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Riforme, Bankitalia: “Dobbiamo essere più bravi che in passato”

In audizione in Parlamento su Piano nazionale di riforme (Pnr), il capo del servizio Struttura economica Balassone sottolinea che al momento i dettagli forniti dal governo non consentono un giudizio compiuto – Dubbi su recupero evasione e privatizzazioni – Lavoro: sì al salario minimo

Riforme, Bankitalia: “Dobbiamo essere più bravi che in passato”

Nella gestione dei 208 miliardi in arrivo con il Recovery Fund “siamo tutti chiamati a essere più bravi che in passato: è una sfida, non sta a noi decidere come gestire questi fondi, sono europei e ogni paese presenterà proposte per attuare gli interventi; se verranno approvate, si andrà di conseguenza. Per fortuna c’è tempo fino al 2021 per capire come usarli, perché non è un esercizio banale”. Lo ha detto Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica della Banca d’Italia, durante un’audizione parlamentare sul programma nazionale delle riforme (Pnr), il documento che l’Italia dovrà inviare a Bruxelles per ottenere il via libera a trasferimenti e prestiti straordinari.

Il percorso di fronte al nostro Paese “è tutt’altro che agevole – ha aggiunto –Andranno delineati in tempi rapidi progetti di investimento e di riforma lungimiranti, concreti e dettagliati; soprattutto tali progetti andranno attuati senza ritardi e inefficienze” per poter accedere ai fondi Ue.

Il tutto, in un contesto economico emergenziale: “Allo stato attuale – ha sottolineato Balassone – si prefigura una caduta del Pil del 9,5% nella media del 2020, dovuta alla contrazione in primavera, e una ripresa parziale nel biennio successivo: +4,8% nel 2021 e +2,4% nel 2022”. In uno scenario più sfavorevole, se ci saranno cioè sviluppi negativi sul fronte epidemiologico, “il Pil potrebbe contrarsi di oltre il 13% nel 2020 e recuperare in misura più contenuta nel 2021”.

A questo punto, secondo Bankitalia, “I dettagli forniti nel PNR non consentono ancora la formulazione di un giudizio compiuto. La sfida che attende Governo e Parlamento è dare contenuto attuativo alle indicazioni contenute nel Pnr, garantendo efficacia, efficienza e rapidità degli interventi. Se le risorse non saranno impiegate in maniera da produrre risultati importanti in termini di crescita economica e occupazione i problemi del Paese saranno accresciuti, non alleviati”.

SERVE UNA RIFORMA FISCALE ORGANICA

Balassone rileva che “il Governo intende attuare una riforma complessiva del sistema fiscale per renderlo più favorevole alla crescita e alle transizioni ambientale e digitale, ma anche per renderlo più “equo, improntato al principio di progressività, semplice e trasparente per i cittadini, che favorisca i ceti medi e le famiglie con figli”. Il Governatore della Banca d’Italia ha più volte ricordato come sia necessaria una riforma fiscale organica, che ricomponga il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi, anche tenendo conto delle modifiche che hanno interessato il sistema dei trasferimenti sociali. In una recente analisi condotta in Banca d’Italia si evidenzia come l’imposta personale sui redditi presenti aliquote marginali effettive molto elevate anche in corrispondenza di livelli relativamente contenuti del reddito”, oltre ad “aliquote non omogenee tra contribuenti a parità di reddito a causa del diverso trattamento fiscale riservato alle varie fonti di reddito”.

RECUPERO EVASIONE E PRIVATIZZAZIONI: ATTENZIONE ALLE STIME

Il numero uno del servizio Struttura economica della Banca d’Italia ha poi avvertito che “data l’incertezza sui risultati delle misure di contrasto dell’evasione fiscale, rimane opportuno stimare i relativi introiti con estrema prudenza” e non considerarli quindi la base su cui poggiare la strategia di rientro della finanza pubblica dopo l’emergenza. Cautela anche sulle dismissioni immobiliari, visto che in passato hanno dato risultati ampiamente inferiori a quelli programmati (solo 1,1 miliardi l’anno fra 2010 e 2019).

LAVORO: SGRAVI DONNE POSSONO ESSERE DISTORSIVI. SÌ AL SALARIO MINIMO

Sempre nel Pnr, “per il contrasto ai divari di genere si prevede il rafforzamento dei sussidi all’impiego attraverso un’estensione triennale degli sgravi contributivi e un ulteriore potenziamento nelle zone a bassa occupazione femminile – ha proseguito il dirigente di Bankitalia – Gli sgravi contributivi all’occupazione femminile possono rappresentare un immediato strumento di stimolo alla domanda di lavoro delle donne, ma interventi categoriali possono avere effetti distorsivi, spingendo le imprese a prediligere l’assunzione dei lavoratori appartenenti ai gruppi sociodemografici incentivati a scapito degli altri”, mentre “gli effetti sull’espansione dei livelli occupazionali sono incerti”.

Balassone ha ribadito quindi “la necessità di rafforzare la contrattazione collettiva e di introdurre un salario minimo”.

OK SOSTEGNO A ENTI LOCALI, MA NON AIUTA LA CRESCITA

Infine, per quanto riguarda gli investimenti degli enti locali, “sostengono la domanda nel breve termine – ha concluso Balassone – ma non sono quelli gli investimenti che cambiano il potenziale di crescita dell’economia, sono altri, quindi va bene sostenerli se l’idea è sostenere la domanda, ma attenzione per il potenziale di crescita dell’economia: sono altri gli strumenti di cui avremmo bisogno”.

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