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Riscatto laurea gratis (ma non per tutti): che cos’è e come funziona

Il Mef sta lavorando su una proposta che prevede la possibilità di riscattare gratuitamente gli anni passati all’università, un’iniziativa che ha riscosso consensi sui principali social network – Ma il meccanismo non sarà così semplice e soprattutto sarà accessibile solo a determinate condizioni – Ecco cosa prevede la proposta del sottosegretario Baretta.

Riscatto laurea gratis (ma non per tutti): che cos’è e come funziona

Da alcune settimane il riscatto gratuito della laurea è diventato un tema di discussione tra Governo e associazioni.

Il ministero dell’Economia sta attualmente lavorando ad una proposta del sottosegretario Pier Paolo Baretta che consentirebbe a chi è laureato di riscattare gli anni passati sui libri universitari senza dover pagare nulla. Un cambiamento sostanziale rispetto alla normativa attuale in base alla quale i laureati che vogliono usufruire di questo meccanismo per andare in pensione prima o con un assegno più alto sono costretti a sborsare migliaia su migliaia di euro. L’idea di Baretta sembra piacere molto agli utenti dei principali social network che, ultimamente, stanno cercando di sostenere l’iniziativa tramite l’hashtag #riscattalaurea, lanciato dalla pagina Facebook “Coordinamento nazionale riscatto laurea“.

Riscatto laurea: che cos’è

Il riscatto della laurea è un meccanismo che consente di conteggiare gli anni trascorsi all’università come anni di lavoro e quindi come se un soggetto avesse pagato regolarmente i contributi. Così facendo, lo stesso soggetto ha la possibilità di andare in pensione con anni di anticipo rispetto a quelli conteggiati dalla data di inizio dell’attività lavorativa o, in alternativa, con un assegno più alto se decide di attendere l’età pensionabile.

Riscatto laurea: come funziona oggi

Attualmente la normativa italiana prevede già la possibilità di riscattare la laurea, previa domanda all’INPS, ad alcune condizioni e in base a criteri ben precisi. Unico problema: costa uno sproposito. Per farlo infatti occorre versare  i contributi per gli anni di laurea come se invece di studiare fossimo andati ogni giorno a lavorare.

A livello generale si può affermare che, chi ha intenzione di sfruttare i benefici di questa disciplina, farebbe bene a sbrigarsi: prima si presenta domanda, meno si paga (dato che nei primi anni di lavoro solitamente lo stipendio è più basso) anche se il costo rimane ingente.

Per calcolare quanto pagare viene utilizzato un meccanismo (parecchio complesso) basato su un caposaldo, vale a dire: lo stipendio percepito al momento della presentazione della richiesta all’INPS.

In base alle simulazioni presenti sul sito dell’Istituto guidato da Tito Boeri un ragazzo di 27 anni, con un anno di anzianità contributiva e 22 mila euro di reddito l’anno deve pagare 29mila euro. Chi ha compiuto 40 anni e ha un reddito di 36mila euro con 11 anni di contributi deve sborsare più del doppio: 52mila euro.

Riscatto laurea: cosa prevede la proposta

In base a quanto spiegato dal sottosegretario all’Economia Beretta in un’intervista a Repubblica, nel caso in cui la proposta dovesse andare in porto il riscatto della laurea diventerà gratuito, ma non per tutti.

Potranno usufruire del beneficio i soggetti nati tra il 1980 e il 2000 ancora iscritti all’università. Vale a dire: la nuova disciplina varrà solo per chi non si è ancora laureato. Non solo, l’accesso non sarà consentito a chi va fuori corso (a meno che non ci siano cause di forza maggiore), bisognerà dunque essere in regola con gli esami.

Ovviamente al momento sono ancora in corso di discussione i dettagli della proposta, ma quello sopra descritto dovrebbe essere l’impianto generale. Nel caso in cui si decidesse di andare avanti, il progetto potrebbe essere inserito nella prossima legge di Bilancio.

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