla prima rottamazione lo Stato ha incassato un miliardo più delle attese, anche se il 44% di chi aveva cartelle sopra i 100mila euro non ha pagato – Quanto al condono, la cifra su cui lavorare non supera gli 84 miliardi

Rottamazione cartelle oltre le attese, ma la “pace fiscale” è un flop annunciato

Un miliardo più del previsto dalla prima edizione della rottamazione delle cartelle esattoriali ex Equitalia, che “si potrebbe attestare su un valore complessivo di 8,2 miliardi di euro, a fronte dei 7,2 miliardi di euro previsti”. Lo ha detto mercoledì il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione alla Camera.

Risultato positivo, dunque. Eppure non tutti hanno pagato. Anzi, fra chi aveva cartelle di valore superiore a 100mila euro solo il 56% si è messo in regola, mentre “nel 44% dei casi non è stato effettuato alcun pagamento”, spiega ancora Ruffini.

Chi ha aderito per rottamare cartelle di valore inferiore, invece, ha pagato molto più spesso: nell’86% dei casi per debiti fino a 10mila euro e nel 77% tra 10mila e 50mila euro.

Quanto alla rottamazione bis, Ruffini spiega che sono arrivate all’Agenzia delle Entrate circa 950 mila istanze da circa 840mila contribuenti per oltre 4 milioni di cartelle di valore complessivo di circa 14 miliardi di euro. L’importo da pagare è di “circa 9 miliardi”. La maggior parte delle domande (53%) è per debiti sotto i 1.000 euro. Circa un quarto dei contribuenti (23%) ha scelto di pagare in una unica rata.

Ruffini delude poi le aspettative del governo sul progetto di “pace fiscale”, ossia il condono tombale che Lega e Movimento 5 Stelle hanno inserito nel contratto di Governo.

Il gettito di questa misura sarà con ogni probabilità largamente inferiore alle attese, perché – spiega il direttore dell’Agenzia delle Entrate – al Fisco rimangono da riscuotere 871 miliardi di euro, ma di questi solo 450 sono realmente aggredibili, perché il resto è in capo a contribuenti deceduti, falliti o nulla tenenti e quindi è ormai perduto. Non solo: in realtà, di questi 450 miliardi sono effettivamente recuperabili meno di 84 miliardi, perché, a causa delle norme a tutela del contribuente, per buona parte le azioni di recupero “sono inibite o limitate”.

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