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Recovery Fund, accordo: 750 miliardi di aiuti, 208 all’Italia

Fumata bianca dopo la lunga maratona di Bruxelles – Pioggia di soldi sull’Europa tra prestiti e trasferimenti a fondo perduto – I sussidi ammontano a 390 miliardi – All’Italia spetteranno 208 miliardi di euro, ma con un freno – Conte: “Accordo storico”

Recovery Fund, accordo: 750 miliardi di aiuti, 208 all’Italia

Dopo una maratona negoziale durata quattro giorni e quattro notti, alle 5.30 del mattino i capi di Stato e di governo dell’Ue hanno firmato l’accordo sul Recovery Fund. L’ultima bozza proposta dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è stata quella decisiva, capace di vincere le resistenze dei Frugali (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia).

Ecco cosa contiene.

RECOVERY FUND: LA DOTAZIONE FINANZIARIA

I Paesi mediterranei hanno ottenuto che la dotazione finanziaria del Recovery Fund rimanesse invariata rispetto alla prima proposta della Commissione: 750 miliardi di euro. A cambiare è la composizione:

  • i trasferimenti a fondo perduto scendono da 500 a 390 miliardi (su pressione dei Frugali);
  • i prestiti salgono da 250 a 360 miliardi.

I finanziamenti cominceranno ad affluire dal secondo trimestre del 2021, ma i Paesi potranno finanziare retroattivamente anche spese sostenute a partire da febbraio.

QUANTI SOLDI RICEVERÀ L’ITALIA?

La fetta di aiuti destinata all’Italia è addirittura aumentata rispetto al piano originario, passando da 172,7 a 208,8 miliardi. Anche in questo caso, le modifiche riguardano la ripartizione:

  • 81,4 miliardi di finanziamenti a fondo perduto (in lieve calo dagli 81,807 del piano originario);
  • 127,4 miliardi di prestiti (molti di più rispetto ai 90,938 previsti all’inizio dalla Commissione).

 COSA CI GUADAGNANO I FRUGALI?

Oltre ad aver fatto ridurre di 110 miliardi la quota dei finanziamenti a fondo perduto, i Frugali hanno ottenuto un aumento dei rebates, ossia gli sconti concessi proprio a Olanda, Austria, Danimarca e Svezia – più la Germania – sulla contribuzione al bilancio 2021-2027 dell’Ue, che sarà di 1.074 miliardi di euro.

In particolare, alla Danimarca vanno 322 milioni annui di rimborsi (rispetto ai 222 milioni della proposta di sabato), all’Olanda 1,921 miliardi (da 1,576 miliardi), all’Austria 565 milioni (da 287) e alla Svezia 1,069 miliardi (da 823 milioni). Invariati invece i 3,67 miliardi per la Germania.

RECOVERY FUND: LA GOVERNANCE

L’ultimo scontro fra Italia e Olanda è andato in scena nella notte e ha riguardato la governance del Recovery Fund, ossia le regole in base alle quali l’Europa darà il via libera prima ai piani nazionali di riforma, poi all’erogazione delle singole tranche di aiuti.

Come chiesto dall’Italia, i Pnr saranno approvati dalla Commissione, ma su pressione olandese si è deciso che servirà anche il via libera dell’Ecofin, a maggioranza qualificata.

Poi c’è il “freno d’emergenza”, altra vittoria di Rutte: l’esborso delle singole tranche potrà essere bloccato se uno o più Stati riterranno che un Paese si stia discostando dagli obiettivi che gli sono stati indicati (cioè non sta rispettando il Piano nazionale delle riforme). La situazione sarà poi discussa in Consiglio, ma il potere di veto tanto invocato dal premier olandese non ci sarà: l’ultima parola sui fondi spetterà comunque alla Commissione. E l’intero processo non potrà durare più di tre mesi.

IL COMMENTO DI CONTE

“È un momento storico per l’Europa e per l’Italia – ha commentato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – La nostra richiesta, la convinzione che abbiamo nutrito in questi mesi, la visione, la determinazione con cui abbiamo perseguito questo obiettivo sono state premiate”.

E ancora: “Abbiamo respinto tentativi insidiosi di alterare la genuina vocazione di questo progetto europeo. Non avrei mai concesso ad alcun Paese il diritto di veto o d’intromissione sull’attuazione del piano di rilancio nazionale. Il governo italiano è forte: la verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano. Ora avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”.

LA PRECISAZIONE DI VON DER LEYEN

L’accordo approvato in Consiglio è “un pacchetto senza precedenti – sottolinea la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – Il Recovery and Resilience Facility è strutturato in una maniera molto chiara: è volontario, ma chi vi accede deve allinearsi con il Semestre europeo e le raccomandazioni ai Paesi. Finora dipendeva solo dai Paesi rispettarle o meno, ma ora le raccomandazioni sono legate a sussidi e potenziali prestiti”.

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